lunedì 6 agosto 2007

Thirteen

13, i milioni a disposizione sul mercato, stanziati, così sembra, per arrivare a Meira.
Così come la cifra investita per il cartellino di Tiago Mendes, e che potrebbe fruttare dalla cessione di Chiellini.
Attorno a questo numero, oggetto di curiose superstizioni, ruotano le operazioni bianconere.
Al momento, sono stati investiti 49 milioni di euro, a fronte di entrate pari a 10 circa, così si dice. Considerando il budget a disposizione di Secco, che in base alle parole di Blanc è quantificabile in 52 milioni circa, ne restano, ancora 13.
La necessità più impellente è un difensore centrale da affiancare al portoghese Andrade.
Le attenzioni si concentrano su Fernando Meira, coetaneo e connazionale dell'ex centrale del Deportivo, fresco campione di Germania con lo Stoccarda.
I rapporti con il club tedesco sembrano migliorati dopo la tensione iniziale, con la ventilata denuncia ai danni di Secco per aver contattato direttamente lo stesso portoghese il bomber Gomez. Metodi moggiani, insomma, che non incontrano consensi nel paese della Merkel.
La richiesta di 15 milioni si scontra con l'offerta di 10. Possibile trovare l'accordo più o meno a metà strada. 13 milioni, e Meira vestirà con tutta probabilità bianconero.
Non c'è comunque fretta, la trattativa è avviata e non pare esserci concorrenza sul giocatore, quindi la Juve vuole valutare bene tutti i possibili orizzonti di mercato.
Le spine non spuntano solo in difesa, ma anche in mediana, dove, per un Almiron sempre più leader silenzioso del centrocampo, c'è un Tiago che soffre la convivenza con l'argentino dalla doppia personalità, timido fuori e deciso dentro il rettangolo verde.
Il portoghese è stato finora l'investimento più oneroso, presumibile che Ranieri insista su di lui per farlo abituare al ruolo di centrocampista di contenimento, consapevole della presenza degli scalpitanti Nocerino e Zanetti più avvezzi a mordere le caviglie avversarie.
Non si esclude un intervento sul mercato anche per puntellare il centrocampo, per quanto le trattive per Emerson e Makelele siano ormai tramontate.
Viste le difficoltà nel far cassa con Boumsong e Legrottaglie, potrebbe toccare a Giorgio Chiellini lasciare Torino.
Eriksson lo vuole fortissimamente al City, e l'operazione è facilitata dalla recente querelle tra procuratore e giocatore da una parte, allenatore e società dall'altra per questioni di natura tecnica e contrattuale (soprattutto).
Lo stesso Ranieri ha inquadrato benissimo la vicenda, liquidandola con un romanesco "Devono farci ridere".
Con i 10 milioni offerti, al massimo si può strappare un sorriso. A 13, realisticamente, scatta la risata, a 15, la richiesta ufficiale della società, ci si scompiscia.
A complicare l'affare, la posizione del presidente Shinawatra, in bilico. Sulla sua testa, pende l'accusa di corruzione e addirittura abuso dei diritti umani. Dovesse essere condannato, addio investimenti milionari.
Era troppo bello per essere vero, qualcuno disposto a sborsare un'ingente somma di denaro per Chiellini e Blasi.
In attesa che si diradino le nubi attorno al futuro di Chiellini, manca il colpo da 90 per cementare la difesa.
Con lui, e con l'integrazione di Tiago nello scacchiere di Ranieri, potremo dire di aver fatto '13'.

Nessun commento: