domenica 24 febbraio 2008

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Tornare a parlare di calcio dopo una lunga astinenza (niente a che vedere con la castità di Legrottaglie) ed imbattersi nell'ennesimo eccidio arbitrale perpetrato ai danni della 'nuova' Vecchia Signora è indice, in primis, di sfiga cosmica.
D'altronde, sinistri presagi hanno fatto da cornice al delitto perfetto fin dal bollettino medico/di guerra, che annovera, oltre all'habitué Zebina, i pesi massimi Buffon, Iaquinta e Trezeguet. Largo dunque a Palladino, ma l'ennesima prestazione da Prozac del campano ne conferma lo status di inutilità fatta calciatore indipendentemente dalla collocazione, e solo la lucida follia dondariniana lo salva dal patibolo, attirandosi gli improperi dei supporters bianconeri.
Il fischietto bolognese raggiunge il climax in chiusura di partita quando traduce un'avventata sforbiciata di Sissoko a spazzar la propria area in un attentato alla vita di Amoruso e conseguente penalty (trasformato proprio dall'ex bianconero), facendo smadonnare persino Legrottaglie. A conclusione della fiera degli orrori, sventola a Zanetti un rosso diretto per la pedata rifilata al bomber amaranto ed anticipa il triplice fischio di quaranta secondi buoni. Alcuni eludono il terzo tempo, ed è meglio così, visto il clima elettrico e la fastidiosa sensazione di averlo preso in quel posto.
I pacati Cobolli e Ranieri, svestiti i panni da diplomatici in carriera, nel post partita si lasciano andare a sacrosante recriminazioni, ma è solo l'antipasto della portata principale, servita in prossimità del pranzo domenicale sotto forma di lettera aperta indirizzata ad AIA e FIGC. Trattasi, in soldoni, di una traduzione in termini leciti del pensiero, più o meno, comune.
Doveroso sviscerare un antefatto. Il signor Paolo Dondarini, finito sotto la lente d'ingrandimento dei giudici in occasione di Farsopoli, è stato condannato dalla Corte d'Appello a 3 anni e 6 mesi, mica bruscolini, salvo essere prosciolto a titolo definitivo dalla Corte Federale. In attesa del responso della giustizia ordinaria, il buon senso consiglierebbe di evitare l'abbinamento con la Juve, onde evitare ripicche e vendette, forse frutto dell'inconscio, forse no.
Alla teoria del disegno criminale teso ad affossare Madama non credo, a quella secondo cui, nel dubbio, si fischia contro, si. Chiamatela pure sudditanza psicologica al contrario, se volete, fatto sta che l'estate 2006 ha polverizzato le vecchie gerarchie e restituito un calcio figlio dei poteri forti.
A farne le spese, come sempre, i tifosi, motori del giocattolo a suon di abbonamenti e finanziamenti vari. A fronte di quattro, ripeto, q-u-a-t-t-r-o rigori negati (due solari, altrettanti più che presunti), le disquisizioni tecniche si sciolgono come neve al sole. Il rinvigorito Nedved vittima di un tentativo di stupro, Sissoko falciato (qui Dondarini vede e concede il vantaggio!) e un paio di mani reggine in piena area vanificano i seppur lodevoli tentativi di analisi del match. Mi concedo un'unica 'trasgressione': onore a Momo Sissoko, un Vieira in provetta risparmiato dalla pubalgia. Abile sullo stretto, abbina senso della posizione a due piedi tentacolari, di testa al suo cospetto non c'è trippa per gatti. Riuscisse a smussare certi spigoli, diventerebbe un must nel ruolo. Un buon inizio sarebbe limitare le rovesciate alla sola area di rigore avversaria, perchè di simil Dondarini ne è piena l'Italietta.
Non può piovere per sempre, ma la stagione è lunga, il cielo plumbeo, le nuvole minacciose. Preparate impermeabili ed ombrelli.