sabato 4 agosto 2007

Welcome to the jungle

Siamo un popolo di direttori sportivi e allenatori.
Facile e divertente parlare di nuovi innesti e di tattiche quando in mano non si hanno nemmeno i soldi del monopoli.
Altra storia se ti ritrovi, a 36 anni, a gestire un'annunciata diaspora di talenti senza precedenti, frutto di un pro-cesso senza precedenti, basato su blablabla, prove concrete 0.
Questa però è un'altra storia, che si incastra comunque con la vicenda di Alessio Secco,
passato dal tranquillo ruolo di team manager al doversi districare in quella giungla che è il mondo del calciomercato.
Figlio d'arte, cresciuto a pane e Juve, faccia pulita da bravo ragazzo, quanto di più lontano da occhiaie e ghigni beffardi dei precedenti dirigenti, è stato investito del non facile compito di sostituire Luciano Moggi.
Personaggio discusso e discutibile per l'uso smodato del cellulare, certo, ma dalla sicura competenza calcistica.
Senza peli sulla lingua, è stato un po' come passare da Platini a Magrin.
L'estate scorsa il buon Secco doveva essere affiancato da una vecchia volpe come Capello, allenatore-manager alla Ferguson, prima che il friulano volasse a Madrid assieme a Cannavaro ed Emerson.
Thuram (chi?) e Zambrotta sono finiti al Barcellona.
Vieira ha scelto Milan sponda nerazzurra.
Come lui, Zlatan Ibrahimovic. Genio (il primo anno) e sregolatezza (il secondo), la sua cessione agli Onesti ha causato un fortissimo malumore tra i tifosi, sia per la destinazione, che per il prezzo, 24 milioni.
A costo di rimetterci qualcosa, era auspicabile spedirlo all'estero. La sua volontà, e del procuratore Raiola, era però chiara: Inter, e non è facile far fronte a personaggi del genere, a maggior ragione per una società inesperta. Con Moggi, probabilmente, la storia sarebbe stata diversa.
In un'intervista di qualche tempo fa, Secco ha fatto mea culpa, ammettendo un unico errore commesso fino ad ora, la cessione di Mutu alla Fiorentina.
I viola lo hanno pagato 8 milioni, più il prestito con diritto di riscatto della metà del cartellino di Bojinov. Il rumeno è definitivamente tornato ai livelli di Parma, mentre l'entusiasmo del bulgaro è diventato malinconia visto l'ostracismo di Deschamps. L'ex Chelsea, rispolverato e tirato a lucido dalla Juventus dopo la pessima esperienza londinese, si era detto disposto a rimanere. Stesso dicasi per Cannavaro. Mutu non viene considerato però un traditore, la scelta è stata della società. Il motivo principale è di bilancio. Tra le varie minusvalenza, per la punta è stata registrata invece una plusvalenza di 6.8 milioni.
Ossigeno per le nostre casse. Dal punto di vista tecnico, tenerlo assieme a Camoranesi, Nedved, Del Piero e Trezeguet voleva dire tenerne uno in panchina ogni sabato, con conseguenti malumori e mancata valorizzazione di Palladino. Se poi Bojinov fosse stato realmente valorizzato anzichè fatto marcire in panchina (i motivi restano ad oggi non del tutto chiariti), in molti non si mangerebbero le mani per il rumeno.
Con Marchionni e Zanetti eredità della Triade, l'unico colpo in entrata è stato Jean Alain Boumsong.
Apparentemente, basterebbe questo per invitare Secco a fare i bagagli.
In realtà l'operazione è stata caldeggiata da Deschamps, dopo aver constatato l'impossibilità di arrivare a Givet. Sarà un caso, ma poco tempo prima che l'operazione andasse in porto, l'ex difensore del Newcastle aveva cambiato procuratore, passando a Werth, manager dello stesso tecnico francese, probabile causa di alcune frizioni con la dirigenza.
Un mercato va costruito nel tempo, quello dell'estate scorsa è stato giocoforza improvvisato, ed è comprensibilissimo che l'unica richiesta del tecnico sia stata soddisfatta.
A proposito di Deschamps, sembra che il principale motivo del suo allontanamento siano state le frizioni con il giovane DS, anche a causa dell'invadenza del suddetto Werth.
La prima scelta per rimpiazzarlo era ovviamente Marcello Lippi, che ha declinato la proposta.
E' arrivato Ranieri, reduce dalla splendida salvezza ottenuta a Parma.
Ora viene il bello. Finalmente un mercato meditato e costruito nel tempo.
Mentre la squadra ancora si sbatteva nel pantano della B, venivano tesserati Grygera e Salihamidzic a parametro 0, e Criscito a caro prezzo, 7.5 milioni comprensivi delle comproprietà di Masiello e Konko.
Prima di tutto, con la serie cadetta alle spalle, c'è da affrontare la spinosa questione dei rinnovi contrattuali.
Dopo un'estenuante tira e molla, Buffon ha rinnovato sino al 2012.
A tre settimane scarse dalla buffonata contro lo Spezia, allunga pure Trezeguet.
In pochi giorni, tocca a Nedved e Camoranesi, mentre Del Piero è ancora in attesa.
Persa giocatori importantissimi in ruoli chiave, c'è da ricostruire la spina dorsale della squadra.
I dirigenti hanno parlato di 3 campioni, uno per ruolo. Siamo ancora in attesa.
Il primo arrivo è stato Iaquinta dall'Udinese per 11.3 milioni. Un po' troppi per una terza punta lungi dall'essere paragonabile al predecessore Ibrahimovic.
Il centrocampo è stato sistemato con l'innesto di Almiron e Tiago, che assicurano qualità in quantità industriale, dando adito a qualche perplessità sulla fase di contenimento come si evince dalle prime uscite. Economicamente, eccessivo il costo del primo, giusto quello del secondo.
Dopo la lunga corte a Milito, di fronte allo 'Zamparini spagnolo' Iglesias, Secco fa marcia indietro, ma torna dalla Spagna con Andrade, ottimo difensore prima dell'infortunio di un paio d'anni fa, oggi buon interprete del ruolo.
La fantomatica linea verde si è presto sciolta come neve al sole: via Marchisio e Giovinco, in prestito per carità, rimane in rosa Palladino, che gode di un certo credito agli occhi degli addetti ai lavori, abbagliati da eleganza e tecnica, alla faccia della concretezza questa sconosciuta.
Risultati dell'operato della rete di osservatori non se ne vedono, al momento.
Manca qualcosa, prima di comprare l'impressione diffusa è che si pensi a vendere, ma se si parla di soldi l'interlocutore deve essere Blanc, al quale chiedere ragguagli circa l'apparente ridimensionamento del budget a disposizione.
Lo sfoltimento della rosa procede a rilento.
Sbrigate bene le comproprietà, con i riscatti di Molinaro che va a sostituire il neoviola Balzaretti, con tanto di plusvalenza messa a bilancio, e del talentuosissimo Nocerino, mentre è stato incamerato denaro liquido dal mancato riscatto di elementi in surplus come Boudianski e Sculli, oppure Gastaldello, ripreso sì ma immediatamente 'mollato' alla Samp (assieme a Mirante).
Miccoli è stato sbolognato a Palermo dopo il prestito biennale al Benfica, contratti pesanti come quelli di Tacchianardi e Kovac sono stati rescissi. Via anche Paro, varie operazioni minori hanno permesso di far cassa con oltre 20 milioni.
Sono in lista d'attesa i vari Boumsong, Legrottaglie, Blasi, Olivera e Zalayeta, con il primo che non ne vuole sapere di levare le tende. Per gli altri, problemi d'ingaggio o semplicemente assenza di richieste nel caso dell'ex Samp.
Anche in questo si vedrà l'abilità di Alessio Secco.
Il giudizio su di lui non può e non deve essere definitivo, al momento mi sento di promuoverlo con riserva, e una buona dose di buonismo.
Se nulla si muoverà da qui al 31 agosto, sarà il bilancio complessivo a cambiare.
Resta però un aspetto su cui riflettere: sino a fine giugno, il DS è stato affiancato da Bettega in veste di collaboratore di mercato, prima di non essere confermato, probabilmente a causa di un passato che il nuovo corso vorrebbe dimenticare.
Finchè c'era Bobby Gol, le cose sembravano andare per il meglio. Come dichiarato da Caliendo, ex manager di Trezeguet, è stato proprio Roberto, fungendo da intermediario, a facilitare il rinnovo del franco-argentino. Una sorta di ultimo regalo per la sua amata Vecchia Signora.
Da allora, un solo acquisto, Andrade, voci, polemiche implementate dalle prime sconfitte estive.
Casualità, inevitabile realtà perchè i soldi sono finiti (in barba alle promesse), oppure reale difficoltà nell'operare sul mercato, in entrata come in uscita?

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