mercoledì 10 ottobre 2007

Non c'è rosa senza spine: Criscito (I)

Nonostante il buon momento della Vecchia Signora, non è difficile scorgere qualche faccia incupita tra gli uomini di Ranieri.
Basta buttare un occhio sulla panchina, ed ultimamente ci si imbatte in Domenico Criscito.
Difficile comprendere il suo stato d'animo, vista la maschera imperturbabile assunta dal ragazzo. Non lascia trasparire emozione alcuna, giustificando così il soprannome di "svedese" affibbiatogli sin dai tempi delle giovanili genoane. Effettivamente, più che napoletano pare nativo di Stoccolma.
Sin dal precampionato, dopo i fisiologici esperimenti di mezza estate, la scelta di Ranieri è stata chiara: titolari Andrade - Criscito, dietro tutti gli altri. L'infortunio del portoghese ha rotto l'idillio, già incrinato da alcuni errori, soprattutto del numero 5.
Errori dovuti fondamentalmente all'inesperienza e al fisico esile. A preoccupare è soprattutto quest'ultimo fattore.
Se il gap in termini d'esperienza potrà essere colmato solo accumulando minuti, servirebbero invece alcune sedute extra in palestra per metter su quei muscoli necessari a reggere l'impatto con gli attaccanti della massima serie.
Criscito supera l'1.80, ma sfiora appena i 70 kg. Ne hanno beneficiato non solo Inzaghi e Totti, ma anche Rossini, Larrivey e Matri, tutti abili nel far perno su di lui per poi aggirarlo, una costante, e nel sovrastarlo di testa.
Il calcio è fatto di episodi, e questi hanno penalizzato oltremisura il giovane Under 21. Ad altri è andata meglio.
Prendiamo Chiellini. Partito benissimo contro l'inesistente Livorno, Foggia gli ha fatto girare la testa a Cagliari, facendogli fare la figura di un Gresko qualsiasi. Attestatosi su livelli da "senza infamia nè lode", contro la Fiorentina ha sfoderato una convincente prova, facilitato dal gioco, alla 'viva il parroco', dei viola, fatta eccezione per due episodi: prima battezza fuori un pallone recuperato da Semioli sul quale va in sandwich con Molinaro; infine, abbraccia Vieri in pieno recupero improvvisando un match di wrestling. Due calci di rigori non ravvisati dal distratto Rizzoli. Avesse fischiato, i giudizi lusinghieri sulla sua gara si sarebbero sciolti come neve al sole.
Alquanto discutibile la gestione di Ranieri.
A parole gli ha ribadito la fiducia, prendendosela anzi con i giornalisti colpevoli di essersi accaniti sul talentino napoletano. Lo sfogo del tecnico di fronte a microfoni e taccuini risale all'indomani della sfida di Roma, che ha visto il difensore sostituito nell'intervallo, come a Cagliari. Dopo averlo utilizzato contro la modesta Reggina, Criscito è rimasto in panchina nel derby e a Firenze, in barba alle buone intenzione palesate dall'allenatore.
In queste due occasioni, ad onor del vero, la difesa ha incassato una sola rete, su rigore, provocato (regalato) da Legrottaglie.
Attribuire i meriti dell'inversione di rotta all'esclusione di Domenico sarebbe alquanto ingeneroso.
Le due sostituzioni subite nell'intervallo, controproducenti.
Dal punto di vista psicologico, nonostante la dura scorza, hanno probabilmente intaccato l'autostima del ragazzo, fatto passare per capro espiatorio di un problema invece generale.
Tecnicamente, non ci sono stati particolari benefici.
A Cagliari, nella prima frazione Criscito ha sofferto la fisicità della coppia Matri - Larrivey, Chiellini, come detto, quella furia di Foggia, baricentro basso e svelto di gambe. Invertirli sembrava brutto? Evidentemente è così, visto l'ingresso di Legrottaglie, piazzato a fianco dello sfortunato Andrade. Il risultato è stata la doppietta da un Foggia scatenato su rigore, il primo provocato da un'ingenuità del centrale pugliese. Sul patibolo, però, c'è finito proprio Domenico.
L'errore di Roma (Totti, spalle alla porta, si appoggia regolarmente sul difensore, aggirandolo e mandandolo fuorigiri; inutile il goffo tentativo di recupero) è palese nonostante i meriti del capitano giallorosso, e va a macchiare una prova altrimenti convincente. In occasione del raddoppio giallorosso, gli si può imputare una scarsa convinzione nel contrasto con Aquilani, ma la sfortuna ha giocato un ruolo decisivo. Nell'intervallo, entra di nuovo Legrottaglie al suo posto. A complicare il quadro, il grave incidente occorso ad Andrade, tanto da costringere Ranieri a ridisegnare una difesa assolutamente inedita. Non a caso, la Roma attacca a più non posso, mancando il colpo del ko un po' per errori di mira, e un po' per un super Buffon. Infortuni dei singoli non se ne vedono, è nel suo complesso che il reparto sbanda. Come nel post-partita di Cagliari, Criscito viene crocefisso.
Lontano dalla perfezione, ma anche dal rappresentare il male assoluto.
Non si pensi che i campioni di oggi all'età di Domenico raccogliessero consensi.
Cannavaro era riserva nel Napoli; Nesta alternava partite positive e passaggi a vuoto; Maldini faceva la sua figura sulla sinistra; idem Ferrara a destra.
Ecco, proporlo a sinistra può essere una soluzione, per lo meno quando la punta da marcare meglio si combina con la potenza e la struttura fisica di Chiellini. Casiraghi lo utilizza in quella posizione, lo scorso anno Gasperini, se costretto, lo ha schierato fluidificante di sinistra nel 3-4-3 con risultati incoraggianti. I piedi ci sono, la personalità non gli fa difetto, deve solo crederci.
Lui, come Ranieri, perchè questo ragazzo ha un talento raro, se non unico attualmente in Italia, e deve giocare.
E' giovane, ogni tanto sbaglia, come del resto elementi più navigati.
Bisogna insistere su di lui, e, tempo un paio d'anni, ci ritroveremo, finalmente, con un campione cresciuto in casa, come vanno predicando da tempo Blanc e soci.

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