venerdì 13 luglio 2007

'Che' offerta, il compagno Lucarelli vola in Ucraina

E' ufficiale il passaggio di Cristiano Lucarelli dal Livorno allo Shaktar Donetsk, ricchissimo club ucraino.
Contratto triennale da 9 milioni complessivi, si parla persino di un aereo privato a disposizione dell'attaccante per fare ritorno in Italia ogni due settimane. Roba da far impallidire Calderon e il suo pressing su Kakà.
Anche quest'estate, puntualmente, a Livorno è andato in scena il solito tormentone: 'Lucarelli resta o se ne va?'
La conclusione, puntualmente, era sempre la stessa: permanenza in amaranto, nonostante tutto. Nonostante, soprattutto, Spinelli.
Il suo rapporto con il presidente è di amore-odio. Entrambi hanno a cuore il Livorno, ma spesso sono entrati in conflitto, con il popolo della curva schierato a fianco del proprio idolo.
Lucarelli è davvero uno di loro, un ultrà in campo, un po' come Di Canio per la Lazio. Quando quest'ultimo, dopo aver rotto con Lotito, ha lasciato i biancocelesti per chiudere nell'ambiziosa Cisco Roma, i suoi amici della curva, manco a dirlo, se la sono presa con il presidente, rendendo probabilmente insanabile la frattura già esistente con il latinista più famoso del calcio nostrano.
Possono sembrare l'uno il contrario dell'altro, Cristiano e Paolo, in realtà, in comune hanno l'incarnare la figura dell'ultrà-calciatore, ma anche l'aver portato la politica in campo, primato decisamente poco lusinghiero. Di Lucarelli si ricordano delle dichiarazioni fortemente politicizzate, contro il comune di Livorno e in aperta polemica per il trattamento riservato alla sua squadra dagli arbitraggi.
Pardon, ex squadra. Per carità, probabile che i supporters amaranto si sentano traditi.
Il calciatore, a fine aprile, volò addirittura in Inghilterra per parlare del suo chiaccheratissimo (e di successo) libro "Tenetevi il miliardo". Rinunciò a quella cifra per tornare nella 'sua' Livorno. E, da juventino, mi piace pensare che un po' lo fece anche per andarsene da quella gabbia di matti che era diventato il Torino di Romero e del Cimmi.
A distanza di quattro anni, il suo conto corrente si è preso la rivincita.
Dopo i noti tira e molla con Spinelli per questioni di stipendio e assoluta non indentità di vedute, la rottura con i tifosi che lo fischiarono nel finire di stagione accusandolo di scarso impegno, ha deciso di fare le valigie.
Sinceramente, non me la sento di considerarlo un mercenario.
Al massimo, dai, una 'vittima del capitalismo'.

Sfido chiunque, a 32 anni, avendo solo assaggiato il grande calcio (Valencia con Ranieri), dopo anni passati con Spinelli presidente, che a volte sembra peggio di Zamparini, consapevole di aver dato tutto e di più per la propria squadra del cuore, a rifiutare una proposta come quella ucraina.
Il compagno Lucarelli non poteva che approdare in un'ex repubblica sovietica.
Sguardo fiero e pugno chiuso, potrà assaggiare l'aria d'Europa che a Spinelli non piaceva granchè e provare a vincere il primo scudetto della carriera.
Prima che si presenti con addosso la maglietta del Che, qualcuno lo avverta che il regime comunista, per fortuna, in Ucraina è caduto da tempo.
Ah, dimenticavo: buona fortuna.

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