sabato 2 agosto 2008

La TIMpesta (quasi) perfetta

Che seccatura 'sto calcio estivo. Andrebbe assunto a piccole dose, onde evitare assuefazione e conseguente depressione o euforia, eppure, in barba alle avvertenze, finisce puntualmente per incarognire l'onnivoro di calcio, che depone secchiello e paletta preferendo costruire castelli in aria, popolati ora da novelli fenomeni, ora da infime entità, spesso facce della stessa medaglia.
Il trofeo TIM, abituale antipasto tra nobildonne, non fa eccezione, e conferma la tendenza alla suggestione. Tutti pazzi per Fausto Rossi, talento certificato dal marchio di qualità Maicon, apparso ad onor del vero un caterpillar dal motore ingolfato causa lavori in corso. Nulla da eccepire sulle potenzialità dello sgusciante 17enne, ma da qui a farne un CR7 in provetta ce ne passa. E che dire dell'albino Ekdal, faccino da fotoromanzo, personalità da veterano e piedi educati, capace di estirpare, a tempo di record, i fantasmi di Xabi e Aquilani dall'orizzonte juventino. Per i due ragazzini si profila un'annata a bagnomaria tra prima squadra e Primavera, consentendo così loro di progredire al riparo da pressioni potenzialmente destabilizzanti. In attesa degli olimpionici De Ceglie, Giovinco e Marchisio, la meglio gioventù bianconera sprizza classe da tutti i pori.
Le buone novelle non si esauriscono però al teen spirit dei baby novizi. Marchionni, ad esempio. Dalla corsia destra del rettangolo verde a quelle d'ospedale e ritorno, dopo un biennio di latitanza. Ne piange la rinascita lo stordito Jankulovski. Durerà? Ai fisioterapisti l'ardua sentenza. Nel frattempo, muscoli di seta permettendo, ha piazzato, in vista del preliminare, un'ipoteca pesante sulla casella di ala sinistra lasciata incustodita dallo squalificato Nedved, tornato iradiddio per una sera di fronte al fischiatissimo ed arrancante Zambrotta.
Ancelotti avrà il suo bel daffare a registrare una retroguardia orfano di Nesta e retto, si fa per dire, dal mummifico Kaladze, giubilato in avvio da Trezeguet, rapace dall'umore ombroso e dal fiuto sempiterno. Se solo il killer instict fosse trasmissibile per osmosi, saremo a cavallo. Invece, il colpo di c...apo by Marchionni è vanificato dalla doppia saetta scagliata alle spalle di Buffon da Seedorf, al solito intollerante allo zebrato, con il beneplacito di un pacchetto arretrato allegro in occasione del bis nonchè ritratto sputato del panorama politico nazionale, ossia solido a destra e traballante sul versante opposto, presidiato dall'imballato Chiellini supportato sull'esterno dal volenteroso Molinaro. Il (fisio)logico rimescolamento delle carte avuto nel secondo minimatch ha rivelato la bontà delle, attuali, seconde linee difensive, guidate da un Legrottaglie capace di dissipare i dubbi sulla sua castità emersi dopo le incertezze nord europee. Il vituperatissimo Knezevic, strappato, dopo una vibrata singolar tenzone, nientepopodimenoche ai cugini granata, ha fatto la sua porca figura al cospetto di Adriano, purificato nel corpo e nella mente dalla cura paulista.
Morale della favola: meglio le presunte riserve dei titolari designati. Trend, questo, confermato in avanti, laddove il più in palla pare Iaquinta, habitué dei tabellini estivi e affatto rassegnato a far tappezzeria a chicchesia. Lo segue a ruota Amauri, collezionista suo malgrado di capocciate, messo ko al TIM da Vieira e irato dalla prudenza di Ranieri, 'colpevole' di averlo rimpiazzato con il poi decisivo Vincenzone. Detto dell''orso' Trezeguet uscito dal letargo, capitan Del Piero è tuttora impegnato a scrollarsi di dosso le scorie vacanziere, che inebetiscono le gambe ma risparmiano i piedi, capaci sempre e comunque di far sobbalzare la platea, pali permettendo. La gemma incastonatasi beffardamente su ambo i pali a Julio Cesar battuto resterà negli annali della competizione.
Nella sezione 'curiosità' rintracceremo senz'altro il riscaldamento di bojinoviana memoria dell'attesissimo Poulsen, figlio di un recente infortunio e padre del piccolo tour de force al quale è stato costretto la piovra arpiona-palloni Sissoko. L'esiguo minutaggio non consente di approfondire il giudizio sul biondino, che comunque aveva già provveduto a metter fiori nei cannoni puntatigli contro dalla critica più oltranzista con un assist al bacio per Iaquinta in quel di Dortmund. Chi urlava al 'bidone' è servito, il dietrofront emozionale è tangibile.
La galleria degli orrori pullula invece di sinistri replay del penalty di Tiago, impietosa fotografia del soggiorno sabaudo del portoghese: indolente, moscio, triste. Coerente sino in fondo. E dire che l'accoglienza, giusto un annetto fa, fu trionfale, salvo passare tempo pochi mesi da un Tozzi (Umberto, la cui hit 'Ti amo' fu riadattata per l'occasione) all'altro (Federigo, autore de 'Tre croci', titolo che sinistramente rievoca le geste dei fratelli di sventura Almiron, Andrade e, per l'appunto, Tiago). Oggi, citando un altro successone del cantautore torinese, coadiuvato dai colleghi Morandi e Ruggeri, "
si può dare di più / perché e' dentro di noi / si può osare di più / senza essere eroi / come fare non so / non lo sai neanche tu / ma di certo si può /dare di più". Peccato solo sia troppo tardi.