martedì 18 dicembre 2007

Milano esulta dal tetto d'Italia e del mondo

16 dicembre 2007, domenica da ricordare per la Milano calcistica.
In rigoroso ordine cronologico: il Milan si laurea campione del mondo per club annientando il Boca con un netto 4-2; la Roma soffre, rischia e strappa un punto a Torino; l’Inter si avvia alla conquista del primo scudetto degno di questo nome dal lontano 1989 espugnando Cagliari grazie a Cruz e all’ex di turno Suazo.
I nerazzurri raggiungono quota 40 e volano a +8 sugli uomini di Spalletti. Non fosse per la presenza di una cassapanca di nome Bjelanovic spacciata per torre offensiva al centro dell’attacco, e per il comico misunderstanding tra Di Michele e Rosina capaci di sparare fuori a porta vuota da pochi passi, si parlerebbe di aggancio bianconero. Per dirla tutta, un rigore per fallo di Dellafiore su Vucinic ci poteva pure stare, ma non basta a giustificare una prestazione così scialba.
La Juve scaccia il mal di trasferta e pur soffrendo la vivacità delle punte laziali + Mauri porta a casa tre punti pesantissimi. Trezeguet e Del Piero (uno-due in fotocopia tra il 48° e il 70°) suggellano la vittoria; ai padroni di casa non bastano gli sbandamenti della difesa ospite e la doppietta di Pandev.
A Genova, la Fiorentina strappa un punto che fa più morale che classifica. Frey è ko per un mese, e si vede: Lupatelli papereggia, Gastaldello sentitamente ringrazia. Ci pensano Mutu e Donadel a ribaltare il risultato, ma Cassano, di testa, sigla il definitivo 2-2. Proprio il barese aveva, in occasione del pareggio del rumeno, monopolizzato l’attenzione del paese per un surreale psicodramma causa ammonizione e conseguente squalifica.
All’Udinese, nell’anticipo pomeridiano di Catania, va peggio. Marino riceve applausi, ma soprattutto due sonori schiaffoni firmati Mascara. In Sicilia se la ride pure il Palermo, rivitalizzato dalla cura Guidolin, come dimostra il 3-1 di Bergamo. Avanti con un’incornata di Cavani, l’autogol di Langella chiude virtualmente i giochi, la zampata di Amauri a coronamento di una splendida azione mette il sigillo sulla partita. Per non annoiare il pubblico presente, ci pensa lo stesso brasiliano a riaprire il match, deviando sotto (la propria) porta una punizione innocua di Tissone ed ingannando così l’incolpevole Fontana.
Il Napoli privo di Lavezzi non va oltre il pareggio a Siena, e ringrazia Bogliacino, schierato a supporto dell’unica punta Zalayeta, che riacciuffa i toscani in vantaggio con un Frick in gran spolvero.
Al Tardini, il Parma orfano del ribelle Morfeo avvicina la Reggina alla cadetteria. Corradi, Pisanu e Paci, difensore-goleador, rinsaldano la panchina di Di Carlo.
Dulcis in fundo, l’Empoli, a cui ha giovato il cambio di allenatore, pareggia in casa con il Genoa. Giovinco (3° gol in A) batte Rubinho concludendo nel migliore dei modi un’azione promossa dall’intraprendente Marchisio. Masiello, ex stellina della Primavera bianconera, a pochi minuti dalla fine spegne i sogni di gloria degli uomini di Malesani.
Tutto, però, passa in secondo piano di fronte al 14° scudetto nerazzurro.

Classifica:
Inter 40
Roma 33
JUVENTUS 32
Udinese 28
Fiorentina 25
Palermo 25
Napoli 22
Atalanta*, Catania, Sampdoria 21
Milan***, Parma 18
Lazio 17
Torino, Genoa 16
Siena, Livorno*, Empoli 14
Cagliari, Reggina* 10

* = 1 partita in meno; *** = 3 partite in meno.

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