venerdì 3 agosto 2007

Minestra riscaldata?

Uno dei quesiti che accompagnerà i tifosi bianconeri sino al 31 agosto è "Dove sono i 3 campioni promessi?".
Il concetto di 'campione' è alquanto opinabile, essendo stato accostato persino a Moschino e Alfieri.
Si fa comunque fatica ad associare un termine così impegnativo ad Andrade e Tiago, elementi di ben altra levatura rispetto ai predecessori, ma pur sempre di minor cablaggio rispetto a Cannavaro ed Emerson.
Proprio i due illustri fuggiaschi destinazione Bernabeu potrebbero essere le ultime due cartucce che Secco è pronto a sparare.
Su di loro, il tifo si spacca: da una parte chi non perdona loro l'aver abbandonato la barca nel momento del bisogno, dall'altra i più pragmatici e preoccupati per le sorti della squadra che ritengono importante l'apporto dei due ultratrentenni.
Ci sono varie prospettive per giudicare l'atteggiamento del brasiliano e dell'italiano.
In un'ottica aziendalistica che lascia poco spazio ai sentimenti, di fronte ad una proposta più congrua al loro valore, i due, armi e bagagli, sono partiti alla volta di Madrid. Legittimo, nessun rancore, grazie di tutto.
Volendola vedere in una maniera più vicina al tifoso comune, mettendo persino un po' da parte i benefit tecnici, una volta scelta una strada, non si torna indietro. Hanno abbandonato la barca che stava affondando, addio.
Soprattutto Cannavaro ha prima espresso il desiderio di restare quando la B era solo una minaccia, salvo prendere il primo aereo per Madrid non appena divenuto realtà il sogno di tutti gli anti-juventini d'Italia.
Senza quelle parole, il solo sentir pronunciarne il cognome provocherebbe meno travasi di bile.
Al momento, comunque, sono solo ipotesi, che potrebbero rafforzarsi se la difesa continuasse a ballare e la coppia Almiron - Tiago mostrasse ancora lacune in fase difensiva. Per la cronaca, ci sarebbe Nocerino, rimasto uno dei pochi della prima elogiata poi nei fatti bistrattata 'linea verde'.
La stagione dei due ex non è stata comunque delle migliori.
Il rapporto tra il brasiliano e il pubblico del Bernabeu non è stato mai facile. Tifosi dal palato fine, abituati a gente che gioca di fioretto, ai calciatori cool e fashion, ricchi e viziati, hanno mal digerito il razzolatore brasiliano. Poco importa se è utile nell'economia di squadra, come direbbe Florentino Perez, sono altri i giocatori che fanno vendere magliette.
A Cannavaro le cose sono andate un po' meglio. Dopo un difficile inizio, dovuto sia ai ritmi di un campionato da sempre cimitero di difensori e paradiso delle punte (chiedere a Ricardo Oliveira) che alla sborni post-Mondiale con tanto di Pallone d'Oro in arrivo, la sua stagione è stata in crescendo.
Via Capello, è arrivato l'esteta Schuster, forse non il tecnico ideale per vincere la Liga ma certamente quanto di meglio per soddisfare l'enorme ego di Calderon e dei supporters blancos.
Gli arrivi di Metzelder, degno erede di Woodgate, e dello strapagato Pepe (28 milioni!) rischia di togliere spazio a Cannnnnnnnnnavaro, mentre il Puma rischia di trasformarsi in malinconico pachiderma. A completare la savana ci pensa l'ippopotamo di Bari Vecchia, l'Antonio perduto.
La tenuta fisica del brasiliana desta qualche perplessità, pure in Spagna non ha smesso di flirtare con la pubalgia.
Inoltre si è offerto a mezzo mondo, in testa Inter e Milan, e non è certo il modo migliore di ripresentarsi a Torino. Manco fosse una vecchia baldracca, ora aspira alla nobile Vecchia Signora.
Materazzi non lo vuole all'Inter, memore del suo passato bianconero. L'essere avverso all'amico di Zizou, invece, depone a favore del Puma.

Resta da chiedersi come verrebbero accolti, in primis dai compagni.

L'anno scorso hanno infranto il patto nello spogliatoio. Date le circostanze, la partenza del Pallone d'Oro dev'essere stata quella più indigesta, ma la comune esperienza azzurra con 3 big potrebbe risanare la frattura.
I tifosi probabilmente, dopo qualche mugugno, scenderebbero a più miti consigli, comprendendo che dei fischi sarebbero controproducenti per tutti.
Il napoletano potrebbe cementare la difesa, aiutando il 'genoano dentro' Criscito a maturare.
A centrocampo, Emerson tarperebbe le ali a Nocerino che finirebbe altrove in prestito o comproprietà, alla faccia del puntare sui talenti di casa.
Ovviamente, ogni discorso verrebbe a cadere di fronte alla mancata volontà dei due a ridursi gli onerosissimi ingaggi.
Inoltre, Calderon non pare l'umiltà fatta persona, e pare difficile che acconsenta a liberare i due a parametro 0, o comunque a non incassare soldi, visto che l'idea di Secco pare essere la rinuncia a ricevere gli emulamenti ancora non versati dal Real per l'affare Emerson pur di arrivare almeno all'italiano.
Alla fine, la spina dorsale da ricostruire potrebbe comprendere altri due pilastri, più realisticamente uno, della Juve che fu.
Gli acquisti finora conclusi dimostrano inequivocabilmente, però, una nuova linea improntata su elementi under 30.
Invertire la tendenza può essere non una scelta, ma una conseguenza inevitabile di un mercato avaro di possibilità e da una dirigenza avara e basta, se è vero che i milioni da investire sono 50, ma prima di comprare si deve vendere (Secco dixit).
Promemoria: in caso di ritorno del figliol prodigo, vedendola in ottica biblica, un bel discorsetto contenente la parola 'Scusa' rivolta ai tifosi addolcirebbe la pillola a tutti, rinfocolando nei cuori bianconeri dolci ricordi dei tempi andati.
Quelli, per dirne una, dell'urlo di Cannavaro "Pumaaaaaaaaaa!" indirizzato al compagno che ci regalò con una zampata degna del suo soprannome un insperato quarto di finale di Champions League.
Eh si, erano proprio altri tempi.

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