lunedì 18 giugno 2007

Progetto Giovani

Marco Andreolli, classe 1986, difensore degli Onesti, viene da anni indicato come uno dei migliori prospetti italiani nel ruolo. Un paio d'anni fa, erano lui e Masiello a contendersi lo scettro di centrale difensivo più promettente dell'intero panorama calcistico dello stivale.
Oggi, mentre l'ex (ormai) leader della Primavera bianconera è riserva nel Genoa neopromosso in A, il nerazzurro è sul banco degli imputati, assieme al tecnico Casiraghi, a causa di alcune disattenzioni che sono costate care all'Under 21, ultima in ordine di tempo la dormita sul gol, poi rivelosi comunque ininfluente, della Repubblica Ceca.

In campionato, il campioncino o presunto tale ha disputato solo 4 partite. Va detto che non è affatto facile per un 20enne emergere nell'Inter avendo davanti gente come Materazzi, Cordoba, Samuel e Burdisso, nonostante goda della stima di Mancini.
Ormai è da un anno abbondante che viene ventilata l'ipotesi di un prestito per lui. Questo pare essere l'anno buono, con diverse squadre in fila per assicurarsi le sue prestazioni.

Andreolli è la dimostrazione vivente della veridicità di due tesi: la prima, che ai giovani non può bastare allenarsi con i campioni, devono anche giocare; la seconda, che spesso le valutazioni derivanti dal campionato Primavera sono fuorvianti.

Prendiamo la nostra Primavera 2004/2005: la stella indiscussa era Chiumiento, fantasista dai piedi più che buoni con licenza di imbeccare il duo Palladino - Benjamin, con Masiello leader difensivo, affiancato da Criscito, e Luci punto fermo in mediana.
L'italo-svizzero, che addirittura rifiutò la convocazione agli Europei del 2004, attualmente vivacchia in Svizzera, dopo una deludente stagione al San Gallo passerà al Lucerna. Il mediano gioca in B, come del resto il già citato Masiello. Palladino è 'tra color che son sospesi', nel senso che deve ancora decidere se diventare un Del Piero (campione) oppure un Locatelli (eterno incompiuto); pesanti indizi, vedi dribbling fine a se stessi, poca grinta e concretezza, fanno propendere per la seconda ipotesi. Benjamin, dopo aver giocato poco a Salerno, ha girato per l'Europa, prima Belgio poi Grecia, dove milita attualmente, con risultati poco entusasmanti.
In quella squadra c'era un futuro campione. Il suo nome è Domenico Criscito, parzialmente oscurato dal talento e dalla personalità di Masiello, salvo costringere, due anni dopo, quest'ultimo alla panchina nel Genoa. Rimasto ancora un anno nella Primavera, è poi passato al Genoa comproprietario (fino a gennaio) del cartellino. Riscattato per una cifra importante, è destinato a rivestire un ruolo di primo piano sin dalla prossima stagione.
Come lui, Claudio Marchisio, cresciuto con costanza ed impegno negli anni, basti pensare che ha maturato la sua prima esperienza in azzurro 'solo' con l'Under 20. Già quest'anno ha mostrato qualità non indifferenti, personalità, piedi buoni, visione di gioco, tempistica negli inserimenti offensivi e miglioramenti in fase di contenimento. Per diverso, troppo, tempo gli è stato preferito Paro. D'accordo, i due hanno caratteristiche diverse, ma l'astigiano non è nè carne, nè pesce, mentre Claudio è di tutt'altra pasta. Si era parlato di un ipotetico prestito per il torinese, ipotesi decaduta, si spera, definitivamente.
L'anno prossimo potrebbe trovarsi come compagno di squadra una delle stelle dell'ultimo campionato di B, quell'Antonio Nocerino vero trascinatore del Piacenza di Iachini. E' in comproprietà, verrà fatto di tutto per riscattarlo. Con l'Under 21, per esigenze tattiche, ricopre una posizione pià difensiva, come accadeva già ad Avellino, quando, a 18 anni, è stato protagonista di una grande annata in Irpinia, nonostante la retrocessione. In biancorosso si è distinto come centrocampista universale, grintoso e bravissimo nelle proiezioni offensive. Potrebbe comunque essere girato in prestito o inserito in qualche operazione a più ampio respiro, se come pare dovessero arrivare due centrali (Almiron e Tiago?), i quali andrebbero ad aggiungersi ai confermato Marchisio e Zanetti.
Palladino dovrebbe restare, per quanto le richieste fiocchino.
Destinato alla partenza è Giovinco, si parla di prestito con diritto di riscatto, direzione Empoli. Non facciamo bischerate... E' più pronto Sebastian di altri di cui si parla molto ma che ultimamente poco stanno facendo per meritarsi elogi. Qualsiasi riferimento a Palladino è fortemente voluto.
I giovani bravi non mancano, ma il talento non basta, la storia lo insegna.
Bisogna valutare attentamente le possibili destinazione, i pro e i contro, ed agire di conseguenza. Se fino all'anno scorso molti ragazzi potevano servire per incassare denaro dalle cessioni in comproprietà, ora le cose sono cambiate. Alcuni sono destinati a carriere molto importanti, vanno gestiti con oculatezza.
Evitiamo di fare come gli Onesti, che rischiano di aver rovinato Andreolli. I vari De Ceglie, Bianco, Venitucci e compagnia bella, meritano spazio, che non possono avere in bianconero, vanno prestati laddovè possano avere spazio, solo accumulando minuti possono crescere.
Gli altri, restino per dimostrare il proprio valore, nonchè la bontà della rivalutazione del vivaio come risorsa imprescindibile per il futuro operata dalla Triade, progetto da perseguire a tutti i costi anche dal nuovo corso societario.

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