venerdì 21 settembre 2007

Jesus of Suburbia

Juve contro Roma, Del Piero contro Totti.
Si ripropone la sfida tra i numeri 10 più amati/odiati d'Italia.
A porre fine al dualismo in azzurro ci ha pensato il romanista, chiamatosi fuori al pari di Nesta. Il bianconero lo seguirà probabilmente dopo aver chiarito a Donadoni di essere una seconda punta.
Tutto iniziò ad Euro 2000 (a Francia '98 andava di moda il Del Piero vs. Baggio), che ha visto ampliarsi la forbice del consenso mediatico tra i due: ad Alex si imputa la sconfitta per due gol divorati, Totti è stato giudicato uno dei più positivi dell'intera spedizione. A seguire, un Mondiale da dimenticare per la Nazionale che Del Piero ricorderà per il gol al Messico, ed il successivo Europeo, anch'esso finito nel libro nero, che invece Totti rimembrerà pur volendolo rimuovere dalla mente per lo sputo a Poulsen.
Il momento delle rivincite è stato Germania 2006. Ad imporsi è l'Italia della difesa, da Buffon al sorprendente Grosso passando per il Pallone d'Oro Cannavaro, del trascinatore Gattuso e del condottiero Lippi.
La lunga cavalcata contro la Germania, il passaggio alla cieca di Gilardino e il piattone a girare con Lehmann inesorabilmente superato, resta probabilmente la sequenza più bella per il tifoso bianconero. Invece, il romanista probabilmente ricorderà la tensione negli occhi di Totti prima di battere il rigore decisivo contro l'Australia, il tiro nel sette, il ciucciarsi il pollicione a mo' di esultanza come tradizione.
Un anno da protagonisti con i rispettivi club, titolo da capocannoniere per entrambi. Purtroppo per noi, Alex ha gonfiato le reti in B, a seguito delle note vicende.
Dopo il ricco antipasto estivo, si ritrovano faccia a faccia all'Olimpico (di Roma).
Diversi in tutto e per tutto, soprattutto nel carattere. Tanto è schivo Del Piero quanto mediatico Totti. Il primo è passato dall'essere gay allo sposarsi ogni estate con Sonia, professione commessa. Questo secondo i giornali, per i quali la moglie sarebbe stata ingravidata un numero imprecisato di volte. In realtà, il matrimonio è stato celebrato in gran segreto e sul bebè in arrivo c'è il massimo riserbo. I diritti della cerimonia non sono stati venduti a Sky, la lista nozze non è apparsa su Internet. Di Del Piero non si ricordano calci, avversari calpestati, sputi, tiramolla con il CT e gesti bambineschi, dal "Vi ho purgato ancora" alle 4 dita mostrate a Tudor. Stile diverso.
Stile, per l'appunto.
Diverso è anche lo stato d'animo dei due. Tra disavventure in azzurro e la grana del rinnovo, lo juventino qualche preoccupazione ce l'ha. Serena la sua nemesi giallorossa, forte del momento straordinario della 'sua' Roma.
Roma, per l'appunto.
Croce e delizia del capitano. Dentro e fuori dal raccordo anulare, due storie diverse. Amato, venerato, elevato ad icona laica a Roma, coccolato dai giornalisti pronti ad esaltarne persino i peti, la consacrazione internazionale non è ancora arrivata, sia a livello di club che di Nazionale. Quando è stato investito del ruolo di trascinatore (Portogallo 2004, da Trapattoni; Manchester 2007, da tutti), ha deluso.
Popolare Totti, nazionalpopolare Del Piero. L'accezione del termine popolare assume connotati diversi. Nel primo caso, trattasi del 'suo' popolo, i romanisti. Nel secondo, di popolo italiano. Certo, non tutti amano o semplicemente rispettano Alex (per primi certi juventini...), ma è considerato una delle pochissime icone universali del nostro calcio. Come Maldini, esemplare anche fuori dal campo.
L'emancipazione di Francesco da Roma passa anche dal pomeriggio di domenica, in attesa della rivincità dell'Old Trafford.
Il calcio è pieno di eroi di provincia (la capitale d'Italia, dopo i due anni di gloria a cavallo del nuovo millennio, resta una realtà in disparte rispetto alle potenze del Nord).
Uno dei casi più eclatanti è certamente Julen Guerrero, centrocampista spagnolo, pardon, basco baciato dal talento ma tartassato dagli infortuni. Avesse voluto, negli anni d'oro c'era la fila per accaparrarselo, ma nel 1995 firmò un contratto decennale con l'Athletic Bilbao, il suo unico club professionistico. Il declino precoce ha tolto al calcio mondiale un protagonista annunciato ed incompiuto.
Totti può contare su qualità decisamente superiori alla media e una squadra all'altezza, inoltre il modulo di Spalletti è perfetto per esaltarne le qualità. Adesso o mai più. Inderogabile, anche se, in fondo, ha aspettato anni, può pure attendere un'altra domenica.
Ora come ora il giallorosso è più in palla e decisivo di Alex, ma comunque vada, una cosa è certa: non sarà mai come Del Piero. Stile diverso, per l'appunto.

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