giovedì 23 agosto 2007

Crazy

Mentre nel tifo bianconero serpeggia il malumore per l'immobilità della dirigenza sul mercato, all'estero, laddove la nuova stagione ha già emesso i primi, significativi, vagiti, sono già state emesse le prime sentenze.
In Spagna, in attesa dello start della Liga, la Supercoppa se l'è aggiudicata il Siviglia con una doppia, indiscutibile vittoria sul Real di Schuster. Clamoroso il tonfo interno degli ex Galacticos, sconfitti per 5-3.
Con il tecnico tedesco lo spettacolo non è mancato, anche se difficilmente l'esigente pubblico del Bernabeu può ritenersi soddisfatto.
Nel frattempo, sogghigna Capello, che non si esime dal rilasciare dichiarazioni polemiche verso i mai amati Calderon e Mijatovic.
Il presidente spagnolo si è confermato una sorta di 'Moratti iberico'.
Il parallelismo è tanto inquietante per gli aficionados del Real quanto auspicabile per i supporters blaugrana.
Entrambi hanno allontanato un tecnico (con)vincente con la scusa dell'assenza di bel gioco; collezionato doppioni manco fossero figurine; accantonato coloro che pochi mesi prima erano stati annunciati in pompa magna; strapagato presunti fenomeni.
L'errore di fondo è la cacciata di colui che aveva ripristinato l'ordine nel caos cosmico perenne dello spogliatoio madrileno. Colpevole di non piacere al pubblico, ora Don Fabio si sta gustando la rivincita.
L'esteta Schuster si è dimostrato incapace di gestire un gruppo di primedonne e ragazzini incostanti.
La serrata corte a Kakà non ha portato, come prevedibile, i frutti sperati.
Per rinforzare la traballante difesa, oltre al parametro 0 Metzelder, sono arrivati il brasiliano Pepe, (stra)pagato 28 milioni al Porto, e Heinze (12). A centrocampo, infornata di orange, Drenthe, Sneijder e Robben, costati complessivamente quasi 80 milioni. Un bagno di sangue, ancor più incomprensibile pensando alla predilezione dei tre per la fascia sinistra occupata dal funambolico Robinho. Solo l'attacco non mostra i segnali della follia di Calderon, con il buon acquisto a titolo gratuito di Saviola. A margine, la svendita di Emerson al Milan.
Sforzarsi di trovare un filo logico è un masochistico esercizio mentale. Non c'è.
Benvenuti al circo 'Ramon Calderon'.
Se da un tipo del genere ti aspetti questo e altro, dal serioso Sir Alex Ferguson uno ha pretese diverse. Quantomeno, essendo manager navigato, non sembra tipo da follie.
Come spendere 25 milioni per rilevare il cartellino di Hargreaves dal Bayern Monaco, con Beckenbauer che sentitamente ringrazia. Eppure, l'estate 2007 è stata la stagione degli eccessi anche nella grigia Manchester.
I Red Devils hanno evidenziato, nella doppia sfida contro il Milan, palesi carenze difensive, oltre alla mancanza di un centravanti in grado di sfruttare l'enorme mole di gioco sviluppata da Cristiano Ronaldo e dai sempreverdi Scholes e Giggs.
Cosa va a combinare Sir Alex? Davanti a Van der Sar, nessun innesto a parte il ritorno da Saragozza del giovane Piqué, anzi la partenza di Heinze, pur sempre uno dei meno peggio là dietro,
destinazione Real. Quella punta di peso che manca dai tempi dell'addio di Van Nistelrooy (ennesimo incrocio Real-Manchester), non è arrivata. In compenso, acquistato, per una cifra non definita in una giungla di procuratori e multinazionali, Carlitos Tevez, doppione di Rooney. Risultato, 1 gol realizzato in 3 partite di Premier, con ovvia falsa partenza ed imprevisto inseguimento.
Gli innesti dei giovani e lunatici Anderson (mai utilizzato) e Nani, pagati rispettivamente 30 e 25 milioni, non hanno sortito ancora gli effetti sperati, mentre l'addio di Rossi ha lasciato l'amaro in bocca al ragazzo, e anche a Ferguson costretto a far fronte all'ennesimo infortunio di Rooney e Saha.
Non basta avere i soldi, bisogna pure saperli investire. E bisogna pure investirli, vero Blanc?
Moratti, evidentemente, non ha insegnato nulla.
Chi li capisce, è davvero bravo, o forse un po' pazzo.

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