martedì 31 luglio 2007

L.S.F. (Lost Souls Forever)

Potrebbe scrivere un trattato dal titolo "Come dilapidare un enorme talento".
Antonio Cassano da Bari Vecchia è uno di quei talenti purissimi che spuntano come oasi nel deserto, infatti, alla luce delle sue ultime performance, possiamo ben dire che è stata un'allucinazione.
Non le sue qualità, lapalissiane, bensì l'aver predestinato per questo ragazzo ribelle un futuro da salvatore di un calcio che lascia sempre meno spazio alla fantasia.
E' la dimostrazione vivente che una grande carriera non si costuisce dal basso (piedi), ma dall'alto (testa).
Ancora ragazzino ammaliò l'Italia intera, mandando in visibilio il San Nicola nella sfida contro l'Inter.
Lancio lungo, Antonio si porta avanti il pallone di tacco, palleggio di testa, tocco di sinistro, palla sul destro, avanza per poi convergere tra Blanc e l'accorrente Panucci, tiro di destro, dritto per dritto, che trafigge Peruzzi. Gol nel suo stadio, con la sua maglia. Fantastico.
Il 'baby-Bari' sconfigge la, presunta, corazzata nerazzurra. Al suo fianco, il nigeriano Enynnayia, meteora del calcio italiano finita a svernare in Polonia falcidiato dagli infortuni.

Al suo ex compagno di reparto è andata decisamente meglio. Dopo una stagione, da titolare, nella squadra della sua città, il passaggio alla Roma per 60 miliardi, cifra irraggiungibile per la Juventus e che le casse romaniste pagheranno a caro prezzo.
E' il 2001, 19 anni e una nazione intera che strabuzza gli occhi per te.
Abituato alla povertà e ai pericoli del quartiere, la scintillante Roma può essere un'arma a doppio taglio. A tenerlo sotto controllo, per quanto possibile, la mamma che lo segue nella nuova avventura.
La sua annata migliore è la stagione 2003/2004, condita da 14 gol in giallorosso. A coronamento di ciò, un Europeo da stella annunciata, assieme all'amico Totti. Quando questi, causa eccesso di salivazione, esprime la propria antipatia per Poulsen con uno sputo, non ci si può che affidare a Cassano, il quale segna la rete decisiva per la vittoria contro la Bulgaria, proprio in extremis. Il biscotto nordico rovina tutto e la spedizione finisce prima del previsto.
La stagione precedente, così come pure la prima in giallorosso, scandita da alti e bassi, è stata condita dalle cosiddette 'Cassanate', tra litigi e allenamenti saltati. Un episodio su tutti, in finale di Coppa Italia, espulsione con annesse corna ed insulti vari al malcapitato Rosetti. Infine, calcio ad un cartellone pubblicitario.
I rapporti con Gentile sono gelidi. Il tecnico non gradisce le teste calde, e non si fa problemi a tenero fuori, lo stesso Cassano pare già con la testa agli Europei che lo vedranno, in conclusione, protagonista a metà, per colpe non sue. Arriva persino a rifiutare le convocazioni.
Con Capello le cose vanno diversamente. Per quanto i battibecchi siano all'ordine del giorno, il tecnico friulano, fama da duro, riesce a trovare un giusto equilibrio, alternando bastone e carota, come solo Fascetti aveva saputo fare. L'annata pre-Europeo sembra dare ragione a tutti coloro che vedevano in Antonio come un predestinato.
Quando il suo mentore friulano 'fugge' a Torino, sembra proprio che Cassano sia destinato a seguirlo. I rapporti con Totti si logorano, senza colui che ne aveva frenato gli ardori giovanili, il talento pugliese è come perso.
Cambiano gli allenatori, Prandelli, Voeller, Del Neri e Conti, ma la sostanza rimane inalterata.
Stagione negativa per la Roma, poco positiva per il ragazzo.
Le grane contrattuali non tardano ad arrivare. Rifiuta un ricco rinnovo, vuole cambiare aria. Capello sembra disposto ad attenderlo a Torino, in modo da farne l'erede di Del Piero. Niente di fatto, nemmeno con l'Inter, il ragazzo resta a Roma, destinato a svincolarsi a parametro 0 il giugno successivo.
A gennaio, però, arriva l'offerta del Real. Cassano fa le valigie e parte, per cercare la gloria altrove.
Ormai in Italia, qualsiasi cosa faccia è guardato con sospetto e diffidenza. I rapporti con Totti e la tifoseria erano ai minimi storici.
Sbarcato in quel di Madrid con tanto di fidanzata vip al seguito, deve fare presto i conti con i cattivissimi comici spagnoli. Celeberrima diventa la parodia del calciatore, tutto ciccia, brufoli e merendine.
A giugno 2006, la svolta: la bufera estiva di Farsopoli porta Capello ("Ci vediamo il 15 luglio a Vinovo") al Bernabeu.
Ritrovare il proprio mentore può essere un toccasana, proprio nell'estate che avrebbe potuto consacrarlo a livello mondiale con i Mondiali che vedrà in TV.
Madrid non è Roma, soprattutto, il Real non è la Roma.
I disastri delle precedenti gestioni hanno lasciato in eredità uno spogliatoio di primedonne. Non c'è tempo di star dietro ai capricci del talentuoso barese. Finisce persino fuorisquadra, abbandonato da Don Fabio.
Un'annata da buttare, insomma.
L'arrivo dell'esteta Schuster non sancisce alcun benefit, tanto che Cassano non è nemmeno convocato per il ritiro austriaco.
A proposito di Austria, lo cerca il Salisburgo di Trapattoni, così si dice. Niente, guadagna troppo.
Il Real tenta di sbolognarlo al Milan inserendolo nell'operazione Julio Baptista. "No, grazie", la risposta cordiale ma decisa da Via Turati. Almeno per ora.
Mancini lo vorrebbe, Moratti tentenna, certamente il ruolo non sarebbe di primissimo piano.
Altrove, lo snobbano, l'etichetta di piantagrane è pesante quanto il suo stipendio, e, alla luce dei recenti exploit, decisamente più giustificata.
Il procuratore Bozzo minaccia il Real di rifiutare destinazioni non gradite restando a libro paga di Calderon sino al 2010, anno di scadenza del contratto.
Più che rappresentare un problema per la società spagnola, significherebbe con tutta probabilità porre la parole 'fine' sulla carriera del ragazzo.
Gli serve un ambiente stimolante dove credano in lui. Da parte sua, una mentalità nuova e più aperta.
Il ragazzo che nel suo vocabolario non contempla la parola 'scusa' non può andare avanti, ci vuole un nuovo Cassano, che si lasci 'cassanate' varie, imitazioni del proprio tecnico comprese, alle spalle.
La Juve ora è lontanissima, anche perchè questa società difficilmente riuscirebbe a frenarne gli istinti (auto)distruttivi.
Al momento il talento di Bari Vecchia si trova nel limbo, ad un passo però dal finire nel girone destinato alla anime perse.
Sta a lui darsi una regolata, ridimensionare le pretese economiche e ripartire con umiltà.
E' un po' come chiedere a Siffredi di far voto di castità, ma per Cassano la redenzione è l'unica via per salvare il salvabile e non buttare tutto nel cesso.

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