domenica 19 agosto 2007

Fluorescent adolescent

La Primavera di Chiarenza è stata sconfitta dal Manchester per 1-0 nella finale della Champions Youth Cup, disputata in Malesia.
Trattasi di una sorta di Mondiale per Club Under 19, che vedeva ai nastri di partenza alcune delle squadre più prestigiose dell'universo calcistico.
L'inizio per i nostri ragazzi non è stato dei più facili. Punteggio ad occhiali all'esordio contro il Qatar, anche a causa dell'espulsione di Leta, vittoria di misura contro il PSG ed infine il punto decisivo conquistato nel match con il Barcellona. Girone di qualificazione superato grazie al pareggio tra asiatici e francesi, una vittoria dei primi ci avrebbe estromesso dalla competizione.
E' dai quarti in poi che viene fuori la vera forza del gruppo. Convincente vittoria all'inglese contro l'Inter, con il somalo Daud sugli scudi, autore di una magia. Pasquato chiude i conti nella ripresa.
Avanti il prossimo, tocca al Milan, sconfitto tra le polemiche per 2-1 grazie ai due maggiori talenti del gruppo, l'esterno Esposito e il già citato Pasquato.
Sogno spezzato in finale, come da tristemente consolidata tradizione bianconera. Prima squadra o Primavera non fa differenza, la maledizione delle finali colpisce ancora.
La sconfitta all'ultimo atto non deve cancellare quanto di buono messo in mostra dai Chiarenza boys.
Gruppo stravolto per questioni anagrafiche, ma consolidato da anni di militanza comune nelle squadre giovanili. Pochi, ma mirati, gli innesti.
La difesa, tallone d'Achille del precedente gruppo, è solida sin dalle fondamenta, con Merlano sugli scudi. Davanti a lui, sulla destra, l'ivoriano Bamba (classe '90) mostra notevoli mezzi fisici abbinati ad una buona tecnica, come l'altro coloured Bassoulè sull'altra fascia. Il nuovo acquisto Ariaudo, centrale difensivo, da sicurezza al reparto, ricordando addirittura Criscito nelle movenze eleganti.
Gli elementi di spicco sono i Esposito, Pasquato e Daud, trio-spettacolo.
L'esterno napoletano regala numeri di classe, sfruttando un'ottima tecnica di base. Bravo nell'uno contro uno, deve irrobustirsi e mettersi più al servizio della squadra, ma il tempo è dalla sua.
A sinistra, il rapido Daud, somalo trapiantato ancora bambino a Torino, mostra una notevole abilità nel dribbling, e un'importante castagna da fuori. Chiedere a Tornaghi, Inter, per maggiori delucidazioni. Per farsi un'idea, pensate al portoghese Nani del Manchester.
Pasquato ha ereditato da Giovinco la maglia numero 10. Rispetto a Sebastian è meno scattante e fantasioso, ma è più robusto e ha un maggior feeling con la porta avversaria. Non ha agito da seconda punta, arretrando spesso per cercare palloni giocabili.
Il rischio che corrono questi tre promettentissimi ragazzi, pur non trovando ancora riscontro nei libri di medicina, è conosciuto come 'Sindrome di Guzman'. Colpisce giovani baciati dal talento, inversamente, però, proporzionale alla concretezza. Tra le vittime, ovviamente lo stesso Guzman, in aggiunta Chiumiento e Palladino, tutti e tre eredi molto presunti di Del Piero.
Non bisogna caricarli di eccessive pressioni, nemmeno gasarli con paragoni presuntuosi, piuttosto va tenuto a mente il loro anno di nascita: Daud ed Esposito sono del 1990, mentre Pasquato è un classe 1989.
Gruppo giovane, dunque, alcuni avranno due/tre anni di tempo per lasciare il proprio nome nella storia del settore giovanile bianconero.
Chi il proprio nome l'ha già posto in calce invece è Vincenzo Chiarenza, che a fine stagione meriterebbe una chance tra i prof, dopo aver plasmato fior di talenti.
Sono loro il vero tesoro della Juve, unitamente ai vari Criscito, Nocerino, Marchisio, Giovinco, e l'elenco non finisce qui.
Bisogna crederci, e le contingenze ne facilitano l'inserimento in prima squadra, magari dopo un anno in provincia, tipico della mentalità italiana.
Intanto segnatevi i loro nomi, così tra qualche anno potrete dire anche voi "Io l'avevo detto".

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