lunedì 14 gennaio 2008

Viva El Topa

Ora è ufficiale, il timbro ce l'ha messo lui stesso, bagnandolo con qualche lacrima innocente. Alexandre Pato è un potenziale asso.
Al Papero con l'apparecchio sono bastati 74 minuti per trasformarsi in un bel principe. Sciabolata di Favalli, il brasiliano aggira l'allegro marcatore, aggancia al volo e col piattone infila Iezzo in uscita.
Non avrà la faccia pulita di Kakà, perchè l'acne giovanile colpisce indistintamente nerd e predestinati, ma la classe è tale da giustificare la "Pato-mania" esplosa di recente. I programmi sportivi sembrano diventati succursali di Milan Channel, il web è invaso da sperticate (l)odi al baby fenomeno, arditi titolisti si sono scatenati in più o meno fantasiosi giochi di parole; manca solo un canale tematico che ne vivisezioni l'esistenza, e chissà che il diabolico Silvio non ci faccia un pensierino.
Doveva essere la sua serata, e così è stato, ma il 18enne era in buona compagnia. Il Fenomeno, quello con la f maiuscola, l'unico, originale e certificato, è sempre Ronaldo. Ora chiamatelo InGordo, di gol, perchè grasso è grasso, ma ogni pallone toccato è una potenziale fucilata destinata in fondo al sacco oppure un invito a nozze per i compagni. Il suo repertorio rimane vasto e di prim'ordine, pur non contemplando un passo da centometrista. Bentornato.
Siccome non si vive di solo Pato, e anzi fa figo parlare d'altro, il primo weekend calcistico dell'anno nuovo consegna alla storia un'altra stellina. Si chiama Fernando Forestieri, è ancora minorenne, non ha i centimetri, e i brufoli, di Pato, ma in quanto a talento siamo lì. Il Genoa lo ha adottato, coccolato e svezzato, la provincia toscana (Siena) ne sta saggiando la consistenza a grandi livelli, e i primi segnali sono davvero incoraggianti. Piedi d'oro e faccia di bronzo, il proiettile che ha incenerito Julio Cesar, primo sigillo in A, è un semplice (as)saggio delle sue doti.
Il Boca Juniors ha ingaggiato una lunga querelle con Preziosi, reo, secondo gli argentini, di aver scippato loro un distillato purissimo di talento. Appena 16enne, Nando, ingolosito dalla vetrina del calcio nostrano, si trasferisce infatti in Italia con la famiglia, ufficialmente per assecondare il nuovo impiego di papà. Dopo un provino con la Lazio, il piccolo prodigio firma con i rossoblu, che, una volta vinte le resistenze degli 'xeneizes', possono finalmente beneficiare di cotanta grazia.
Inizia così l'irresistibile ascesa dell'italo-argentino, che passa pure dall'azzurro, scelto nella speranza di eguagliare le gesta di Camoranesi, uno degli eroi di Berlino. Prima di spegnere diciassette candeline, bagna l'esordio in B con un gol di testa, non esattamente il suo piatto forte essendo alto un barattolo e mezzo, nella sfortunata trasferta di Pescara. Tempo un mese, e monopolizzerà l'attenzione degli osservatori a Viareggio, dove, alla gloria collettiva per un insperato successo, affiancherà quella personale derivante dalla conquista del premio come miglior giocatore. L'estate lo vede lasciare l'ovile per migrare destinazione Siena, dove Mandorlini prima e Beretta poi lo utilizzano con parsimonia, consapevoli però di avere fra le mani un talentino da maneggiare con cura. Nato per ispirare gli attaccanti, un innato fiuto del gol lo rende precettabile come seconda punta. Trattasi, insomma, di un cavallo di razza da lasciar sfogare a briglie sciolte per il campo. Non si è chiamati nell'Under 19 con due anni d'anticipo rispetto ai comuni mortali per caso.
Messi vanta numerosi tentativi d'emulazione, e Fernando è (forse) uno dei più riusciti. Può vantare già una miriade di ammiratori, e un soprannome, 'El Topa', tale da suscitare facili ironie.
Il microcosmo genovese è probabilmente troppo ristretto per un predestinato come lui. Senza fare nomi, ma una società, con sede in uno dei vertici del famoso triangolo industriale, maglia bianconera, può vantare ottimi rapporti con la società di Preziosi. Ogni discorso è rinviato però a data da destinarsi, leggasi all'esplosione del 'craque' annunciato, perchè a Genova mica hanno l'anello al naso.
In un calcio che ha riscoperto i 'Davide' (Messi, Bojan, il nostro Giovinco) a discapito della fisicità dei 'Golia', c'è spazio anche per Forestieri. Tempo e fiducia, solo così tutta Italia potrà godere con 'El Topa'.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Eh già... non esiste solo Pato... ma c'è anche Forestieri.. più piccolo di lui, e senza titoloni riservati solo a chi indossa le grandi maglie... ma con un grande talento.

W El Topa, avanti così:)