giovedì 20 settembre 2007

The song remains the same

Come l'anno scorso a Lisbona.
Allora fu Caneira, ex interista presto sbolognato.

Come Roberto Carlos, terzino rimpiazzato con Pistone, perchè secondo Hodgson non sapeva difendere.
Oggi, il brasiliano, dopo una splendida carriera, chiude in Turchia, al Fenerbahce, gli altri due sono senza squadra. Dio vede e provvede.
E' proprio la squadra preferita di Ataturk, al quale è intotolato lo stadio, teatro della Caporetto milanista datata 25/05/05, ad aver tenuto a battesimo la nuova Inter di Mancini.
Nuova fino ad un certo punto, perchè, seppur modificata in alcuni interpreti, la musica è la stessa.
Squadra spaurita e costretta sulla difensiva, reparto arretrato in costante difficoltà, centrocampo inesistente e attacco in balia del lunatico Ibrahimovic. Svestiti i panni del salvatore della patria vestiti in campionato, lo svedese si riconferma foca inconcludente non appena varcati i confini italiani.
L'isteria a strisce nerazzurre si è manifestata dopo il fischio finale.
Quando ci si interroga sulla possibile dipendenza della squadra dal terzino destro (Maicon), allora vuol dire che la sconfitta ha definitivamente compromesso la tua salute mentale.
Poi c'è chi rimpiange Recoba, chi maledice Solari, Stankovic e/o Suazo, oltre, ovviamente, al 'solito' Mancini.
Taccio di cose peggiori, mi è stato inculcato il rispetto verso le persone più sfortunate.
Curioso notare come il tecnico jesino divida, ancora una volta, le tifoserie. Se i supporters bianconeri auspicano una riconferma, per continuare a sognare, diversi interisti gli scavano, metaforicamente, la fossa, chissà perchè.
Confido in Moratti, che se lo tenga.
In fondo, solo il masochismo dei tifosi può portare "L'UOMO CHE VINCE SEMPRE" alla gogna.
Che ci volete fare, l'abitudine a vincere ha reso l'Onesto medio piuttosto esigente.
Cosa vuoi che sia una sconfitta contro la squadra del 50enne Roberto Carlos, di Alex, 5 presenze con il Parma, lento come pochi ma beneficiario della classica giornata di gloria come un Poborsky qualsiasi, e di Deivid (ma chi è?). Allenatore, Zico, per il quale Mancini aveva speso parole d'elogio nel prepartita. Indubbiamente, dopo la sfida il brasiliano avrà accresciuto la propria stima per l'allenatore marchigiano.
Nessuno lo dice, tutti lo sanno. L'obiettivo, uno solo: fare meglio dell'anno scorso.
Allora furono gli ottavi lo scoglio insormontabile, (il) Valencia, la rissa nel postpartita come pesante eredità in tema di squalifiche.
Quest'anno, riusciranno i nostri eroi a farsi, volutamente si capisce, eliminare sin dalla fase eliminatoria, in modo da dedicarsi alla Coppa Italia? Di questo passo, sicuramente.
E poi, con "L'UOMO CHE VINCE SEMPRE" (scusate se mi ripeto, ma la definizione mi ha catturato per quanto è calzante"), mai porre limiti alla Provvidenza.

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