domenica 9 settembre 2007

Ten

Puntuali come Trezeguet in area di rigore, ecco piovere critiche su Del Piero a seguito della sua prestazione contro la Francia.
Il campione bianconero non ha certo brillato, anzi, la sua prestazione è stata poco convincente, a causa soprattutto di quello sciagurato 4-1-4-1, che lo ha costretto a giocare da esterno sinistro.
La difesa fa acqua, le palle alte non sono affar nostro, Chiellini è in bambola contro Foggia.
A centrocampo, Nocerino si è infortunato nell'inutile sfida di Saragozza, il menage a trois Zanetti - infermeria - cartellini gialli è perennemente in corso, Almiron è in calo e Tiago tristemente stazionario. A rendere più desolante questo quadretto, Marchisio è ad Empoli dove è riserva di Giacomazzi e Moro.
Eppure, il problema pare essere il capitano, le sue parole, le sue prestazioni, le sue flautolenze.
A Cagliari la sua prestazione non è stata eccelsa, eppure un gol e la punizione pennellata per il testone di Chiellini portano la sua firma. Decisivo, insomma.
Del Piero non è la Juve, ma una parte importantissima della sua storia recente. E' una bandiera, come Maldini per il Milan e Totti per la Roma. Mentre in via Turati tutelano il nucleo storico manco fossero animali in via d'estinzione, nella capitale tutto ciò che riguarda il capitano giallorosso assume una dimensione divina.
Tra i tifosi bianconeri, c'è chi non aspetta altro che una prestazione negativa di Alex per partire alla carica con le solite, assurde, critiche.
"In ogni ambiente del lavoro, chi timbra il cartellino e basta, va trattato in un certo modo. Chi si appassiona, e dà l'anima, deve essere trattato in un altro modo". Queste parole, testuali, sono state pronunciate da lui stesso in conferenza stampa. Secondo alcuni (in malafede?), dietro questa frase si nasconde la garanzia di un posto da titolare.
In realtà, ha solamente detto la verità. Le società calcistiche sono ormai delle vere e proprie aziende, ed ovunque c'è meritocrazia, a coloro che si distinguono viene giustamente riconosciuto un compenso e/o un ruolo più rilevante.
Indubbiamente, Del Piero rientra nel secondo gruppo. Eppure, è forse l'unica bandiera calcistica a dividere così il proprio popolo.
Con Capello ha sempre tenuto un comportamento esemplare, mai una polemica.
Le polemiche derivanti dalle sue esclusioni in epoca capelliana erano avvalorate da certe sconcertanti prestazioni dello svedese. I numeri, come sempre, hanno dato ragione ad Alex.
La sua presenza non ha impedito l'acquisto dei vari Henry, Miccoli, Di Vaio ed Ibrahimovic. Non è certo colpa sua se il primo veniva schierato da esterno di centrocampo, il secondo e il terzo si sono rivelati inadeguati e il quarto è interista sin da bambino.
Nei primi anni post-infortunio, abbiamo visto solo sprazzi del vero Del Piero. Ancelotti ne hanno un po' abusato, giustificati dalla pochezza delle alternative (Kovacevic, centravanti come Inzaghi ma più forte fisicamente) e dalla necessità di recuperare un giocatore comunque importante per il gioco della squadra.
Non potrà giocare sempre, l'età avanza per tutti, ma finchè segna e fa segnare, non facciamoci del male, deve scendere in campo dall'inizio. Va gestito con oculatezza, quando merita gioca (vero Capello?), quando non ne ha si siede in panchina (verdo Deschamps?).
Ormai manca solo un tassello, la firma.
Alla faccia di chi lo vorrebbe lontano da Torino.
Il giorno del rinnovo, godrò anche per loro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo con te riguarda Del Piero, ma ti volevo fare solo un appunto.........Domenica a Cagliari la punizione non la ha tirata lui ma Camoranesi, quindi purtroppo Alex è stato protagonista di una prestazione davvero scadente........