martedì 23 ottobre 2007

Tiago - Riquelme: perchè no?

All'inizio sembrava la classica suggestione spagnolo, deduzione fin troppo scontata derivante da due situazioni che fanno discutere.
Riquelme, ostracizzato dal tecnico Pellegrini per, sembra, incompatibilità caratteriale, è ai margini della rosa del Villareal, e solo con la maglia dell'Argentina può deliziare le platee con il proprio talento, per la gioia mista a rimpianto dei tifosi del Boca per i quali è una sorta di divinità pagana.
Tiago, voluto da Ranieri (lo dice il tecnico), ma presto rinnegato (lo dicono i fatti), ha pensato bene di darsi la zappa sui piedi con un'intervista-sfogo rilasciata ad un quotidiano portoghese. La risposta piccata dell'allenatore lascia poco spazio alle interpretazioni, chiudendo virtualmente, a meno di improbabili colpi di coda, l'amara esperienza in bianconero del portoghese triste.
Siccome fa comodo pensare che uno più uno faccia sempre due, sapendo dell'interessamento presente dei 'sottomarini gialli' per l'ex Lione e quello passato della Juve per l'argentino, ecco lanciata l'idea: scambio a gennaio.
La felice conclusione dell'affare è legata a numerosi fattori. Dando per scontato l'eventuale placet di Villareal e Riquelme, stuzzicato da un'ipotesi così affascinante, restano da decifrare le posizioni della Juventus, desiderosa di non far svalutare l'investimento estivo più oneroso, e del suo numero 30.
Se l'aggettivo compassato calza a pennello, come un abito su misura, a Tiago, nel caso dell'argentino si può tranquillamente parlare di lentezza esasperante. Bravo nel far correre il pallone, molto meno a muoversi lui stesso. Cedere un centrocampista eccessivamente lezioso e dal passo cadenzato per far spazio ad un trequartista ancor più 'fermo' può sembrare un suicidio. In realtà, date le circostanze, l'idea non è poi così campata per aria.
Condizione essenziale è l'elasticità di Ranieri nel cambiar modulo, passando dal classico 4-4-2 a quel 4-3-1-2 visto a Roma, dove il faro dell'Albiceleste troverebbe spazio alle spalle delle due punte. Immaginarlo calato in un differente modulo tattico è puro esercizio di fantasia, non avendo il passo per giocare defilato ed essendo del tutto sprovvisto di qualità in interdizione tali da ipotizzarne un arretramento nel cuore del centrocampo, dove verrebbe sistematicamente aggredito.
Il passo decisamente poco spedito lo renderebbe difficilmente protagonista in Italia, ma è giusto concedergli il beneficio del dubbio sino a prova contraria. Quello stesso beneficio di cui gode, per ora, anche Tiago, poco utilizzato da Ranieri. Purtroppo per lui, parole (troppe) e fatti (pochi) vanno spediti di pari passo, e conducono verso un vicolo cieco, dove si avverte una fastidiosissima puzza, quella del flop. Per quanto un allenatore, in quanto essere umano, possa tranquillamente sbagliare, le prestazioni del giocatore sono state davvero scoraggianti, l'aver perso lo sponsor che ne ha caldeggiato l'acquisto deve far riflettere.
Andando in Spagna, potrebbe rilanciarsi, nella peggiore delle ipotesi difficilmente riuscirebbe a far peggio di così, anche perchè, dietro al nulla non c'è niente.
A meno che non abbia il carattere di Gascoigne, anche per Riquelme il trasferimento porterebbe con tutta probabilità benefici. Mal che vada, a giugno ci si saluta, senza rancore.
Difficile, per non dire impossibile, impostare l'affare sulla base di cessioni definitive. Entrambi i cartellini hanno subito una forte svalutazione alla luce delle recenti disgrazie, e una società attenta al bilancio come la Juve difficilmente si farà uccellare, rimettendoci faccia e denaro. Possibile, semmai, che al prestito semestrale venga associato il diritto di riscatto. Riuscire a vendere Tiago senza rimetterci sarebbe un piccolo capolavoro.
Per quanto non sia garantito alcun vantaggio tecnico, il gioco, fermo restando l'attuale gelo tra Ranieri e Tiago, e lo scarsissimo minutaggio di quest'ultimo, vale la candela. Quindi, una volta chiariti i 'se' e i 'ma' che lo scambio comporta, perchè no?

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