sabato 21 luglio 2007

Totti a casa

Finalmente è ufficiale: Francesco Totti lascia la Nazionale.
Motivi fisici, dice lui.

Insomma, non ce la fa, perchè il fisico non è più quello di una volta, ma nonostante ciò ha vinto l'ultima edizione della Scarpa d'Oro, perchè lui è bravo, bello, coatto, abbronzato, ha la moglie famosa e fa beneficienza. Unica pecca, Gattuso si è aggiudicato a sue spese l'ambitissimo premio per il "Cassetto più ordinato".
Tra viti e Vito (Scala), il rapporto con l'Italia è tormentato da tempo.
Il teatrino che si è protatto per un anno con Donadoni imbarazzata controparte ha stancato i più, e questa notizia non desta nè scalpore nè eccessivo dolore. .
La storia insegna, molti giocatori profeti in patria non sono stati sempre all'altezza in azzurro. Persino Mancini in Nazionale non ha fatto proseliti, mentre di Del Piero, che pure i suoi 27 gol li ha messi, si ricorda soprattutto la disgraziata finale di Euro 2000. Baggio, che invece ha un curriculum azzurro davvero invidiabile, ha confermato la propria fama di talento maledetto con il rigore calciato alle stelle in quel di Pasadena.
Il capitano della Roma non ha incontrato grandissima fortuna con l'Italia, tra dualismi, sputi e caviglia malconcia.

Lungi dall'avere l'ardore agonistico di Gattuso, ci siamo sorbiti per mesi la storia di San Francesco da Porta Metronia, il calciatore con le viti.

E' stato attaccato, giustamente, da chi ne ha pieni i cosiddetti per la manfrina da soap che si protraeva dalla scorsa estate, ma no, la colpa è di una sorta di razzismo tutto italiano, contro Roma e i romani.
Stia tranquillo, il sig. Totti, se al suo posto ci fosse stato Marco Rossi da Milano, la rabbia sarebbe stata la medesima.
Mentre Nesta ha realmente evidenziato dei limiti di tenuta fisica non indifferenti, costretto a saltare buona parte della stagione, Totti ha giocato il miglior campionato della carriera.
Degna di nota è anche la forma, leggasi la tenuta con la quale si è presentato all'importante conferenza stampa: smanicato della Maggica con tatuaggio di un gladiatore romano in bella vista. Romanita ostentata, liberissimo, ma non era questo il problema? Mah...
Totti è l'uomo che, dopo il vergognoso sputo a Poulsen (colpa delle telecamere puntate addosso, delle responsabilità o di una salivazione eccessiva?), ebbe il coraggio di chiedere, tramite gli avvocati della FIGC, la riduzione della squalifica di un turno perchè lo sputo non era arrivato a destinazione (OMG!), e poi, facendo pubblica ammenda, rivelò di essersi recato in un santuario per chiedere scusa alla Madonna (non la cantante, eh) con tanto di letterina (non Ilary, eh) e maglia azzurra. Paraculaggine mista a purificazione dell'immagine sfregiata dal gesto.
Tutto ciò non conta, perchè ha segnato il rigore all'Australia, e questo lo colloca nel mito, nella leggenda, per sempre, verso l'infinito e oltre, ahò, anche se è
"Meglio il quarto di Champions della finale Mondiale" e "Meglio la Coppa Italia del Mondiale".
E c'è chi lo rimpiange.
Quando si capirà che l'azzurro è un onore ancor prima che un onere, sarà sempre troppo tardi.
Ora Totti avrà tutto il tempo per coccolare Ilary, Christian e la piccola Chanel nella sua Roma.
Si godrà la vita dentro il raccordo anulare, perchè, nessuno meglio di lui lo sa, "laif is nau".

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