sabato 18 agosto 2007

Superpippo non perdona

Venerdì 17, incroci pericolosi tra Juventus e Milan.
Mentre i baby di Chiarenza battono i rossoneri per 2-1 (gol delle stelle Esposito e Pasquato) nella semifinale della Champions Youth Cup, gli uomini di Ranieri vengono sconfitti all'inglese dai campioni d'Europa in carica, doppietta di Superpippo Inzaghi.
Il manuale del buon difensore, articolo 1, primo paragrafo, recita più o meno così: "Mai lasciare più di 1 millimetro quadrato a Filippo Inzaghi all'interno dell'area di rigore". Andrade e Criscito versione belle statuine gli hanno concesso un metro buono. Un gioco da ragazzi per il famelico bomber incornare alle spalle di Buffon. Nel caso specifico è giusto parlare di concorso di colpa, visto che prima è Andrade a perdere l'uomo, ma nel momento in cui il portoghese va sul primo palo dovrebbe essere il giovane napoletano a prendere in consegna l'attaccante avversario. Dovrebbe.
Il raddoppio, ad inizio ripresa, è il classico gol alla Inzaghi: piattone ad un metro dalla porta dopo spizzata di Criscito (!) su azione d'angolo.
Episodi (per quanto decisivi) a parte, in realtà la partita dell'ex genoano non è stata degna del peggior Boumsong. Ha mostrato eccessiva irruenza in certi frangenti ma pure calma olimpica e classe cristallina. Il partner Andrade si conferma tipo senza fronzoli, lui nel dubbio il piede lo mette sempre, palla o gamba è un dato accessorio.
Pensare che per mezz'ora sono è l'undici di Ranieri a fare la partita.
Almiron è il regista atteso per anni. Gioca di prima e si inserisce, tentando spesso la botta da fuori. I compagni lo hanno già eletto faro del gioco.
Nocerino dimostra di meritare la nomea di 'Gattuso dai piedi buoni', aggredendo il portatore di palla avversario e mostrando una buona disciplina tattica.
Note dolenti arrivano dalle fasce, private di alcuni attori protagonisti come Chiellini, Camoranesi e Marchionni, e dall'attacco orfano di Trezeguet.
Molinaro è come Balzaretti appena sbarcato a Torino sulla sponda giusta: l'approssimazione fatta calciatore. In fase difensiva soffre l'intraprendente Oddo (stantuffo dai piedi buoni, ciò che manca alla Juve), in offesa si fa vedere saltuariamente.
Dalla parte opposta, mentre Grygera si rivela buon terzino di posizione, attento su Seedorf e abile nel cross nelle rarissime sortite offensive, Salihamidzic fa quello che può con i piedi che si ritrova, lasciando ad Ambrosini il tempo di controllare pure la direzione del vento in occasione del vantaggio milanista.
Le punte si fanno un mazzo tanto, e Del Piero tenta, e porta a compimento, giocate degne dei tempi d'oro, costringendo non di rado al fallo gli avversari.
Iaquinta è una punta di manovra, per chi non l'avesse capito. Tiri in porta? No, grazie.
La sincronia nei movimenti è buona: se uno dei due viene incontro, l'altro attacca la profondità o si defila, allargando le maglie rossonere e permettendo gli inserimenti degli intraprendenti Almiron e Nedved. Peccato che tutto ciò sia stato vanificato dall'assenza di uno stoccatore professionista come Trezeguet.
Il Milan ha il problema opposto. Due bocche da fuoco come Inzaghi e Gilardino finiscono per pestarsi i piedi, con il risultato che il più timido dei due (il Gila, of course) scompare dal gioco. Movimenti spesso identici facilitano il compito dei marcatori bianconeri, abili nel metter loro la museruola. Fino alla fatale distrazione.
Il match si mette in salita con il primo gol di Inzaghi, e la pendenza aumenta vertiginosamente con il raddoppio ad inizio ripresa.
Ranieri aveva appena sostituito Almiron e Iaquinta con Tiago e Palladino.
Bocciata, almeno per ora, la coppia annunciata, difesa ad oltranza, e giustificata più dagli investimenti che da una logica tattica. Il portoghese cresce alla distanza, andando vicino al gol con una bomba da fuori destinata a togliere le ragnatele dal sette. Dida, però, non è d'accordo, e mette in angolo.
Raffaele da Mugnano di Napoli è una sorta di Iaquinta con meno fisico e più tecnica. Curioso vedere come pressi ma, palla al piede sia inconsistente. Date a Vincenzone i piedi del Palla e vi solleverà il mondo. O, almeno, tirerà in porta.
Nei secondi 45 minuti, il Milan controlla la partita, mettendola in naftalina sino ai minuti finali, quando l'orgoglio della Juve viene fuori e Dida deve sporcarsi i guanti in un paio d'occasioni.
Una Juve double face, insomma.
Più che buona prima della zampata di Inzaghi, con i reparti distanti al punto giusto, manovra fluida e difesa logicamente alta per mettere in fuorigioco le punte avversarie.
E' bastato disunirsi un po', e arriva il giustiziere della notte milanese che non perdona.
Ecco la differenza tra Juve e Milan: entrambi belli a tratti, ma inconcludenti noi, cinici loro. Quando l'appendice principale si chiama Inzaghi, l'essenzialità trova la sua massima espressione.
Peccato, ma è già un altro giorno. E' tempo di guardare avanti, di serrare le fila. C'è tempo, almeno sino al 25 agosto, giorno della sfida contro il Livorno.
Questo, per quanto riguarda Ranieri.
La società, invece, dovrebbe fare un ulteriore sforzo, regalandoci un nuovo centrale difensivo, vista la pochezza qualitativa del parco alternative. Per far ciò, c'è tempo sino al 31 agosto.
I soldi ci sono, non fate i genovesi.

Pagelle:
Buffon 6
Grygera 6
Andrade 6
Criscito 6
Molinaro 5.5
Salihamidzic 5.5
Almiron 6.5
Nocerino 6.5
Nedved 6
Del Piero 6.5
Iaquinta 6

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