lunedì 10 dicembre 2007

L'incredibile parabola di Legrottaglie, da pecorella smarrita a figliol prodigo

Secondo un vecchio adagio, "chi ben comincia è già a metà dell'opera". Ecco spiegato il traumatico rapporto 'Legrottaglie - Juventus, parte I°'.
Il suo look, in occasione della presentazione, è destinato ad entrare nella leggenda, come apologia del trash. T-shirt rossi, 'pinocchietti' a righe in tinta con la maglia, e, soprattutto, infradito, destinati a diventare un must. Forse, sin da quei tragicomici momenti, Moggi ha iniziato ad interrogarsi sulla bontà dell'affare. Il direttore, in giacca e cravatta d'ordinanza, come del resto Bettega e Giraudo, si è trovato di fronte un simil-tronista (deportato di peso da qualche spiaggia assolata?), abbronzatissimo e mechatissimo, roba da far invidia a Mexes.
Montero, suo compagno di reparto designato, lo soprannomina affettuosamente, ma anche no, 'el mesciato'; per i tifosi, sarà ora e sempre, nei secoli dei secoli, 'infradito'. Amen.
La pubalgia inizia a marcarlo stretto, meglio di quanto non faccia lui con gli avversari, Martins su tutti, capace di soffiargli il pallone da sotto il naso prima di infilare Buffon. Juve - Inter 1-3, un po' lo specchio di una stagione balorda. Sul banco degli imputati, finisce proprio Nicolino nostro. Capro espiatorio? Non proprio: ripensando a certe topiche da principiante, caprone, e basta. A far crescere esponenzialmente il rammarico, il pensiero che la Roma, battuta nella corsa al difensore, abbia 'ripiegato' su Christian Chivu. Dulcis in fundo, conquista l'ambito 'Bidone d'oro', succedendo al Rivaldo-bradipo rossonero. Uau.
Al momento di spiccare il volo, qualcosa è andato storto. E pensare che il buon Nicola, in carriera, aveva già conosciuto momenti difficili. Pugliese di Canosa, dopo la trafila nelle giovanili del Bari, armato di una valigia piena di sogni e infradito, inizia una lunga gavetta. Pistoiese, dove il compianto Catuzzi lo trasforma in centrale difensivo ('tacci sua), Prato, Chievo, Reggiana e Modena. Per una volta, si ritrova nel posto giusto al momento giusto. La sua fortuna coincide con quella del Chievo dei miracoli. Alla corte di Del Neri conquista prima la A, poi la maglia azzurra. Passato alla Juve per una cifra che fa male ricordare, nel giro di un anno perde tutto: nazionale, posto in squadra, fiducia in se stesso. Via Lippi, arriva Capello, che non fila di pezza. Logica conseguenza, il prestito al Bologna. Al momento del suo arrivo, i felsinei navigano in acque tranquille; il suo contributo rende possibile la retrocessione in B, al termine di un drammatico doppio derby-spareggio contro il Parma di Gilardino.
La società emiliana, manco a dirlo, lo rispedisce indietro. Capello non sa cosa farsene, e siccome gli amici si vedono nel momento del bisogno, il Siena se lo accaparra al termine di un'asta alla quale è l'unica partecipante. Disputa un campionato tutto sommato dignitoso, fallendo laddove era riuscito in Emilia. Il Siena si salva, ma, soprattutto, tale Tomas Guzman lo salva, indicandogli la via del Signore.
Detta così, la vicenda si presta a risate e sonori pernacchioni di scherno. In realtà, il paraguaiano, talento mancato ma predicatore in erba, fa parte degli 'Atleti di Cristo', movimento nato in Brasile, nelle cui fila troviamo, tra gli altri, il futuro pastore Kakà.
L'incontro con il Signore gli cambia la vita. Per vedere un nuovo Legrottaglie in campo, dovremo invece aspettare ancora un paio d'anni. Abbiate fede, fratelli.
A fine anno, torna, per rimanerci, in bianconero, quello di Torino. La realtà è radicalmente cambiata, oggi si chiama B; gli avversari non sono più Adriano e Totti, ma Serafini e Ricchiuti. Siccome nella vita ci vogliono dei punti fermi, il nostro eroe riparte da dove aveva lasciato, cioè dalla tribuna. E' l'ultima ruota del carro, insomma; per sua fortuna, il carro in questione è trainato da Boumsong e Kovac, visto che le disgrazie non vengono mai da sole.
Collezionerà solamente 10 presenze, per quel maledetto fattore S onnipresente ed inopportuno. Due sono i momenti particolarmente significativi nella sua stagione. Il primo, a Napoli; assente la coppia titolare, tocca all'inedito due Legrottaglie - Chiellini (dice nulla?) contrastare Calaiò & co.. Il nostro eroe disputa un match impeccabile, ma ad inizio ripresa, succede il patatrack. Un avversario tenta di sodomizzarlo in piena area di rigore, causando una lussazione alla spalla sinistra del difensore ritrovato. 3 mesi di stop, arrivederci a febbraio. E febbraio sia. Deschamps, notoriamente foriero di intuizioni geniali, pensa bene di rilanciarlo contro il Vicenza. Entra con la squadra in vantaggio per 0-2: finirà 2-2, e lui qualche responsabilità ce l'ha, pur attenuate, solo parzialmente, dalle attenuanti del caso.
La sua esperienza tra le fila della Vecchia Signora sembra destinata a finire in estate. L'ingaggio elevato frena i potenziali acquirenti italiani. Spunta il Besiktas, pare tutto fatto per 2.5 milioni di euro, a dimostrazione del disinteresse verso il calcio italiano in Turchia. Il vecchio saggio, sotto le spoglie di Giovanni Trapattoni, diceva: "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco", e aveva ragione. L'affare sfuma, a causa, sembra, di una vecchia pendenza con l'ex tecnico Del Bosque. La Juve non ci sta, si parla di una denuncia alla società turca, tale è la voglia di liberarsi di Legrottaglie. Niente da fare, lo champagne può tornare al fresco, Nicola non si schioda. Lo stesso Nicola conferma di essere stato virtualmente un ex bianconero. Sliding doors.
Presentarsi ai nastri di partenza, consapevole di essere rimasto solo per una trattativa andata in malora, e dopo un anno in cadetteria come riserva di Boumsong, richiede fede e pazienza: no problem. Nel frattempo, si completa la trasformazione da brutto anatroccolo a cigno. Non più biondo, ormai moro, le meches sono un pallido ricordo. Addio ai bagordi notturni, è tutto casa e chiesa. Unica reminiscenza, gli infradito. Fantastica un'immagine risalente all'estate 2007, che ritrae il difensore (t-shirt, bermuda e, appunto, infradito) a colloquio con Secco (versione "Le Iene").
Il resto è storia recente. Andrade fa crack, Criscito fa flop, spazio a Nicola II da Bari. La sua nuova versione, tirata a lucido e guidata da Dio, è elegante nei disimpegni, puntuale negli interventi ed insuperabile di testa. In due parole, un muro. L'unica pecca, il rigore regalato alla Fiorentina proprio in extremis per un ingenuo fallo di mano.
Ricucito lo strappo con la curva, ora punta a conquistare Donadoni in ottica Euro 2008. Di questo passo, l'obiettivo è alla portata. Il rinnovo contrattuale sino al 2010, quando avrà 34 anni, unitamente ad una crescita costante, allontana gli spettri di Ivanovic, Lugano e così via.
Oggi, sul sito del suo fans club, sotto al banner della Juventus, campeggia quello degli 'Atleti di Cristo', e non è certo un caso. Esaurito il feeling con la sfortuna, rafforzato quello con Dio, scurdammoce 'o passato.
Significativo come vedere l'effige della 'Tenuta Legrottaglie', la sua azienda vinicola, non susciti più commenti taglienti o ilarità.
Nell'universo calcistico, il difensore pugliese è una mosca bianca. Ce ne fossero di redenti come lui, ne guadagneremo tutti.
Avanti così, Nicola. Che la forza sia con te. Citazione biblica? No, Star Wars.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono una ragazza laureata e volevo dirti che se questo articolo l'hai scritto tu, ed hai solo 21 anni, ti faccio i miei più sinceri complimenti per la proprietà di linguaggio e per il livello di cultura che riesco a percepire. Davvero bravo!
Ma spero anche che la storia di Legrottaglie che ti abbia fatto riflettere sulla vera esistenza di Dio e di come Lui può cambiare straordinariamente la tua vita. Con me ha fatto lo stesso...perchè non ci provi anche tu?
Basta semplicemente credere che esiste e con questa fede chiedergli di entrare nel tuo cuore, di trasformare la tua vita e di diventare il tuo Salvatore.
Dio ti sta aspettando.

Ti stimo e ti apprezzo tanto.
Dio ti benedica
Anna