martedì 21 agosto 2007

Parole parole

Italia - Francia, amichevole tra le due rappresentative Under 21, è lo specchio delle discutibilissime scelte di mercato di Secco e compagnia.
Giovinco salta gli avversari come birilli, Marchisio pressa, recupera palloni e fa ripartire l'azione. Uscito, nell'intervallo, il primo, si è spenta la luce.
Ragazzi giovani ma già maturi, vittime della miopia dei dirigenti italiani.
Proprio ieri Rossi ha espresso rammarico per essere finito in Spagna.
Voleva l'Italia, l'Italia non l'ha voluto.
Questione di soldi, ma non solo. Manca il coraggio di investire sui giovani, si preferisce l'usato sicuro, il prestito gratuito, per ritrovarsi daccapo l'anno successivo.
Alla faccia della linea verde, due dei migliori talenti bianconeri quest'anno vestiranno solo la maglia azzurra, Empoli o Under 21 che sia.
Gli addetti ai lavori profetizzano per entrambi una luminosa carriera, con Sebastian che smuove paragoni pesanti, da Messi a Zola.
Parole, solo parole.
Nei fatti, c'è solo la paura. Che non hanno avuto il Barcellona con i vari Valdes, Puyol, Oleguer, Motta, Xavi, Iniesta, Dos Santos e Messi, o il Manchester che negli anni '90 ha costruito le proprie fortune sui giovani del vivaio.
Abbiamo speso 13 milioni di euro per Tiago.
Ottimo giocatore, innesto importante nel rapporto qualità/prezzo. Peccato che sia costretto a portare la croce, mentre lui sia abituato a cantare, rendendo giocabili i palloni sporchi (da qui il soprannome 'lavatrice') e soprattutto inserendosi senza palla per far valere il tiro da fuori.
Marchisio è gratis, cresciuto a pane e Juve, protagonista della risalita in A, coccolato da tutti.
Torniamo sempre lì. Parole, e basta. Via, biglietto per Empoli.
Investire quella cifre per un big in difesa o quant'altro, affidandoci in mezzo al campo a due giovani del vivaio, affiancati da Almiron e Zanetti, evidentemente, era ipotesi poco gradita a dirigenza e allenatore.
Quantomeno, auguriamoci di vederli spesso in campo ad Empoli.
Se per Marchisio non dovrebbe sussistere problemi, per Giovinco il discorso si fa più complicato.
Questioni di concorrenza (Antonini? In Italia anche lui può costituire un 'problema') e di caratteristiche. Un piccoletto come Sebastian può servire come apriscatole da gettare nella mischia quando il ritmo si abbassa e subentra la stanchezza. Peccato che la 'formica atomica' sia molto più che un'arma tattica.
Conto sull'intelligenza calcistica di Cagni.
Avevo riposto fiducia pure su Ranieri e Secco, sbagliando, almeno in questo caso.
C'è chi, tra i tifosi, reclama un innesto di fantasia, come 'moviola' Riquelme oppure i sogni impossibili Diego e Van der Vaart.
Bastava tenere Giovinco, ma è italiano, leggerino ed inesperto.
Gourcuff, titolare giovanissimo ai tempi del Rennes, ad oggi oggetto misterioso al Milan, fosse italiano sarebbe stato spedito a calci in provincia. Tra lui e il buon Claudio, un abisso di personalità, inutile specificare a favore di chi.
Poi in Italia, forti di una faccia di bronzo ineguagliabile, gli stessi dirigenti si lamentano della fuga dei giovani all'estero.
Se lo scenario è questo, fanno bene a scappare.

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