giovedì 9 agosto 2007

L'incompreso

Vincenzo Iaquinta è il classico attaccante amato dagli allenatori, meno dai tifosi.
Lippi se lo porterebbe pure in barca, non a caso il suo arrivo alla Juve ha rinfocolato le speranze di un Lippi III, svanite al materializzarsi di un altro brizzolato, Ranieri from Testaccio, Roma.
E' stato uno dei miracolati di Germania 2006, dove ha sopravanzato nelle gerarchie persino Del Piero e Inzaghi dall'alto della sua duttilità e rapidità. E' persino andato in gol contro il Ghana, per gentile concessione di Sammy Kuffour.
Ha ben presto smaltito la sbornia post Berlino, disputando un bel campionato ad Udine, tanto da guardagnarsi l'occasione della vita a Torino.
Al momento, il suo contributo si è limitato alla solita generosità, vanificata dalla scarsa lucidità.
Vincenzo indossa la maglia numero 9, appartenuta lo scorso anno dall'incompreso Bojinov, prima ancora da Zlatan Ibrahimovic, anch'egli arrivato come terza punta ma diventato ben presto titolare anche per l'infortunio di Trezeguet.
Chiaramente, paragonare lo svedese a Iaquinta è mortificante per quest'ultimo, che non possiede un briciolo della classe del lungagnone degli Onesti.
Il compito dell'ex Udinese è semplicemente quello di farsi trovare pronto quando viene chiamato in causa, senza essere il sostituto di qualcuno. L'umiltà, d'altronde, è quel fattore che gli ha permesso di emergere, passando in una decina d'anni da Reggello a Berlino.
I commenti che si leggono sulle sue prestazioni estive sono spesso impietosi, ma ha delle attenuanti.
Il fisico certamente non lo aiuta ad entrare in forma con celerità.
Ha avuto qualche problema muscolare.
Infine, il ruolo.
Trezeguet, ad esempio, è una punta statica, se non riceve palloni giocabili non è possibile comprenderne la condizione, visto che ci si dimentica pure che sia stato schierato.
Vincenzone, invece, corre e si sbatte, sfruttando la sua velocità per tagliare le difese avversarie. In pieno agosto, non riesce ancora a sparare queste cartucce, in quanto i carichi pesanti trovano un fedele alleato in piedi poco educati tanto da vanificare movenze già interessanti.
Quando, finalmente, ritroveremo lo stesso attaccante che ha conquistato Lippi e abbagliò Ranieri affrontando il suo Chelsea non ancora stellare, che nessuno si aspetti un fenomeno.
Fare di lui una sorta di Ravenelli dei poveri, o nuovo Padovano, sarebbe già un successo.
Il prezzo (11.3 milioni comprensivi della comproprietà di Paolucci) è eccessivo, ha fatto storcere il naso a molti, ma questo è il tipico risultato di una trattativa con la famiglia Pozzo. Per centrare l'obiettivo devi aprire il portafogli, quando lo richiudi e ti accorgi di essere stato vittima di una rapina è troppo tardi.
Ci vuole pazienza, pazienza e, ancora, pazienza. Ha le qualità per integrarsi con Del Piero e con Trezeguet, agendo da prima o seconda punta, pure esterno d'attacco al limite, ma non chiedetegli di crossare.
Etichettarlo come 'brocco' è ingeneroso, anche perchè poi, molti, dovrebbero nascondere la testa sotto la sabbia o recitare il mea culpa.
D'accordo, Lippi ha preferito la barca alla Juve, ma se stravede per 'Giaquinta', un motivo ci sarà no?
Tutti possono sbagliare, lapalissiano, ma i fatti gli hanno dato ragione.
Qualche mese, e vedrete, lo stesso accadrà a Torino, per quanto i tifosi dal palato più fine possano storcere il naso.

Per loro, nessun problema, c'è il funambolico Palladino.
Ok, scherzavo, mettetevi il cuore in pace in nome del calcio tutto fisico e generosità di Vincenzone, e non ve ne pentirete.

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