lunedì 29 ottobre 2007

Milan in andropausa

Dr. Jekill e Mr. Hide, la doppia personalità del Milan colpisce ancora.
Dopo la disfatta interna contro l’accorto Empoli e la passeggiata in cavalleria tra le praterie ucraine, una volta esauritosi l’eco dell’inno dell’amata Champions, ecco riaffiorare le vecchie magagne.
A beneficiarne è la Roma, che pur priva di Totti, espugna San Siro grazie ad un colpo di testa del rinato Vucinic, bravo nel rubare il tempo a Nesta (piccola parentesi: da inizio anno si è fatto uccellare, tra gli altri, da Santana, Pisanu e dal montenegrino...) su perfetto invito dell’ottimo Cicinho. Lo sterile forcing dei padroni di casa lascia inoperoso Doni, e solo un cucchiaio fuori misura di De Rossi su rigore (provocato da Ambrosini, espulso) evita un passivo più umiliante.
Maldini torna all’antico e giostra a sinistra, trovandosi di fronte il duo brasiliano Cicinho – Mancini: questo è lo specchio della ‘Villa Arzilla’ rossonera. Le alternative sono in età da INPS oppure giovanotti imberbi come Gourcuff, il risultato è un mortificante +3 sul Siena terz’ultimo.
Il ciclo, culminato con la vittoria di Atene, è concluso, a meno di improbabili colpi di coda. Data anche l’età di alcuni uomini, si può parlare a ragion veduta di andropausa.
La dimensione degli uomini di Ancelotti è chiaramente europea, sia mentalmente che tatticamente, viste le difficoltà palesate sullo stretto, contro squadre desiderose innanzitutto di non prenderle. Gli affondi di Oddo, i lanci lunghi di Pirlo e le accelerazioni di Kakà restano così esclusiva per la platea internazionale, dove gli ampi spazi facilitano una manovra ad ampio respiro.
Se la diagnosi non è così difficile da formulare, per la cura, come suggerito da tifosi dotati di pungente autoironia, l’unica via è rivolgersi al dottor House, cinico e spietato, l’opposto del Milan versione campionato.
Dall’altra parte, la Roma pare ormai guarita dopo le recenti sbandate. Uscita con le ossa rotto dalle grandi sfide contro Inter, Fiorentina, Juventus e Napoli (appena 3 punti conquistati, frutto di altrettanti pareggi, con un corredo di 12 reti incassate), si è risollevata contro lo Sporting confermandosi a Milano. Le medicine giuste si chiamano Juan e Vucinic: il primo ha ridato solidità ad una difesa sonnacchiosa, il secondo si è scoperto uomo della provvidenza. Non a caso, sono stati i due marcatori del martedì di Champions. Superato l’appannamento, pur cambiando gli interpreti, la sinfonia resta la stessa, grazie ai violini giallorossi capaci di suonare all’unisono regalando sprazzi di calcio champagne.
Roma e Milano sono spaccate in due, calcisticamente, non solo per il tifo ma anche per i sentimenti, decisamente agli antipodi. Milanisti e laziali piangono lacrime amare, figlie anche di un mercato condotto al risparmio. Lotito, al contrario di Galliani, non può nemmeno cullarsi su qualche Champions racimolata negli anni, ma ha lo stesso sfoggiato il famigerato ‘braccino’. Il brusco risveglio, dopo il faticoso superamento dei preliminari e lo stoico pareggio contro il grande Real, lo ha procurato lo stesso Milan in una rara serata di gloria tutta italiana. L’incornata di Asamoah, fischiato dai soliti beceri pecoroni, inchioda gli uomini di Rossi ai bassifondi della classifica, proprio a parimerito con Maldini e soci.
Sorriso amaro per Mancini. Il pareggio di Palermo è un buon risultato, offuscato dall'infortunio di Stankovic. Un Fontana in giornata di grazia nega a più riprese la gioia del gol ad Ibrahimovic, mentre la traversa colpita da Chivu su punizione grida ancora vendetta.
La Fiorentina non approfitta dei passi falsi altrui, mezzi o completi che siano, ed impatta a Marassi contro il Genoa. Partita senza gol, con poche emozioni, che consente un piccolo passo in avanti ad entrambe le sorprendenti compagini.
I tifosi del Grifone possono consolarsi pensando alla disgraziata domenica dei cugini blucerchiati, sconfitti per 2-0 a Catania (Mascara e Martinez). Da segnalare l'ennesimo 'Cassanata': al 37° della ripresa, si ferma sulla trequarti, chiede ad Edusei di buttar fuori la sfera ed abbandona il campo lasciando sgomenti i compagni. L'amico Montella, ricordando le miraboli imprese del barese, tenta di ricondurlo a più miti consigli pensando ad uno dei suoi soliti colpi di testa, salvo essere mandato a quel paese da un nervosissimo Antonio, in realtà vittima dell'ennesimo infortunio muscolare. Resta comunque la primizia dell'uscita senza aver prima comunicato con la panchina. Una sorta di 'autosostituzione'.
Dopo il rocambolesco pari interno contro il Torino (vittorioso nell'anticipo pomeridiano, 2-0 al Cagliari a firma di Rosina e con un'autorete di Ferri), risale l'Atalanta, capace di espugnare Empoli grazie al gol del solito Doni. Da segnalare l'ingresso ad inizio ripresa di un vivace Giovinco, al contrario di Marchisio sorprendentemente rimasto in panchina dopo l'ottima prova contro il Milan. Turno di riposo in vista della sfida con il passato di mercoledì? Si spera, anche se, conoscendo Cagni, mai dare nulla per scontato.
In fondo alla classifica, respira il Parma di Di Carlo, contestato nel prepartita e salvato da quel Morfeo mai schierato nell'undici titolare nonostante tecnicamente mangi in testa a tutti i compagni. In vantaggio con l'ex Morrone, il rinato Tavano risponde con una doppietta, ma ci pensa Paci, colpevole di aver regalato un penalty agli uomini di Camolese, a riequilibrare il match. Curioso come la rete del fantasista abruzzese sia arrivata di testa, colpo per lui inconsueto.
Anche a Siena ci sono un tecnico in bilico (Mandorlini) e un numero 10 incompreso (Locatelli). In campo nel secondo tempo, l'ex talento del Milan non basta per conquistare la vittoria. Le occasioni fioccano, ma la Reggina resiste, e porta a casa un punto prezioso. La classifica, per entrambe, piange ancora, ma in tempi di magra, ci si accontenta, almeno in attesa del turno infrasettimanale di mercoledì.

CLASSIFICA:
Inter 21
Roma 18
JUVENTUS, Fiorentina 17
Udinese 15
Napoli, Atalanta 14
Catania, Palermo, Genoa 13
Torino, Sampdoria 11
Milan, Lazio 10
Parma 9
Cagliari, Empoli 8
Siena 7
Reggina 5
Livorno 2

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