domenica 20 gennaio 2008

Ranieri spegne la luce, non si passa

Aveva ragione Buffon.
Scudetto fa rima con utopia, gli euforici slanci di Ranieri e Trezeguet s'infrangono sulla mediocre cifra tecnica della squadra orfana dell'uomo di cristallo Camoranesi.
Il trionfo del basso profilo è sancito dal punteggio ad occhiali maturato al termine del convulso match contro la Sampdoria. La linea Maginot eretta da Mazzarri ha tenuto botta, grazie al significativo contributo, equiparabile all'arcigna marcatura di Campagnaro e/o Gastaldello, di mister Ranieri, aka Tinkerman.
La folle scelta di spegnere la luce (togliere Del Piero) annacqua le idee, poche ma confuse, e spiana la strada agli ospiti, diligenti e tatticamente accorti. Iaquinta si rivela palliativo inefficace, imbrigliato dalle strettissime maglie difensive blucerchiate. Nel cuore di un'eclissi, impegno e spallate non bastano.
E dire che l'iniziale esclusione dell'eroe di Coppa aveva sobillato malumori, in misura maggiore della riproposizione di Salihamidzic in mediana. In fondo, alla luce di più (Tiago) o meno (Almiron) flop, la scelta di rinunciare a Gianni e Pinotto fonda su solide basi tecniche. Scelte impopolari, ma dai risvolti diversi, anche per Mazzarri, che rinuncia a Volpi, un dogma all'ombra della Lanterna, per scelta tecnica, oltre all'infortunato Cassano.
Molinaro versione Alberto Tomba, con Sammarco e Maggio al posto dei paletti, semina il panico a sinistra dopo duecento secondi scarsi. Primi brividi per i duemila sampdoriani assiepati nel settore ospiti, a dimostrazione che da Genova sta ad un tiro di schioppo da Torino per tutti, Criscito a parte.
Il binario mancino è quello prediletto dove sviluppare le trame offensive, grazie alla buona vena di Molinaro e soprattutto Nedved. Sull'altra fascia Marchionni si conferma un'incongruenza vivente. Vorrebbe fare il Camoranesi, pur essendo un'ala vecchio stampo, e rinuncia così al proprio pane quotidiano di parmigiana memoria, i cross dal fondo. Si ferma a metà strada, da eterno incompiuto qual è. Risultato, vie centrali intasate, ventaglio di soluzioni offensive limitato, manovra prevedibile e grattacapi che vanno ad ingolfare il motore di Zanetti. Giusto per non farsi mancare nulla, all'11° riesce nell'impresa di divorarsi un gol fatto a pochi centimetri dalla porta sguarnita, vanificando una splendida iniziativa promossa dall'asse Nedved - Del Piero.
L'allarme rosso per Castellazzi scatta però alla mezz'ora. Seguono impetuosi quanto infruttuosi assalti al fortino sampdoriano. In principio fu Trezeguet, la cui 'strusciata' d'esterno destro su cross di Molinaro pietrifica l'estremo difensore ospite ma scivola fuori. Tre minuti dopo il francese si traveste da assist-man per Birindelli, che tenta un'epica rovesciata guadagnandosi la stima incondizionata della Gialappa's. Il 35° è l'epicentro dei sussulti bianconeri: il terzino scuola Salernitana si traveste da Pirlo e innesca Marchionni, giravolta e tiro sporco, Castellazzi risponde presente, il pallone incoccia su Trezeguet, Campagnaro di testa sventa sulla linea, ma la respinta colpisce il francese che trova stavolta Accardi pronto a spazzar via. I replay non chiariascono se la sfera sia entrata o meno, solo Biscardi potrà sciogliere il dubbio. Il bomber francese la prende sul personale, si avventa sulla ciabattata di Marchionni, ma stavolta l'impedimento si chiama traversa, l'urlo strozzato in gola. Il capitombolo sfiorato scuote la Samp, vicina al gol con Maggio su azione d'angolo, ma i legni sono uguali per tutti.
Alle ore 15.50, il pareggio è figlio di mamma sfiga e papà imprecisione. Ranieri ne reclama però la paternità, e rinuncia a Del Piero per far spazio a Iaquinta. Giù il sipario, il tentativo in pieno recupero di Trezeguet (cross del solito Molinaro, il francese svirgola e spedisce in curva Nord) è il simbolo di una giornata storta che allontana (dal)la vetta.
Buffon passa un paio d'ore di relativo relax, così come la coppia centrale. Succede così che persino Grygera/Groviera fa la sua porca figura, al contrario di Birindelli, imbarazzante nella ripresa ogni qual volta si affaccia oltre la propria metà campo. Le sovrapposizioni, queste sconosciute, e se la superiorità numerica sugli esterni è mera teoria, l'uomo in meno al centro è effettivo. Zanetti, privato del 'bastone' Nocerino, zoppica e mitiga le iniziative, Brazzo fa quel che può, perchè va bene essere un jolly, ma occhio a non esagerare, ha le sgroppate nel DNA, difatti talvolta lo si vede allargarsi lasciando praterie in mezzo. Piccola consolazione, Almiron, in dieci minuti, mostra timidi, e dunque in linea con il personaggio, segnali di crescita; pollice verso per Palladino, l'estetica fine a se stessa applicata al calcio. E poi, come detto, c'è Ranieri, a testimonianza dell'impronta che un allenatore può dare ad una partita. Del Piero fa il regista, il trequartista e la seconda punta: uno e trino, l'unico precedente risale ad oltre duemila anni fa, aveva un anno più di lui e ha fatto una brutta fine. A lui, in proporzione, va comunque male, ai compagni pure, in primis è la sua storica metà a fare le spese del gioco (gioco?) sviluppato (sviluppato?) in orizzontale.
Nota sull'arbitraggio: Franceschini, appena dentro l'area, colpisce palla e, particolare affatto secondario, Marchionni; sombrero di Trezeguet su Accardi che lo rimbalza. Tra il 71° e il 75°, due episodi dubbi, soprattutto il secondo, gettano ombre pesanti sulla sua direzione.
Urge immediato riscatto, e l'unica via, non essendo attrezzato per i miracoli, e faticando persino con l'ordinaria amministrazione, è ricorrere al mercato.
La morsa dell'Udinese si è allentata, ma i ritorni prepotenti di Fiorentina e Milan preoccupano viste le evidenti lacune del gruppo a disposizione dell'uomo di Testaccio. Arrivare al giro di boa, o se preferite iniziare il 2008 con due pareggi in altrettante dispute, è un campanello d'allarme. Il terzo posto è uno specchietto per le allodole, e solo gli allocchi, o i dirigenti bianconeri, possono ritenersi completamente soddisfatti e realizzati così, con Boumsong, Almiron e Tiago riserve strapagate e strabocciate sul piede di partenza e Salihamidzic mediano.
Mercoledì c'è l'Inter, la Coppa Italia, unico trofeo alla portata di Madama. Uscire a testa alta è il minimo. O forse, date le circostanze, il massimo auspicabile?

LE PAGELLE:
Buffon 6 - Relax, take it easy.
Birindelli 5 - Non è colpa sua, fa quello che può. E nel primo tempo nemmeno demerita, pur regalando in apertura una punizione a Bellucci, salvo calare alla distanza sbagliando persino i controlli più elementari (Almiron 6 - Di stima. Fa vedere qualcosa di accettabile. Speriamo sia di buon auspicio per il futuro, seppur lontano da Torino).
Legrottaglie 6 - Giganteggia nel deserto, sfruttando la scarsa vena di Bellucci e compagni.
Grygera 6 - Qualche chiusura apprezzabile, da testare in contesti più probanti.
MOLINARO 6.5 - Corre come Forrest Gump e, udite udite, azzecca persino qualche cross. In crescita.
Marchionni 4.5 - Si divora un gol assurdo. Il suo metabolismo non è granchè, infatti l'occasione mancata gli resta sullo stomaco, lui ne risente assai e si fa notare solo per l'anarchia tattica (Palladino 5 - Calciatore ad impatto zero).
Salihamidzic 6 - Ogni tanto rispolvere la proverbiale sgroppata e va sull'esterno. Ranieri gli chiede altro, corsa per lo meno, lui risponde presente, ricordando che, però, il ruolo del mediano non è affar suo.
Zanetti 5.5 - E' in calo, si becca un'ammonizione evitabile, e patisce l'inferiorità numerica in mediana.
Nedved 6 - In ripresa, serve a Marchionni un pallone comodo comodo, mica è colpa sua se quest'ultimo
fa il Pacione. Il binario di sinistra funziona, e parte del merito è suo.
Del Piero 6 - Costretto a moltiplicarsi e a muoversi spalle alla porta sulla trequarti, prende botte e sviluppa manovre interessanti. Non abbastanza, per Ranieri, che inspiegabilmente lo toglie nell'intervallo (Iaquinta 5.5 - Si presenta con un tiro dopo essersi scrollato di dosso il marcatore, ma presto torna nel guscio, imbrigliato dalle attente marcature predisposte da Mazzarri).
Trezeguet 6 - Si guadagna la sufficienza nel primo tempo, quando le prova davvero tutte per battere Castellazzi, ma Accardi, Campagnaro e la traversa non sono d'accordo. Nella ripresa, come da copione, i palloni latitano, e lui scompare dal gioco, salvo ricomparire nel recupero quando spara alle stelle un cross di Molinaro.

Ranieri 4 - E' lui il peggiore. Via Del Piero, è il buio. Forse sarebbe stato preferibile tentare l'ennesimo ripescaggio di Almiron anzichè proporre Brazzo in mezzo e Birindelli in campo. Dietro la lavagna.

Sampdoria: Castellazzi 6, Campagnaro 7, Gastaldello 7, Accardi 6.5; Maggio 6.5, Palombo 6.5, Sammarco ng (Delvecchio 5.5), Franceschini 5.5, Pieri 6.5; Bellucci 5.5, Bonazzoli 5.5 (Volpi ng).

Saccani 5 - Due rigori, non clamorosi, negati ai padroni di casa pesano, su voto e risultato.
Assistenti, Rossomando 5.5, Strocchia 5.5.

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