martedì 23 ottobre 2007

Milan, al peggio non c'è limite

Di Muslera ce n'è uno solo.
Se poi Ancelotti crede all'equazione "più attaccanti = più gol", arrivando a schierare insieme Gilardino ed Inzaghi, pur essendo ormai acclarata la loro idiosincrasia dettata da movimenti pressochè identici, allora c'è davvero poco da fare.
Un po' va capito, l'assenza cronica di Ronaldo, quella estemporanea Kakà, in attesa di gennaio, quindi di Pato, limita notevolmente il ventaglio di scelta. Gourcuff si conferma più abile a parole che in campo, Ambrosini centravanti è la fotografia di una crisi ormai innegabile. Ne approfitta l'Empoli, che passa in vantaggio con Saudati e tiene botta con le classiche barricate di Cagni, grazie anche ad un maestoso Marchisio, capace di mettere la museruola a Seedorf, per l'occasione trequartista unico. Prima del fischio d'inizio, Dida si scusa platealmente con il pubblico, chinando in avanti il capo, con le mani giunte, verso i diversi settori dello stadio. A fine match, avrebbero dovuto imitarlo tutti, i dirigenti in primis.
Anche se ormai non è che faccia poi così notizia, uno degli spunti più rilevanti dell'ultimo turno di A è la sconfitta dei rossoneri.
Non sono, però, l'unica grande ad avere problemi. La Roma sembra tornata in piena Zemanlandia. Curci e una difesa 'emozionante' permettono al Napoli di rimontare quattro volte i giallorossi, in gol con Totti, Perrotta, De Rossi e Pizarro. Per gli ospiti, vanno a segno Lavezzi, Hamsik, Gargano e Zalayeta, riuscendo a tamponare così gli errori di Iezzo.
Nell'altro anticipo, l'Inter ha la meglio sulla Reggina con una punizione di Figo spizzata dalla crapa pelata di Adriano, sostituito da Mancini al quale si rifiuta di dare il classico 'cinque'. Unici anche, se non soprattutto, nel complicarsi la vita e far parlare di sé. Gli amaranto possono recriminare per alcuni errori di mira, quando centrano la porta ci pensa il rispolverato Toldo.
La Juve evita la fuga, forse definitiva, dei nerazzurri, imponendosi sul Genoa grazie al ritrovato Del Piero. A corollario di un match meno nervoso di quanto si evinca dalle decisioni arbitrali, vengono espulsi Ranieri (!) e Nedved (qui, ahimè, nessuna sorpresa).
La Fiorentina strapazza il Siena, con una prodezza del redivivo Pazzini, la solita zampata di Mutu e il sigillo di Bobone Vieri, e resta in scia.
Rimanendo in Toscana, il match più politicizzato del campionato se lo aggiudica la Lazio, corsara a Livorno con il solito Pandev.
Il Torino sfoggia il proverbiale 'cuore Toro'. Sotto di due gol (Ferreira Pinto e Doni su rigore) ed in inferiorità numerica (espulso Natali), agguanta il pareggio per merito degli ex Ventola e Motta. Momenti di tensione tra Zampagna e Novellino, sommerso dai fischi per l'esultanza in occasione del definitivo 2-2.
A proposito di tensioni, episodio spiacevole a Cagliari, dove D'Agostino rimane stordito dall'esplosione di una bomba carta. La partita, poco spettacolare, termina 1-1. Vantaggio del Catania firmato Terlizzi, pareggio dell'emergente Matri.
Stesso risultato a Udine, dove i padroni di casa fanno la partita, si ritrovano sotto (gol di Amauri) e agguantano l'1-1 con uno splendido assolo di Asamoah.
Il match tra squadre in cerca di riscatto premia la Sampdoria. Montella d'opportunismo e un doppio Bellucci annichiniliscono un Parma sempre più in difficoltà. La panchina di Di Carlo, nonostante la difesa di Ghirardi, traballa.
Mai, però, quanto le certezze di chi, pensando di poter vivere sugli allora, si ritrova in testa alla classifica, ma sulla metà sbagliata. Vero, Galliani?

CLASSIFICA:
Inter 20
JUVENTUS
17
Fiorentina 16
Roma 15
Palermo, Genoa, Udinese 12
Napoli, Sampdoria, Atalanta 11
Milan, Catania, Lazio 10
Torino, Cagliari, Empoli 8
Siena, Parma 6
Reggina 4
Livorno 2

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