mercoledì 27 giugno 2007

Orgoglio e pregiudizio

Nonostante il processo di ricusazione del passato che ha visto, come ultima vittima, Roberto Bettega, gli anni della Triade non possono e non devono essere dimenticati. Solo apprendendo la lezione del passato, senza rinnegare episodi scomodi ed oscuri, si possono gettare le basi per un futuro importante.
Non si può certo scordare l'estate 2006, nei fatti e nelle persone che hanno reso bollenti ed infausti quei giorni.
Tra i personaggi come tacere dei calciatori che hanno abbandonato la barca quando stava affondando.
Le delusioni maggiori sono rappresentate dagli italiani, coloro che sanno bene cosa rappresenta la maglia bianconera e la gloriosa storia del club.
In un calcio dominato da soldi e sete di gloria, era forse presuntuoso aspettarsi la permanenza di alcuni elementi, considerando anche le esigenze di bilancio.
Era però lecito attendersi un comportamento diverso.
Zambrotta ha immediatamente preso le distanze dalla società, iniziando a guardarsi intorno e scoprendo un feeling innato con i colori rossoneri, salvo poi vestire la maglia blaugrana.
Cannavaro, dopo essersi dichiarato riconoscente alla Juventus, aver difeso Moggi ed essersi preso i rimbrotti di Drive Red, ha preso il primo aereo direzione Madrid per seguire Capello ed Emerson.
Il tecnico friulano non si è distinto come uomo di parola, ma per lui non è una novità. Il 15 luglio a Vinovo, nonostante la dichiarazione di facciata, non si è visto. Avrà sbagliato strada, e si è ritrovato davanti al Santiago Bernabeu...
La valutazione esula dal discorso tecnico, per quanto molti abbiano quasi raggiunto l'età pensionabile. E' una questione di principio, di rispetto. L'occasione l'hanno avuta, ma non hanno esitato ad andarsene con atteggiamenti discutibili di fronte allo spettro di un anno di B.
L'orgoglio bianconero è venuto fuori prepotentemene l'estate scorsa, ed è uscito persino rafforzato da Farsopoli.
Chi ha preferito inseguire alt(r)i traguardi nell'immediato, sappia che non sarà gradito un suo eventuale ritorno da molti supporters bianconeri. Questo perchè la delusione è stata grande, la ferita ancora aperta e sanguinante.
Onore piuttosto a chi è rimasto in B, dai campioni affermati ai ragazzi talentuosi e desiderosi di emergere.
La base di partenza, l'anno dopo lo tsunami, è buona. La restaurazione è iniziata, nonostante lo scetticismo che regna(va?) attorno alla dirigenza.
Le principali perplessità riguardavano la figura di Secco.
Troppo giovane ed inesperto, è come mandare una gazzella nella gabbia di un leone a digiuno da una settimana.
Era questo il pensiero di fondo di molti tifosi preoccupati per le sorti del mercato del club, anche alla luce della discussa sessione estiva 2006, che ha visto una vera e propria diaspora di campioni, un po' per la loro volontà, un po' per necessità di bilancio.
Quest'anno, in una situazione oggettivamente meno intricata, con l'aiuto del fido Bettega, abbiamo constatato che la lunga vicinanza a Moggi ha avuto benefici influssi sul giovane Secco, che ha concluso operazioni molto imporanti atte a rinforzare in maniera importante.
L'acquisto di Milito potrebbe spazzar via i pregiudizi duri a morire sull'attuale DS, dovuti probabilmente alla giovane età e alla faccia pulita, da bravo ragazzo, dell'ex team manager, in antitesi con la grande esperienza e conclamata abilità, unite alla faccia da schiaffi, di Luciano Moggi.
Ora, con i vari Grygera, Salihamidzic, Criscito, Almiron, Tiago, Nocerino, Iaquinta, uniti alle conferme di Buffon e Trezeguet, in attesa di schiarite sul fronte Camoranesi, abbiamo legittime speranze per un futuro migliore.
Con sentiti ringraziamenti a chi questi acquisti li ha conclusi, e 'simpatici epiteteti' verso chi di questo futuro non ha voluto far parte.

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