lunedì 27 agosto 2007

Invincible

Quale mese fa, il settimanale Sport Week, abbinato il sabato alla Gazzetta dello Sport, sbattè in prima pagina il faccione lampadato, tirato e poco espressivo di Roberto Mancini, con tanto di titolone che oggi risulta irridente: "L'UOMO CHE VINCE SEMPRE".
Roba da spanciarsi, anche alla luce del lungo sottotitolo, che mette in bella evidenza i DUE SCUDETTI che il Mancio ha portato all'Inter. Povero Guido Rossi, si sarà offeso, non l'hanno nemmeno menzionato.
Questione di giorni (che tempismo!) e gli Onesti rimediano un'epocale scoppola all'Olimpico di Roma, uscendo sconfitti per 6-2. Il contemporaneo svolgimento degli Internazionali di Tennis al Foro Italico non fanno altro che aumentare i risvolti comici dell'ennesima Caporetto interista.
Un'estate non può cancellare le vecchie abitudini, se non si ha più un ex membro del CDA a capo della FIGC, ed agosto si restituisce la solita, pazza, Inter. Sconfitta senza appello in Supercoppa, ancora contro la banda di Spalletti, e pareggio interno contro l'Udinese.
In fondo, meglio così, non sia mai che qualche nerazzurro si possa montare la testa.
Brutta bestia l'abitudine alla vittoria.
Mancio lo sa, e previene il problema con chirurgica tempestività.
Contro i capitolini, schiera ben 4 centrali in difesa, con lo spaesato Burdisso in brodo di giuggiole di fronte a Totti e la squadra tutta incapace di creare seri grattacapi a Doni.
Per non farsi mancar nulla, all'esordio in campionato tiene fuori Crespo e Suazo per dar spazio al febbricitante Cruz, autore di errori degni del rammaro Pancev. In panchina anche Chivu, annunciato in pompa magna dopo una trattativa estenuante, ma rimasto ai margini nonostante l'assenza di Materazzi.
Una volta espulso Julio Cesar, dopo aver sostituito l'impalpabile giardiniere, il lampo di genio: fuori Figo, dentro Suazo, per sfruttarne la velocità in contropiede. Poco importa se la squadra fosse in vantaggio, stesse soffrendo e l'honduregno avesse pagato dei movimenti sgraditi al tecnico con l'esclusione dall'undici iniziale. In pieno recupero, il patatrac, come quello di Suazo contro i cartelloni pubblicitari, unico, tangibile, segno di vita dell'ex cagliaritano.
No problem, è caldo, la scusa è servita.
D'altronde, Udine dista meno km dal mare rispetto a Milano, l'allenatore si chiama Marino (rimanda a mare, abbronzatura, caldo), quindi sono più abituati alle alte temperature.
E' di oggi un'altra sc... motivazione allo scialbo pareggio interno. L'Inter è una squadra fisica, impiega più tempo ad entrare in condizione. Come noto, giocatori come Maxwell, Dacourt, 'Sciagura' Zanetti e Stankovic puntano tutto sullo strapotere fisico. Ci sarebbe pure il gigantesco Ibrahimovic, migliore in campo nonostante la stazza, ma vabbè, sono particolari.
Altro particolare, la muscolare Juve di Capello, due anni or sono, inanellò 10 vittorie consecutive in campionato. A fine stagione, l'Inter pagherà 15 punti di distacco dall'armata bianconera.
Ah no, scusate, dimenticavo, è colpa di Moggi.
In condizioni normali, Mancini vince sempre, inoltre è l'anno dell'Inter, come da 12 estati a questa parte.
Se le speranze maturate sotto l'ombrellone non si sono concretizzate, cari interisti, prendetevela con quel cattivone di Lucky Luciano.

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