giovedì 28 giugno 2007

Il Calderone bollente si rovescia e travolge il Capello

Da oggi è ufficiale, Fabio Capello non è più l'allenatore del Real Madrid. Non è bastata la conquista sudatissima della Liga, dopo 4 anni di vacche magre per far recedere il presidente Calderon dalla sua posizione di ostruzionismo verso Capello.
Il rapporto tra i due è logoro da tempo, così il friulano se ne va da ricco e vincente.

Più volte nel corso della stagione, alla luce dell'andamento incerto in campionato e della pessima campagna europea, è stato ad un passo dall'esonero, rimandato per l'assenza di alternative plausibili e soprattutto da un contratto principesco. Che ora gli verrà comunque corrisposto.
Per sostituirlo è pronto Schuster del Getafe: scelta in linea con la follia madrilena, dove si guarda prima al bel gioco, poi alle vittorie. Politica questa che ha spianato la strada al dominio del Barcellona, prima del recente suicidio che, a sua volta, ha spianato la strada al Real di Capello.

Come al solito, il tecnico ha chiesto e ottenuto fior di campioni e giovani promesse del calcio mondiale. Non solo, ha rotto con Cassano, ha rotto e poi ricucito con un grande Beckham, ha sottoposto Raul al 'trattamento-Del Piero', e ha vinto.
Conquistadores nella Liga, matato in Europa dal Bayern peggiore degli ultimi anni. Ha comunque fatto meglio dei predecessori, nonostante uno spogliatoio come consuetudine bollente e un pubblico sin troppo esigente e umorale, capace di sventolare i celebri fazzoletti bianchi (simbolo di protesta) salvo poi eleggerlo a idolo.
Si sa, l'ambiente madrileno non conosce mezze misure, in un senso come nell'altro.

Intanto, mentre il Real vive un futuro incerto, sempre alla caccia del sogno impossibile Kakà con un tecnico forse troppo inesperto per gestire gli umori delle star dei blancos, Capello se ne starà a casa, pronto ogni mese ad incassare un lauto stipendio e a lanciare frecciatine ai suoi nemici storici.
Che poi, spesso, coincidono con i nostri.

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