mercoledì 27 giugno 2007

Come Pessotto combatto e lotto

Ricordo come fosse ieri che, esattamente un anno fa, non avevo nè voglia, nè forza di sorridere, la tristezza e la preoccupazione erano enormi.
Quella che si preannunciava come un'estate bollente, viene scossa da un evento ben più tragico della retrocessione in Serie B, perchè ha visto coinvolta una persona cara ai tifosi bianconeri: Gianluca Pessotto.
L'ex difensore, neo team manager al posto del neo DS Secco, uno dei simboli del rinnovamento bianconero, precipita da un abbaino, in cima alla sede del club in Corso Galileo Ferraris, finendo sule auto parcheggiate (tra queste, quella di Bettega) nel cortile interno. Ricoverato all'ospedale 'Le Molinette' di Torino, le sue condizioni sembrano subito gravi.
Cannavaro viene avvertito nel bel mezzo della conferenza stampa degli azzurri, si fa scuro in volto e abbandona la sala. Pochi giorni dopo, gli verrà dedicata la vittoria di Berlino.
La vicenda si tinge di giallo. Si parla di una telefonata piuttosto accesa con la moglie Reana, di tentato suicidio, con tanto di telefonino accuratamente appoggiato a terra prima dell'insano gesto e rosario in mano.
Non finisce qui, purtroppo. Il sensazionalismo, la caccia allo scoop sono quanto di più spregievole possa esistere in certe occasioni. Tante illazioni sono venute fuori. Problemi in famiglia, addirittura la preoccupazione per una grave malattia, per qualcuno incurabile, avrebbe portato Pessotto alla depressione e al tentato suicidio, l'ombra del doping che ritorna e si insinua infida, senza rispetto per il dolore di una famiglia.
Quella bianconera, perchè Gianluca era benvoluto da tutti. Non era un fenomeno, ma uno di quei giocatori che ogni tecnico avrebbe voluto alle proprie dipendenze. In grado di fornire un contributo costante, mai una parola fuori posto, cordiale con tutti.
Le parole di cordoglio espresse dalle altre società non erano certo di circostanza, ma reale partecipazione e vicinanza in un momento così difficile per la Juventus e la famiglia Pessotto.
Gli azzurri juventini, con un volo speciale, si sono recati immediatamente al capezzale dell'ex compagno, tornando poi con la Coppa del Mondo.
Oltre a loro amici, conoscenti, tifosi, e un Uomo speciale: Paolo Montero. Tanto aggressivo in campo, quanto straordinariamente sensibile fuori. E' rimasto accanto all'amico costantemente, sino a quando Gianluca non ha potuto abbandonare l'ospedale. Piccolo particolare: il roccioso uruguaiano si trovava nel suo paese natale e non ha esitato a prendere il primo aereo per rimanere per recarsi a Torino.
Probabilmente non si sentiva pronto per il nuovo ruolo, via pantaloncini e maglietta, in giro in giacca e cravatta come uno degli uomini del nuovo corso. Forse si aspettava di ricevere una proposta di rinnovo contrattuale, come calciatore.
Sicuramente, il perchè ha davvero poca importanza.
Ciò che conta realmente è che oggi Gianluca Pessotto sia vivo, possa sedere in tribuna sorridente a godersi la sua Juve.
Come dimenticare la sua uscita dall'ospedale, tra due ali di folla, e lui, sorridente, che esclama: "E' tutta scena", scatenando l'ilarità dei presenti.
I tifosi, in occasione della marcia del 1° luglio, gli hanno mostrato tutto il loro affetto.
Non poteva lasciarci, Gianluca. Per lui, padre premuroso, calciatore esemplare e uomo di fede, non è ancora arrivato il momento di lasciarci. Sicuramente l'amore della gente lo ha aiutato, alla faccia degli squali e dei calunniatori.
In un anno scandito da eventi tragici dal punto di vista sportivo (l'onta della B, con annesse polemiche sulla gestione della vicenda) e soprattutto umano (l'indimenticabile Francesco Romeo, Ale & Ricky), dopo la grande paura, una gioia ancora più grande ha pervaso i cuori bianconeri quando 'Pessottino' è stato dichiarato fuori pericolo.
Pronto a vivere una nuova avventura. Più semplicemente, pronto a vivere, a godersi una seconda, meritatissima, possibilità.
Prendiamo esempio dalla sua solarità, voglia di scherzare e rinnovata gioia di vivere. Parafrando un celebre striscione, 'Come Pessotto combatto e lotto'.
Ricordati, Gianluca, non sarai mai solo, noi tifosi saremo sempre con te.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gianluca uno di noi. Che angoscia quei giorni. Adesso vederlo sorridere è la cosa più bella che ci sia