lunedì 10 dicembre 2007

Superman returns

L'ultima zampata d(ell)a Furia Ceca risale al 26 maggio 2007. Vittima di turno, il Mantova di Di Carlo: altra categoria, altri tempi.
Già, il tempo. Sembrava averlo piegato, perchè gli anni passano anche per tutti, fa niente se ti chiami Pavel Nedved e hai la fama, pienamente giustificata, di irriducibile guerriero. Nemmeno un anno all'Inferno è riuscito a scalfirla, finendo al contrario per rinvigorirne lo spirito dopo un paio d'anni così così sotto la guida di Capello. A tarpargli le ali ci si è messa una preparazione troppo leggera per un duro del suo calibro; curioso, se si pensa che qualcuno (Tiago) l'ha addirittura sofferta. La tanto attesa impennata di rendimento è coincisa con l'intensificarsi dei carichi di lavoro in comune accordo con il preparatore Campana. Mancava la ciliegina, arrivata al termine di un match ormai avviato sui binari di un noioso ed inutile 0-0. Non c'è che dire, il modo migliore per festeggiare il gettone n.° 300 collezionato nella massima serie.
Non è l'unico vecchietto ad aver lasciato il segno. Alex Del Piero entra ad inizio ripresa in sostituzione del deludente Iaquinta, rimasto impigliato nella ragnatela predisposta da Del Neri. L'inizio è scoraggiante, al primo pallone cincischia e se lo fa soffiare come un pivello. Pazienza, la voglia di fare è tale da giustificare qualche eccesso di egoismo, soprattutto di fronte alle successive giocate sopraffine. Spalle alla porta, esterno, et voilà, Pellegrino è costretto ad abbatterlo. L'intesa con Trezeguet non conosce cedimenti, e tra un morbido pallonetto diretto a David ed una punizione dalla sua mattonella intercettato da Coppola, si capisce come la grigia prova di Empoli, per lui, sia solo una parentesi infelice, già chiusa e metabolizzata. A modo suo, con il mestiere, entra pure nell'azione decisiva, spostando quanto basta Carrozzieri, il cui colpo di testa sbilenco finisce tra i piedi sbagliati, quelli di Nedved, il cui destro a pelo d'erba non lascia scampo a Coppola.
Nonostante il risultato, tanto di cappello all'Atalanta. Ben messa in campo, sfrutta il moto perpetuo di Guarente in mezzo al campo e soprattutto la vivacità di Floccari in avanti per creare qualche grattacapo alla banda Ranieri. Missione compiutà, a metà, visto che, laddove non arriva la coppia Legrottaglie - Chiellini, ci pensa il solito Buffon. Menzione d'onore per Molinaro, i cui cross ricordano sempre meno gli improbabili traversoni dalla trequarti di birindelliana memoria. Ha detto di ispirarsi a Zambrotta: le sgroppate lasciano ben sperare, nonostante una tecnica piuttosto elementare. Dalla parte opposta, merita una tiratina d'orecchie Zebina, una bomba sempre sul punto di esplodere. Basta una piccola scintilla, magari causata da un errato controllo, per scatenarne l'ira funesta. Pallone calciato lontano, ammonizione stupida, ma decisione sacrosanta del giovane fischietto Orsato. Saucisson.
Dopo aver tessuto le lodi di Zanetti, stavolta anche Nocerino strappa applausi. Oltre alla solita routine, fatta di pressing martellante e palloni recuperati, si permette il lusso di fare la barba al palo alla destra di Coppola (13°). Notevole il recupero su Floccari, nell'occasione sfuggito a Legrottaglie con un'abile finta. L'azione in questione conferma come il posto del lento e compassato Tiago sia la panchina, dalla quale si alzerà solo ad un paio di minuti alla fine, giusto in tempo per regalare la standing ovation al match winner Nedved.
La palma di migliore in campo la meriterebbe Ranieri, anche solo per la scelta di concedere al portoghese appena un paio di giri d'orologio per... mettersi in mostra. Chiamasi lezione, impartita all'allievo svogliato visto giovedì ad Empoli, come per dargli un ulteriore input in modo da consentirne il risveglio. Non stiamo parlando di un ragazzino inesperte, da crescere, proteggere e un po' coccolare, ma di un presunto campione-o-giù-di-lì. Se non ha il carattere per uscire da questa situazione, vuol dire che non è da Juve, accompagnatelo alla porta. Qua la mano, mister.
Per il ruolo di peggiore, è una bella lotta tra Palladino e Marchionni, quest'ultimo entrato ad inizio ripresa in sostituzione del primo. Nel primo tempo, dalla destra partono solo cross sbilenchi, il primo dei quali causa pure qualche grattacapo all'estremo difensore orobico. Il cambio non sortisce gli effetti sperati, per la tendenza dell'ex parmigiano ad accentrarsi, andando ad intasare gli spazi sulla trequarti e di fatto autoescludendosi dalla manovra. Bocciati? No, facciamo rimandati.
Detto di Iaquinta, chi non ha bisogno di esami è Trezeguet, pericoloso quando innescato dai cross dei compagni. Molinaro riesce a trovare il varco e la misura giuste in un paio d'occasione, la più ghiotta al 62°, ma la girata del francese finisce fuori di poco. Il binario di destra è comunque quello privilegiato, per la scarsa consistenza di Capelli prima e Belleri poi, poco supportati da Ferreira Pinto. In mezzo, i giganti Carrozzieri e Pellegrino alzano le barricate, contenendo bene gli avanti bianconeri. Almeno nel primo tempo, perchè con Del Piero la storia cambia. D'altronde, come disse tempo fa Ranieri, è o non è "il calcio"?

LE PAGELLE:
Buffon 6.5 - Non è certo un tiro al bersaglio quello dell'Atalanta, ma Gigi si fa sempre trovare pronto, soprattutto sul tiro al quarto d'ora di Floccari.
Zebina 5.5 - Padoin è un tipetto mica facile da contenere, e se a questo aggiungiamo un certo nervosismo (si veda l'ammonizione), insufficienza è fatta.
Legrottaglie 6.5 - Una sola sbavatura, su Floccari, ma Nocerino rimedia. Per il resto, pulito ed elegante. E' tornato quello dei tempi d'oro.
Chiellini 6.5 - Pur non avendo un uomo al quale francobollarsi, tiene alta la concentrazione. Dalle sue parti non si passa.
Molinaro 7 - Sorprendente per la costanza nel proporsi e soprattutto nella precisione dei traversoni. Chiellini può starsene tranquillo nel cuore della difesa.
Palladino 4.5 - Tutto fumo, niente arrosto. Non azzecca un cross manco per sbaglio (Marchionni 5 - Vorrebbe spaccare il mondo, ma tende spesso ad accentrarsi, finendo per isolarsi dalla manovra. Da rivedere).
Nocerino 6.5 - Factotum. Cuce, pressa, tampona, chiude tutte le falle e si concede il lusso di un diagonale che per poco non gonfia la rete. Bella risposta a chi continua, chissà perchè, a reclamare spazio per Tiago.
Zanetti 6.5 - Che dire, il solito. Quest'anno gli infortuni lo stanno lasciando in pace, e si vede.
NEDVED 7 - Basterebbe il gol. In effetti, pur svariando per il campo, per il resto la sua non è una prestazione memorabile, ma ci si 'accontenta' volentieri. Meritatissima la standing ovation al momento dell'uscita dal campo (Tiago ng).
Iaquinta 5.5 - Come a San Siro, delude. Gli avversari lo ingabbiano, in area di rigore è spesso anticipato. Viene giustamente avvicendato con Del Piero (Del Piero 7 - Entra e perde palla. Qualcuno avrà mugugnato, amen, perchè cresce alla distanza, entrando in ogni azione offensiva e mettendo costantemente in apprensione la difesa atalantina. Decisivo).
Trezeguet 6 - Carrozzieri e Pellegrino sono due armadi; lui, pur non riuscendo a sfruttare le poche occasioni concesse dai due mastini, tiene sempre impegnato il proprio marcatore.

Ranieri 7 - Coraggioso nell'effettuare ben due cambi nell'intervallo, la scelta di Del Piero si rivela vincente. Ottima la gestione di Tiago.

Atalanta: Coppola 6, Capelli 5 (Belleri 5), Carrozzieri 6.5, Pellegrino 6, Bellini 6; Ferreira Pinto 5.5, De Ascentis 5.5, Guarente 6.5 (Tissone ng), Padoin 6 (Langella 5); Doni 5.5; Floccari 6.5.

Arbitro, Orsato 6.5 - Buona gestione del match. Se il buon giorno si vede dal mattino, e Collina non lo rovina, ecco un bravo arbitro.
Assistenti, Faverani 6, Stefani 6.

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