giovedì 9 agosto 2007

La scrivania può attendere

Dopo i rinnovi di Buffon, Trezeguet, Nedved e Camoranesi, manca all'appello l'ultimo dei Samurai, come li chiama Lapo.
Alex Del Piero, da buon capitano, ha atteso pazientemente il suo turno, consapovole che il recente scettro di capocannoniere conquistato in B e un fisico che tiene botta nonostante gli acciacchi gli garantiscono considerazione intatta in seno alla società.
Le prime indiscrezioni trapelate parlavano di una proposta spiazzante da parte della società: rinnovo sino al 2009, ingaggio dimezzato con effetto immediato.
Successivamente, pare che i dirigenti abbiano alzato il tiro, venendo incontro al giocatore, e offrendo un biennale con stipendio decurtato del 20%.
Probabilmente una proposta del genere avrebbe fatto infuriare Trezeguet, mentre da Del Piero non è arrivata nessuna replica ufficiale, in linea con la riservatezza del personaggio.
Quando ci sono in ballo milioni di euro, i discorsi sull'amore per la maglia passano inevitabilmente in secondo piano. L'orologio scorre inesorabile per tutti, nemmeno le bandiere vengono risparmiate e, per quanto Alex abbia una tenuta invidiabile dopo ciò che ha passato, a novembre compirà 34 anni.
Un biennale con ingaggio decurtato è il giusto compromesso tra la prima proposta della società e la richiesta avanzata dallo staff del giocatore, triennale ad ingaggio invariato.
Comprensibile la necessità della società di risparmiare e decurtarne lo stipendio, meno un dimezzamento dell'ingaggio, eccessivo alla luce dell'apporto che Del Piero può ancora dare e della costante abnegazione fin qui mostrata.
Il soggetto in questione induce ad escludere l'ennesimo braccio di ferro dell'estate.
Il primo è stato con Buffon, che per un anno ha frantumato i cosiddetti a molti tifosi stanchi di percentuali e frasi lasciate a metà. E' stato un bagno di sangue (6 milioni l'anno), ma ne è valsa la pena.
Trezeguet, dopo esser 'deragliato' contro lo Spezia, è rientrato sui giusti binari rinnovando un contratto pericolosamente vicino alla scadenza. L'ultima proposta, evidentemente, non l'ha fatto vergognare, e il tempo l'ha reso consapevole di non aver tutte queste pretendenti.
Nedved è stato il classico fulmine a ciel sereno. Nessuna nuova firma da apporre, quanto piuttosto qualche vecchia promessa da far onorare o confermare. Tutto risolto, lo spettro di un passaggio all'Inter scacciato.
Dulcis in fundo, per ora si spera, Camoranesi, che ha vista premiata la propria classe (sull'impegno ci sarebbe qualcosa da ridire, o almeno sulla costanza) con un adeguamento dell'ingaggio.

Non c'è fretta per il capitano, lui è un caso a parte.
L'importante è che acquisisca la consapevolezza dell'avanzare dell'età, della panchina che in talune occasioni potrebbe divenire realtà e il suo atteggiamento permanga quello di sempre, massimo impegno e lunghi silenzi, intesi come assenza di polemiche alimentate dalla sua bocca.
La società ha fatto il proprio passo, sta a lui trasformare questo assist in gol, legandosi per sempre alla Vecchia Signora, prima come calciatore, poi come dirigente.
La scrivania può attendere.

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