domenica 3 giugno 2007

Ultimo Giro

Il 90° Giro d'Italia si è concluso con la vittoria dell'abruzzese Di Luca, che diventa così il corridore più meridionale ad aver vinto la corsa rosa.
Le pagelle:

Di Luca 9.5 -
Il padrone incontrastato del Giro, sin dalla cronometro in terra sarda. Il corridore più completo e forte visto in queste tre settimane, le esperienze maturate negli ultimi due anni gli sono servite. Ha pagato dai migliori solo sullo Zoncolan, dopo l'arrivo ha avuto l'onesta intellettuale di ammettere l'errore di aver forzato troppo. Semplicemente il migliore in grado di vincere nello stesso anno la Liegi e il Giro. Numero 1.
Schleck 9 - Doveva restare in corsa per una decina di giorni per fare esperienza. Invece... è un passista scalatore che ha tenuto ovunque, persino sullo Zoncolan, dove ha fatto meglio di Di Luca e Cunego. Il futuro è suo, ma anche il presente, data la penuria di avversari. Fenomeno.
Piepoli 9 - Come l'anno scorso, il miglior scalatore del Giro. Un'ira di Dio, appena la strada si impenna da l'impressione di poter partire e staccare tutto. Meriterebbe un monumento solamente per la tappa di Briancon, ha tirato ad un ritmo forsennato per tutto il Colle dell'Agnello, in discesa, in pianura e poi nel primo tratto dell'Izoard. Meritatissima la vittoria a Nostra Signora della Guardia. Epico.
Petacchi 8 - Non sa più vincere? 5 successi in questo Giro, nonostante tutto e tutti. Giù il cappello.
Mazzoleni 8 - Partito per fare il gregario a Savoldelli, dopo la caduta di quest'ultimo si è ritrovato capitano. Aiutato dal "Falco Bergamasco", sulle Tre Cime di Lavaredo è stato protagonista di un numero d'alta scuola. In affanno (prevedibile) sullo Zoncolan, straordinario nell'ultima crono. Rinfrancato.
Bruseghin 7 - Ha avuto l'onore di vestire la maglia rosa e di vincere la cronoscalata. Gregario esemplare.
Ignatiev 7 - Combattivo, spesso in fuga, in pianura un motore.
Riccò 7 - Potenzialità enormi, se vuole puntare alla vittoria finale un giorno deve migliorare a cronometro. Vince sulle Tre Cime, grazie anche ad un maestoso Piepoli. La tappa di Briancon è l'emblema della sua corsa. Lavora per Simoni sul Colle dell'Agnello, si stacca e va in crisi, recupera in discesa e sull'ascesa successiva mantiene costante il distacco. E' in forma da marzo, si merita comunque i complimenti, nonostante l'errore, ammesso, nella tappa di Fiorano.
Savoldelli 7 - In difficoltà a Monte Vergine, la rocambolesca caduta di Pinerolo gli ha tarpato le ali. Ottimo gregario nel tappone delle Tre Cime soprattutto, si è tolto la soddisfazione di dominare la crono di Verona. Incompiuto (non per colpa sua).
Simoni 7 - Nonostante l'età e l'ombra del giovane Riccò, tiene botta, anche se gli manca il guizzo. Zoncolan (bravissimo, assieme al gregario Piepoli) a parte, per il resto deludente a Monte Vergine e nella cronoscalata di Oropa, in altre occasioni ha mancato la stoccata, nonostante il lavoro dei compagni. Tignoso.
Noè 6.5 - Vecchio leone, la maglia rosa indossata per un giorno è una sorta di premio alla carriera.
Mayo 6 - Bentornato.
Napolitano 6 - Abbiamo scoperto un talentuoso velocista. La scuola siciliana, tra lui, Nibali e Visconti, avanza.
Nibali 6 - Giovane dal futuro assicurato, ci si aspettava che tenesse di più sulle grandi salite. Tutto fa brodo, anche questo è crescere e fare esperienza.
Cunego 5 - Nessun acuto, persino in difficoltà, staccato dai migliori. Ancora una volta deludente, non deve migliorare solo a cronometro, ma anche in salita. Sarebbe ora che la smettessero di coccolarlo come un peluche, paventando future vittorie al Tour, che pensasse a migliorare e ad essere competitivo per la corsa rosa.
Popovich 5 - D'accordo, la caduta gli ha tagliato le gambe, ma si era già capito che sarebbe stata l'ennessima conferma di un talento sprecato.
Zabrinskie 5 - Dato l'exploit di Schleck, è diventato il gregario più importante per il lussemburghese. Invece, con la testa già al Tour e all'ultima crono, per altro deludente, ha fatto mancare il proprio aiuto al giovanissimo fenomeno di casa CSC.
Oscar della sfortuna: Paolo Bettini, ci prova costantemente, gli va sempre male, tra cadute e numeri degli avversari (Garzelli a Bergamo).
Momento più bello: Perez Cuapio che afferra il forcone del "Diavolo" e simula di punzecchiare Piepoli protagonista, tanto per cambiare, di un forcing impressionante.
Momento più brutto: la maxi-caduta di Pinerolo, che ha messo fuori causa Savoldelli.
Squadre: Liquigas 7.5 (la più completa, superlativa nella cronometro, è mancata in alcuni uomini nei tapponi alpini), Saunier Duval 8 (Simoni, Piepoli, Riccò e il ritrovato Mayo: i migliori in salita), Lampre 6 (tattica poco convincente, mentre gli altri mandavano in fuga i gregari, i Lampre stavano troppo spesso a guardare, tappa di Fiorano a parte).

Giro non ricchissimo di spunti tecnici di rilievo. Nonostante la vittoria di Di Luca non sia stata mai realmente in bilico, a fare la differenza alla fine sono state soprattutto le cronometro. Corsa livellata nei valori dei big, basti pensare che tra Cunego 5° e Di Luca maglia rosa ci sono meno di 4 minuti.

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