venerdì 4 gennaio 2008

Pollo, frittata, pesto e salame

Pollo - Si legge 'Pojo', si pronuncia Olivera. Rendimento e soprannome italianizzato vanno a braccetto. Facilonerie a parte, a giugno 2007 la situazione del ragazzo non è buona. L'infelice parentesi sampdoriana ne ha polverizzato il credito accumulato sotto l'egida capelliana. Doveva essere la pila alcalina della Lanterna; tempo qualche mese, e persino il suo main sponsor, Novellino, ha alzato bandiera bianca a fronte dell'anarchia mentale e tecnica del ragazzo. Il tecnico voleva farne il Recoba del 2000, genietto incompreso in metropoli ma profeta in periferia, ne ha invece saggiato la sregolatezza senza godere del genio residuo.
La latitanza dal rettangolo verde, e pure dalla panchina, imposta da Ranieri ha demolito i suoi sogni di gloria tinti di bianconero, rinfocolando altresì la saudade per la patria natia, l'Uruguay, paese alieno alle luci della ribalta che ne hanno bruciato il talento. Nostalgia canaglia, penseranno i dirigenti del Genoa desiderosi di regalarlo a Gasperini. Toccherà probabilmente a Paco Casal, ex tuttologo del mercato sudamericano nonchè manager del ragazzo, districare l'intricata matassa. Non è detta l'ultima per il vecchio grifone. D'altronde, si sa, l'assassino torna sempre sul luogo del delitto, più o meno.

Frittata - Piatto preferito di Alessio Secco. Ad ognuna un nome: Almiron, Andrade e Tiago le più gettonate e costose. Posto che per il secondo il fattore S ha giocato un ruolo chiave, e senza dimenticare la recidività del sinistro, Gianni/Almiron e Pinotto/Tiago lamentano ad oggi evidenti problemi d'inserimento, tanto da fare, rispettivamente, di tribuna e panchina il proprio habitat naturale. L'ultima creazione gastronomica del DS si chiama Mimmo Criscito. Undici mesi fa, il popolo bianconero gonfiava orgoglioso il petto alla notizia del suo oneroso riscatto, primo, significativo, passo del Risorgimento bianconero. Il passo da reuccio a reietto è breve, un'ingenuità su Totti e via. L'insicurezza trasmessa in frangenti delicati come il primo tempo di Cagliari è sentimento comune ad altri personaggi in cerca d'autore, Andrade, leader solo presunto, in primis. L'efebico bimbo è così uno dei caduti illustri della rivoluzione d'ottobre, quando la coppia Legrottaglie - Chiellini, lanciata nel derby di fine settembre, è diventata un dogma imprescindibile.
Preziosi e Gasperini fiutano l'affare, l'impossibile è diventato possibile, il figlio prodigo è tornato, la soddisfazione reciproca. In un mondo di ostentata ipocrisia, Criscito è una mosca bianca, non avendo mai nascosto il proprio affetto per Genova e il Genoa. Agli occhi dei tifosi, ha pagato anche l'essersi presentato a Torino con l'entusiasmo di un frigorifero; l'errore di Roma ha trovato poi terreno fertile nel viziato tifo juventino, incapace di pazientare per la crescita di un predestinato alle prese con i comprensibili impacci delle prime volte. Abituato alla libertà vigilata della difesa a 3 gasperiniana, trovandosi ingabbiato in compiti di marcatore puro, lasciato spesso in balia di smaliziati carri armati, si è rivelato bastone fragile per la zoppicante retroguardia bianconera.
Bastava dunque un semplice prestito? Pfui, come ammesso dal ragazzo, trattasi di cessione temporanea con diritto di riscatto della comproprietà. Suicidio economico ("Come dilapidare un patrimonio, capitolo I") e tecnico. Ricapitoliamo: i custodi designati di Buffon sono out, scalzati dalle redivive riserve, le cui alternative diventano così gli avanzi, altrimenti detti Boumsong, dolce ricordo per Ricchiuti e gli altri eroi en passant della scorsa A2, Grygera e Zebina, professione terzini con propensione all'eccletismo. Tappabuchi, insomma.
Ranieri, colpevole di una gestione del talento alquanto discutibile, ha lasciato intuire come la richiesta di riabbracciare la città che lo ha adottato sia partita dal ragazzo, il quale ha confermato, ringraziando addirittura le due società per averlo assecondato. Un no deciso, a confermare l'antico adagio secondo cui, in fondo, Torino sponda Juve non è un porto di mare, sarebbe stata cosa gradita.
Non si conoscono i dettagli dell'affare, tale solo per il Genoa, ma essendo il prezzo concordato molto difficilmente supererà i 7.5 milioni versati il gennaio scorso per rilevarne la seconda metà. Cifra importante, ma se è vero che i genovesi sono tirchi val la pena ricordare che il patron è di Avellino ed è solito non badare a spese. La frittata è fatta, pronta ad essere servita al tavolo di Preziosi.

Pesto - Rinomato in tutto il mondo, è il prodotto tipico della cucina ligure. In ambito calcistico, pesto non fa (più) rima con mesto. La gestazione del post-Mantovani da una parte e del post-Spinelli dall'altra è stata lunga e dolorosa, ha addirittura partorito un anno in C1 per i nove volte campioni d'Italia, causa una valigetta di troppo. Il peggio è passato, la cadetteria un ricordo sbiadito.
La Sampdoria, sotto la gestione Garrone, ha rimesso piede in PAradiso, dove ha ormai preso la residenza grazie anche all'abilità di Marotta, uno dei più stimati factotum del calcio italiano. Cassano una scommessa stimolante, Mazzarri una realtà, un piazzamento in zona UEFA potrebbe presto diventare entrambe le cose, grazie soprattutto ad un potenziale offensivo di prim'ordine.
Le traversie dei rossoblu si sono concluse con l'emozionante cavalcata a braccetto con il Napoli della stagione passata. Gasperini, pluridecorato tecnico delle giovanili juventine, ha plasmato una squadra a sua immagine e somiglianza, semper fidelis al collaudato 3-4-3, che ha in Borriello, ex toumber de femme convertito a castigatore d'area di rigore, una temibile bocca da fuoco. E se Figueroa dovesse tornare quello dei tempi d'oro, saranno fuochi d'artificio. Aver trovato in Secco un alleato fidato, potendo così attingere dal servatoio bianconero, aiuta.

Salame - Suvvia, è facile...

1 commento:

Anonimo ha detto...

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