
Torino, 7 maggio 2006: Juve batte Palermo 2-1, il 29° scudetto è sempre più vicino. Rimane scolpite nelle menti dei tifosi bianconero il pianto di Roberto Bettega, seduto di fianco a Moggi e Giraudo. In quelle lacrime c'è un po' di tutto, commozione, dolore, rabbia, senso di liberazione.
Torino, 12 maggio 2007: il tifo organizzato critica aspramente Secco e Bettega. "Crediamo che Secco e Bettega non siano in grado di fare una campagna acquisti quindi chiediamo a Blanc di allontanare quest due e di cambiare organigramma". Parola di Fabio Germani, responsabile dei gruppi ultrà della curva Scirea. Parole dure come un pugno allo stomaco, una bocciatura senza possibilità di appello.
Cosa è successo in questo lasso di tempo, lo sanno anche i muri. Le prospettive e gli scenari per la Vecchia Signora sono mutati, sono cambiate le facce in società, in campo e in panchina. Moggi fa l'opinionista TV, Giraudo si è rifatto una vita a Londra, dove lavora a fianco di Andrea Agnelli. Gli Elkann (nella persona di John), per chi ipotizza una sorta di lotta intestina alla famiglia, hanno avuto la meglio sugli Agnelli (Andrea). A livello dirigenziale, gli elementi di continuità con il passato, sarà un caso, sono proprio Alessio Secco, promosso direttore sportivo, e Roberto Bettega, suo stretto collaboratore.
E' lui, Bobby Gol, l'unico "sopravvissuto" della Triade. Più defilato e discreto degli altri due, il suo era più che altro un ruolo di rappresentanza, almeno in apparenza. In realtà, è stato presidente del G-14, il consiglio delle grandi d'Europa, e può vantare conoscenze importanti, soprattutto per una nuova società formata da dirigenti ancora inesperti a certi livelli.
Per amore della sua Juve, ha accettato un ruolo non ufficiale, aiutando il giovane Secco a farsi largo in quella giungla che è il mondo del calciomercato. Hanno lavorato in condizioni difficili, vittime di una situazione non invidiabile, eredità della bufera estiva di Farsopoli.
Tutto questo sembra non contare più. Per qualcuno, perchè, per quanto possa sembrare che il sig. Germani abbia parlato a nome del tifo bianconero, in realtà le sue parole sono espressione del pensiero della curva.
C'è anche chi non se la sente proprio di attaccare questo signore, uscito pulito da Farsopoli (anzi, per la serie, "oltre il danno, la beffa", pure colpito negli affetti, ricordo un'inter-cettazione nel corso della quale viene deriso il figlio), è rimasto accanto al vecchio e mai affievolito amore, nonostante le ferite morali, il fango gettato addosso alla Vecchia Signora. Il tutto senza che il suo lavoro sia legittimato da un posto nel CDA, dove siedono, per motivi che sfuggono ai più, l'opinionista RAI Tardelli, il CT (viola) dell'Italvolley femminile Montali, e altri personaggi che non sapremo riconoscere per strada.
Delegittimato dall'attuale dirigenza, senza auto dirigenziale e scrivania, inviso ai tifosi, rimane al suo posto. Motivo: un amore a strisce bianconere. Probabile che paghi l'appartenenza alla Triade, rinnegata da John Elkann prima, durante quel Juve - Palermo, con una bocciatura che sapeva già di condanna preventiva, e dagli ultrà poi, e le voci che vogliono lui e Secco in rotta con Deschamps.
Meriterebbe, invece, la riconoscenza e il rispetto di tutti, per ciò che ha rappresentato e rappresenta per la Juve, in attesa di vederlo operare sul mercato senza la spada di Damocle di Farsopoli. In attesa di ciò, un sentitissimo GRAZIE a chi ha dato tantissimo alla causa, e ultimamente sta ricevendo molto meno di quanto meriti.
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