venerdì 24 agosto 2007

Get the party started

Con l'anticipo pomeridiano Lazio - Torino, riparte la Serie A.
Quella vera, senza intercessioni di tribunali, club penalizzati o peggio ancora retrocessi.
Il livello medio della competizione si è decisamente innalzato, non solo per il ritorno della Vecchia Signora, ma anche di Genoa e Napoli. Per quanto inusuale possa sembrare, nessuna delle neopromosse rischia un rapido ritorno in cadetteria.
Volendo dividere il campionato in fasce, tra le teste di serie vanno inserite le due milanesi, la Juventus e la Roma, ovvero hype mediatico e potere economico. Alle avversarie restano le briciole, tranne alcune isole felici come Firenze e Palermo capaci di ingesti investimenti.
L'Inter, campione (...) in carica, parte in pole position, nonostante le perdite di Materazzi per infortunio e Guido Rossi per conflitto d'interessi (è presidente Telecom, ma guarda te la vita...).
Chivu è l'uomo giusto per dirigere il reparto arretrato, mentre Suazo costituisce per Mancini un'importantissima arma tattica da sfruttare soprattutto in trasferta, viste le doti da contropiedista-centometrista dell'honduregno. L'organico è in grado di reggere l'impatto con il doppio impegno, A e Champions, ma, si sa, in Via Durini la sanno lunga, e come l'anno scorso usciranno anzitempo dall'Europa per dedicarsi al campionato. Sono furbi, loro.
I cugini rossoneri, falliti gli assalti ai gioielli blaugrana, hanno ingrandito la colonia brasiliano con il giovanissimo Pato, già arruolato per gennaio. Per il resto, gruppo collaudatissimo, con Ronaldo a disposizione da settembre inoltrato, Costacurta in pensione e il malinconico Olivera rispedito in Spagna. L'età media da ospizio e la mentalità europea del club potrebbe lasciare spiragli insperati a Juve e Roma.
Gli Spalletti boys hanno, pare, eliminato il tallone d'Achille, complice della disfatta di Manchester, ovvero l'assenza di seconde linee all'altezza. Gli arrivi di Cicinho, Andreolli, Giuly ed Esposito regalano alternative preziosissime per il tecnico toscano, finalmente in grado di ricorrere al turnover senza scomodare i ragazzi della Primavera.
La Juve, da neopromossa atipica, si colloca ai livelli dei giallorossi, appena dietro il Milan, staccata dagli Onesti. Sta a Ranieri trovare il perfetto mix tra vecchi e nuovi, campioni e giovani, per entusiasmare i tifosi. Andrade, buon innesto, forma una coppia ben assortita con Criscito, già uno dei primissimi centrali italiani. Lo stesso non si può dire per Almiron e Tiago, difficilmente compatibili nel 4-4-2 classico, con Nocerino e Zanetti pronti a sfruttare la situazione, mentre Iaquinta sarà la terza punta ideale quando inizierà, se non altro, a tirare in porta. Un difensore regalerebbe tranquillità e spessore, ma la società fa orecchie da mercante.
In seconda fascia troviamo Lazio, Fiorentina e Palermo, potenze emergenti, o riemergenti, in costante crescita, tanto da aspirare a conquistare un posto al sole a medio termine.
Il club di Lotito, sempre osteggiato dalla curva, conta su un gruppo affiatato, impreziosito da giovani come Kolarov e Meghni e ben diretto da Delio Rossi, in attesa di sciogliere il nodo Carrizo.
Corvino ha regalato a Prandelli, che ha deciso di adottare uno spregiudicato 4-2-3-1, Semioli coronando un lungo inserimento. La crescita dei giovani farà il resto, ma l'assenza di Toni si farà sentire. Non potevano mancare le classiche 'corvinate', occhio dunque a Mazuch, Hable e Lupoli, oltre al confermato Kuzmanovic.
In Sicilia, grande attesa per il Palermo, affidato a Colantuono (durerà?), che conta moltissimo sul rientrante Amauri, sulla voglia di riscatto di Miccoli e l'esuberanza di Jankovic e Cavani. Confermati altri pezzi pregiati come Barzagli e Bresciano, si annunciano fuoco e fiamme, spettacolo garantito.
Più dietro, un folto gruppo formato da Genoa, Napoli, Empoli, Sampdoria e Udinese, tutti club che ambiscono ad approfittare di qualche debacle per conquistare un posto in Uefa.
A Genova, si ripropone il derby della Lanterna.
Da una parte, la Samp delle scommesse, come Cassano e Montella in cerca di rilancio, e della certezza Mazzarri, eroe di Reggio; dall'altra, il Genoa a trazione anteriore di Gasperini, che riabbraccia Paro ma già rimpiange Criscito, con un Papa Waigo in più nel motore.
Il Napoli, dopo aver clamorosamente toppato lo scorso anno il mercato, punta sui talentuosi Gargano, Hamsik e Lavezzi, ennesimo erede di Maradona, con il compito di infiammare il San Paolo. Loro, assieme allo zoccolo duro protagonista della doppia risalita, sarà artefice del destino di Reja.
L'Empoli non si smentisce, e nonostante lo strabiliante campionato 2006/2007, mantiene il caratteristico low profile puntando sui giovani di casa Juve Marchisio e Giovinco, guadagnandosi così l'attenzione del popolo bianconero.
Anche ad Udine si punta sulla linea verde. Marino, profeta di un calcio offensivo di stampo zemaniano, può contare su uno dei migliori attacchi della A, il tridente Di Natale - Floro Flores - Quagliarella, con Asamoah alternativa di lusso, promette scintille. Palla a terra, scambi veloci e tanto divertimento, questa la ricetta che potrebbe proiettare i friulani in Europa.
A distanza pericolosa dalla zona calda si pongono Livorno, Parma e Torino, meglio attrezzati rispetto ai club più in bilico.
Senza il capopopolo e bomber Lucarelli, Spinelli punta su Tavano e Tristan, entrambi in cerca di rilancio. I due Filippini e Giannichedda garantiscono grinta ed esperienza, mentre i vari Diamanti, Pulzetti e Volpe possono stuzzicano molti fantallenatori italiani. Amelia, per ora, è a disposizione del confermato Orsi, ed è una garanzia.
Il Parma, persi Rossi e Ranieri, artefici della miracolosa salvezza, si affida al bravo Di Carlo e a giovani emergenti come Cigarini, Dessena e Reginaldo, preso dalla Fiorentina. Gasbarroni può essere l'ago della bilancia, se si ricorda di avere numeri molto importanti.
Urbano ha reclutato una sfilza di parametri 0, su tutti Corini, Grella e Ventola, mentre in panca siede il sanguigno Novellino. Manca il bomber da 20 gol, ma c'è ancora il fantasioso Rosinaldo. Niente 'Cemps Lig', ma i brividi dell'ultima annata sembrano scongiurati.
La lotta per la salvezza riguarda soprattutto Atalanta, Cagliari, Catania, Reggina e Siena.
I bergamaschi sembrano indeboliti, difficilmente Doni riuscirà a ripetere il recente exploit. Del Neri vuole dimenticare le ultime, infelici esperienze, il suo gioco sulla fasce potrebbe esaltare Ferreira Pinto.
Il bravo Giampaolo è chiamato ad una doppia impresa: salvare il Cagliari privo dei 'tre tenori' Esposito, Langella e Suazo (soprattutto quest'ultimo), affidandosi a giovani come Acquafresca, Larrivey e Matri, e sopportarsi con Cellino. Foggia è l'ancora di salvezza, ma potrebbe non bastare.
Cambiando isola, il Catania vuole dimenticare il terrificante girone di ritorno 2006/2007, aggrappandosi disperatamente ai gol di Spinesi. Baldini non è tipo da spaventarsi di fronte a missioni difficilissime, e questa, non c'è che dire, lo è. Fondamentale la conferma di Caserta, il portiere Bizzarri è solo l'incognita principale di un gruppo modesto.
Poco distante, la Reggina, dopo il miracolo targato Mazzarri, punta su un altro emergente, Ficcadenti. Tornato Cozza, profeta solo in patria, l'arma principale può essere l'entusiasmo di un manipolo di giovani provenienti da estero e serie inferiori. Almeno una certezza c'è, persi Bianchi e Mesto, ed è rappresentata dai gol di Nick Amoruso, a meno di cessioni dell'ultimo momento.
Dulcis in fundo, il Siena. Il colpo migliore è stato Gerolin, ex capo degli osservatori ad Udine e ottimo talent scout. L'organico è poca roba, il tecnico (Mandorlini) lascia qualche perplessità. Bucchi cerca il rilancio dopo la deludente esperienza di Napoli, i vari Bertotto, Vergassola e Chiesa garantiscono esperienza e carisma, ma le prospettive non sono rosee.
Come sempre, tranne l'anno scorso, al campo le ardue sentenze.
Occhi puntati sulla classe arbitrale, e su Collina, per i maligni il vero colpo del Milan.
Le polemiche possono aspettare, da domani, tutti in poltrona (chi può, allo stadio), lo spettacolo inizia.

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