domenica 30 settembre 2007

Il Grillo colpisce ancora

Di Luca? Colpito e affondato.
Bettini? Colpito e gasato.
UCI da una parte, comune di Stoccarda e comitato organizzatore dei Mondiali dall'altra. Si ripropone uno scenario già visto e che ha portato al fallimento del tanto bistrattato Pro Tour.
La federazione internazionale, presiduta da Pat McQuaid, riconosce la presunzione d'innocenza, gli organizzatori, per evitare il proliferare di scandali, preferiscono tenere alla larga chi ha come unica colpa l'essere indagato. Non condannato, intendiamoci, alla faccia del garantismo, cardine di un sistema giuridico democratico.
La tempistica della vicenda Di Luca è segno dei tempi difficile e della sete di giustizialismo imperante.
Con Bettini, campione uscente, gli è andata male.
Da Paolo era attesa l'unica risposta degna di un corridore di tale lignaggio, ed è arrivata, al termine di una prova corale praticamente perfetta.
Nemmeno la sfortuna, accanitasi contro il generosissimo Bruseghin costretto al ritiro per un incidente meccanico, ha fermato la marea azzurra.
Il 36enne Bertolini, fosse un calciatore, sarebbe il mediano settepolmoni, una sorta di Furino delle due ruote, che macina chilometri ma lascia le copertine ad atleti di classe. Come Rebellin, che si è lasciato alle spalle i disguidi con Ballerini e la possibilità di prendere la nazionalità argentina, e si mette al servizio del suo capitano movimentando la corsa con una fuga a 2 assieme a Kolobnev al penultimo passaggio. Persino Cunego si è ritrovato a fare il gregario nonostante l'importante pedigree, dando segnali tangibili di maturità.
Tutti uniti attorno al Grillo livornese, oggi più prudente del solito. L'esuberanza era una tassa troppo alta da pagare a fronte di una condizione non ottimale.
E' sull'Herdweg che si decide la corsa. Raggiunti i due fuggitivi Rebellin e Kolobnev, si sgancia un gruppetto formato da una quindicina di uomini. Dentro, oltre al corridore veneto, anche Bettini e Pozzato. Tagliato fuori Freire, grande favorito della vigilia, la Spagna si aggrappa a Sanchez, reduce da una Vuelta chiusa in crescendo e accreditato di una condizione strepitosa.
Non gli basta, però, per reggere all'ultimo forcing del campione uscente, che si avvantaggia, ai -10, assieme a Schumacher e Schleck. Rientrano pure il sorprendente Evans e l'inesauribile Kolobnev.
Sono questi 5 a giocarsi la vittoria. Parte lungo il russo, solo Bettini pare in grado di contrastarlo, lo supera con leggiadra maestria, e vince con una bicicletta di vantaggio.
Alla faccia di chi lo voleva seduto nel box azzurro assieme a Di Luca, protagonista mancato, dedicato all'indimenticato fratello Sauro, scomparso pochi giorni dopo il trionfo di Salisburgo.
Volevano affondare Paolo, ma lui ha imparato a nuotare in un mondo di squali. Fuor di metafora, l'ha messo in quel posto a tanta gente, in primis agli organizzatori.
Vedere la loro faccia al momento della vittoria dell'italiano non ha prezzo. Il gesto di Paolo sul traguardo, come a scoccare una freccia, era forse rivolto a loro, o magari a se stesso, come per dire, "ho fatto centro di nuovo".
Il linciaggio non ha avuto effetto, se non quello di caricarlo ulteriormente.
Mai visto un Bettini così maturo e accorto tatticamente. Merito anche di Ballerini, già pronto con l'ombrello per ripararsi dalle critiche in caso di flop, oltre che dei vari Ballan, Bertolini, Bruseghin, Cunego, Pozzato, Rebellin, Tonti e Tosatto. Questa vittoria è un po' anche loro, perchè da soli non si va lontano, e uno spicchio di merito va concesso pure alle riserve Nibali e Visconti, e all'escluso Di Luca.
Come Bugno, due volte consecutive campione del mondo.
L'anno prossimo, Pechino, teatro del possibile bis dopo lo splendido acuto di Atene 2004.
Gli avversari non mancheranno, ma Paolo, mix perfetto di classe e cuore, non teme nessuno.
Grazie ancora, perchè continui a far sognare chi, come me, crede ancora in questo sport.

Nessun commento: