lunedì 17 settembre 2007

Map of the problematique

La sconfitta casalinga contro l'Udinese ha scoperchiato il vaso di Pandora contenente tutti i mali bianconeri di stagione.
Se contro il Livorno erano già emerse alcune pecche difensive, a Cagliari i nodi sono venuti al pettine, come dimostra la comunque discutibile sostituzione di Criscito a fine primo tempo; la prova sconcertante di Almiron ha trovato controprova nella sfida contro gli uomini di Marino.
La campagna acquisti aveva suscitato sin da subito forti perplessità, che si sperava fossero cancellate dal responso del campo. Così non è stato.
A guardar bene, in base all'attuale rendimento, la differenza con la rosa che ha brillantemente superato lo scoglio serie B non è così netta come sperato. Tutt'altro.
Il fatto che Mirante, ben lontano dall'essere un fenomeno, dia più garanzie di Belardi (lo scorso anno, non a caso, terzo portiere) induce a pregare per la salute di Buffon, purtroppo soggetto a qualche problemino alla schiena. Le incognite Van Strattan e Novembre non tranquillizzano di certo.
In difesa, obiettivamente, fare peggio era impossibile. La coppia titolare è stata smantellata, Boumsong infortunato ma comunque destinato a far da spola tra panchina e tribuna, Kovac rispedito in Germania e Chiellini riportato a sinistra. Ieri è ricomparso Birindelli, per la gioia di Di Natale.
Andrade e Criscito, pur dando maggiori garanzie degli immediati predecessori, hanno faticato a contenere Rossini e Matri, mentre se la sono sfangata, in qualche modo, contro il tridente friulano. Il loro tallone d'Achille sono le palle alte. Il portoghese anticipato da Floro Flores non è un bello spot in vista della trasferta di Roma. Il genoano alterna ottime chiusure e giocate in scioltezza ad errori figli della giovane età e della disabitudine alla difesa a 4.
In mezzo al campo, l'abulia di Almiron ha raggiunto i livelli di Paro, mai rimpianto (presunto) regista dalla Juve di Deschamps. Eppure, l'astigiano aveva iniziato alla grande la stagione, realizzando il primo gol in B nella storia del club, salvo poi calare paurosamente alla distanza.
Premesse e promesse dell'argentino non sono sufficienti a far dormire sonni tranquilli a Ranieri, che ha pensato di rispolverare Tiago, sostituendolo incomprensibilmente con Zanetti, fin lì il migliore. Il risultato è stato esporre il fianco al contropiede udinese e arretrare il baricentro, perdendo metri e compattezza. Ora come ora, spiace dirlo, ma tra Almiron e Paro sta solo in capigliatura e nazionalità. Il rimpianto per la frettolosa cessione in prestito di Marchisio monta vedendo i nostri, ma anche Cagni svilirne le qualità costringendolo a ringhiare su Del Nero e Meghni.
Ci si è messa pure la sfortuna, accanitasi su Camoranesi, infortunatosi e a rischio addirittura per la sfida del 4 novembre, il V-day del tifo bianconero contro gli Onesti. Il suo ingresso contro il Cagliari, a sua volta favorito dall'infortunio occorso a Salihamidzic, aveva cambiato la partita. Dopo una stagione deludente, tra alti (pochi e sul finire di stagione) e bassi (tanti), il ritorno in A sembrava avergli restituito gli stimoli persi con la discesa in B. L'assenza di Marchionni, protagonista di un campionato in crescendo, non fa altro che accrescere il gap con le avversarie già in palla. Nocerino, in gran spolvero sul centro-sinistra nel centrocampo a 3 del Piacenza, come ala destra mostra palesi limiti.
Nedved paga la carta d'identità ingiallita, gli anni passano pure per l'uomo bionico, e non si è ancora riproposto ai suoi livelli. Accentrarne il raggio d'azione potrebbe essere l'elisir ideale del ceco, come fu con Lippi.
Si stava meglio quando si stava peggio, insomma, e l'anarchico, compassato ed impalpabile Almiron, con l'evanescente e timido Tiago, dimostra come Moratti non è l'unico a sperperare denaro rischiando di dilapidare il patrimonio autoctono. Peccato, perchè stanno affogando in un mare di mediocrità, eppure hanno dimostrato di saper nuotare bene.
Trezeguet, se non altro, dopo l'annata in altalena, è tornato il cobra silenzioso ed implacabile nei 16 metri. Il traguardo dei 100 gol bianconeri in campionato è ad un passo, e può avvalersi della collaborazione di un Del Piero il quale, seppur non ancora in gran forma, può vantare uno score di 1 gol, 2 assist e 3 pali, niente male per un giocatore considerato finito da certi tifosi. Ha un anno in più, però, questo è innegabile.
Permangono delle riserve sulle... riserve. I due gol segnati da Iaquinta contro il Livorno sono uno specchietto per le allodole. Doveroso ricordare come il primo lo abbia realizzato su rigore e il secondo sia frutto di una fortunosa deviazione, come palesato da lui stesso con evidente gesto di braccia e mani nel corso dell'esultanza. Nello stretto fatica, le praterie trovate contro gli uomini di Orsi sono una rarità.
Il parco attaccanti comprende anche Palladino, ma serve solo a far numero, per ora. Doversi affidare a lui vorrebbe dire trovarsi alla canna del gas. Sono lontani i tempi della tripletta alla Triestina e delle sirene inglesi.
Bojinov, nonostante l'ostracismo di Deschamps, il suo l'ha fatto, così come il fedele Zalayeta.
Meno quantità, ma anche qualità, o per lo meno talento, viste le potenzialità ancora inespresse del bulgaro.
Alla resa dei conti, oggi, 17 settembre 2007, 3 reparti su 4 (portieri, centrocampisti ed attaccanti) sono persino inferiori a quelli, non eccezionali, visti in B. L'altro, la difesa, non fa comunque dormire sonni tranquilli a Ranieri. Ovviamente le prospettive sono ben diverse, ma parlare di possibilità (la garanzia di un rapido risveglio di Almiron non c'è) alla vigilia dell'insidiosa sfida contro la Roma capolista, è preoccupante, anche alla luce degli infortuni.
Ranieri avrà il suo bel daffare.
Già, Ranieri, versione pasticcione ieri, ha incomprensibilmente sostituito Zanetti, ottimo come sempre, e Trezeguet, in attesa di palloni giocabili con il surplus di motivazioni dovuto al vicinissimo traguardo dei 100 gol, con Tiago e Iaquinta. Se Deschamps non leggeva bene le partite (possibile che ci fosse sempre bisogno di Birindelli?), anche al tecnico romano sembra mancare qualche diottria.
Messa così, la strada per il 4° posto sembra in salita. Non è così, l'obiettivo è alla nostra portata.
Appurato che Inter e Roma ci sono superiori, il Milan ha la testa alla Champions e l'assenza di un vice-Pirlo e l'allucinante periodo-no di Gilardino costano punti preziosi; la Lazio vista contro l'Empoli dovrebbe guardarsi alle spalle; la Fiorentina alterna prove maiuscole (a San Siro contro i rossoneri) a battute a vuoto (pareggio interno contro l'Atalanta ridotta in 10); altri pericoli all'orizzonte non se ne vedono.
Con Toni ancora di viola vestito, forse sarebbe un'altra storia, d'accordo.
Senza un processo farsa e il conseguente smantellamento di un gruppo straordinario, non ci preoccuperemo dei vari Andrade, Almiron e Tiago. Questa, però, è indubbiamente un'altra storia.

Nessun commento: