martedì 27 novembre 2007

Palermo asfaltato, Colantuono cacciato

Partiamo dall'epilogo, scontato come un cinepanettone prodotto da De Laurentiis: Stefano Colantuono non è più l'allenatore del Palermo. Firmato, Maurizio Zamparini e, idealmente, David Trezeguet, Vincenzo Iaquinta, Alessandro Del Piero (due volte), Marco Marchionni.
Poco importa se, in data 10 novembre, il numero 1 rosanero aveva fatto pubblica ammenda, teorizzando che "Forse ho esonerato troppi tecnici", coerenza e calcio mica vanno a braccetto.
Il nuovo, si fa per dire, tecnico sarà Francesco Guidolin. E sono quattro, in barba ai precedenti, in nome di un ricco contratto ancora in essere.
Prima di chiedersi "perchè?", esercizio piuttosto inutile essendo impossibile imprigionare Zamparini negli schemi della logica, è necessario capire il "come" si è arrivati all'irreparabile.
Di fronte ad una vera e propria disfatta come quella dei siciliani a Torino, è difficile scindere meriti dei vincitori dai demeriti dei vinti, capire dove finiscono gli uni e iniziano gli altri.
Nel dubbio, meglio limitarsi a semplici deduzioni.
Una su tutte, Tiago è destinato a restare un corpo estraneo. L'ennesima panchina, protrattasi per tutti i 90 minuti, nonostante la sua crescita e Nocerino giochi alla 'viva il parroco', testimonia la scelta di puntare su una mediana cazzuta, solo spada niente fioretto. Chiuso a doppia mandata in un cassetto il progetto/sogno di calcio champagne, i cui presunti alfieri sono finiti ai margini della squadra, la serata di grazia dei quattro moschettieri là davanti (e cambiando metà degli interpreti, il prodotto finale non ne risente affatto) maschera per 90 minuti il gap tecnico esistente con Inter e Roma.
La formazione, fatta eccezione per l'esclusione del portoghese, è quella prevista, con Criscito al posto dello squalificato Chiellini e Iaquinta a fianco di Trezeguet. Colantuono opta per un prudente 3-5-2, e rinuncia alla fantasia di Bresciano e Cavani, preferendo loro Caserta e Brienza.
L'arma letale nelle mani, pardon, nei piedi dei Ranieri boys diventa il gioco sulle fasce, dove vengono sfruttate al meglio la superiorità numerica e l'esuberanza di Zebina e Molinaro. Le loro frequenti sovrapposizioni consentono a Camoranesi e al ritrovato Nedved di cercare spazi centralmente, prendendo così in mezzo i disorientati mediani rosanero, soffocati dalla grinta della coppia Nocerino - Zanetti.
Il Palermo, speculare alla Juve nel tentativo di tenere alta la linea difensiva e compatti i reparti, rende la vita difficile a Iaquinta, bisonte bisognoso di spazi, ma pericoloso pure su calcio piazzato in due occasioni, sventate da Agliardi bravo ad allungarsi sulla sua destra. Il sostituto dell'influenzato Fontana è meno abile nelle uscite, ma viene graziato da Legrottaglie. Sul corner successivo, invece, Trezeguet sfrutta una sponda del difensore pugliese ed in rovesciata indirizza con chirurgica precisione un pallone imprendibile alle spalle dell'impietrito numero 1 rosanero.
E' un gol da centravanti vero, uno che fiuta la porta e nei sedici metri si trasforma in rapace insaziabile. Poco dopo, seppur con modalità differenti, il copione si ripete. La firma stavolta è di Iaquinta, sempre più a suo agio quando le maglie avversarie si allargano. Sul cross dalla destra di Camoranesi, si avventa assieme Barzagli (immolatosi poco prima su tiro a botta sicura di Nedved con la porta sguarnita), il quale vince il primo contrasto, ma nulla può sul tiro dell'ex Udinese che infila ancora Agliardi. E' il 2-0, Palermo non pervenuto.
L'inserimento, ad inizio ripresa, di Cavani per Caserta non sortisce effetti. Su azione d'angolo, arriva il primo tiro del Palermo, ma la girata di Zaccardo è un'interbana per Buffon.
Il match si trascina stancamente a causa dell'acclarata inconsistenza degli ospiti, incapaci di costruire azioni d'attacco degne di essere definite tali. Entra Bresciano, ma è solo un uomo qualunque, impotente di fronte al destino.
A riaccendere la partita ci pensa Del Piero, entrato al posto dell'infortunato Iaquinta. Nemmeno il tempo di sistemarsi i pantaloncini, ed ecco arrivare un calcio di punizione da posizione favorevole. Parabola perfetta, ad aggirare la barriera, Agliardi può solo guardare il pallone insaccarsi alle sue spalle per la terza volta. Ecco cosa intende Ranieri quando definisce il capitano "il calcio".
A questo punto, fuori anche Camoranesi, dentro Marchionni, bisognoso di minuti e fiducia dopo il lungo infortunio e le recenti tribune. Et voilà, ci pensa proprio Del Piero a recapitargli sui piedi un pallone col contagiri. Al resto ci pensa Marco: stop, finta, portiere seduto, diagonale, gol. Applausi.
La quinta rete, su rigore, del numero 10 bianconero serve solo ad impreziosirne le statistiche, ponendo l'accento sulla disastrosa prestazione del Palermo, completamente in balia di un avversario comunque in serata di grazia. Quello che doveva essere un serio banco di prova per Criscito restituito al cuore della difesa è stata poco più di una sgambata, utile per confermare personalità, senso dell'anticipo e visione di gioco del giovane napoletano. Conferma pure per le virtù di uno Zebina scevro di raptus, e per il volenteroso Molinaro. I piedi, vabbè, sono un optional.
Va a finire che l'input alle discussione del post partita arrivi da un episodio, ovvero il vivace confronto tra Del Piero e Palladino. Quest'ultimo, anzichè sfruttare l'ottimo taglio del capitano, ha preferito allargare verso Marchionni, venendo così ripreso dal proprio capitano. Sembra che la reazione del 23enne campano sia stata troppo piccata, cosicchè Alex lo ha affrontato a muso duro, reclamando rispetto ed invitandolo a tacere. Essere mandato a quel paese da un pischello non fa certo piacere, e nella risposta del numero 10 si può scorgere quell'atteggiamento fiero e mai domo tipico del personaggio. Inutile dire come il faccia a faccia tra i due sarà usato come grimaldello dai suoi detrattori, ma chi-se-ne-frega.
Dopo una serata così, tutti felici e contenti in casa Juve, e non potrebbe essere altrimenti. Tranne Tiago, si capisce.

LE PAGELLE:
Buffon ng - Serata di relax, avrà avuto tutto il tempo di pensare al nome del piccolo in arrivo a fine anno.
Zebina 6.5 - Ranieri lo ha provato in settimana senza un esterno davanti, per inculcargli l'idea della sovrapposizione. Missione compiuta, peccato si dimentichi di alzare il pallone ad ogni cross.
Legrottaglie 7 - Gli avanti del Palermo si marcano da soli, a lui basta buttarci un occhio ogni tanto. Se la cava, come spesso avviene ultimamente, con classe e sicurezza, ed entra pure nell'azione dell'1-0. E' rinato.
Criscito 6.5 - La tranquillità fatta giocatore, si concede anche qualche giocata elegante. Da rivedere in contesti più competitivi, resta comunque un grandissimo talento da coltivare.
Molinaro 6.5 - Non avendo di che preoccuparsi in fase difensiva, può sfogarsi in avanti. Corre, spinge, si sovrappone. Cosa chiedere di più? Due piedi nuovi.
Camoranesi 6.5 - Tende spesso ad accentrarsi, ma la cosa migliore (cross per Iaquinta) la fa dalla destra. Meno devastante rispetto ad altre volte, resta un giocatore fondamentale nell'economia della squadra (Marchionni 6.5 - Che dire... bentornato!).
Nocerino 6 - Era brutto dare un'insufficienza dopo una prova corale del genere, ma deve comunque lavorare sui fondamentali. Non basta correre e ringhiare per giocare in questa Juve. O forse sì? Brividi.
Zanetti 6.5 - Si vede poco, ma c'è. Eccome, se c'è. Dio ce lo conservi sano.
Nedved 6.5 - Riecco il buon, vecchio, Pavel. Quello '0' nella casella dei gol segnati non deve diventare un'ossessione. Intanto, trotterella per tutto il campo e fa la sua parte, come da tempo non succedeva (Palladino ng).
Iaquinta 7.5 - Cresce alla distanza, corre, segna un gol da centravanti d'area di rigore, sgomita. Il solito, generosissimo Vincenzo, simbolo di una Juve operaia ma vincente (DEL PIERO 8 - Entra, segna due gol e serve a Marchionni il pallone del 4-0. Meglio di così...).
Trezeguet 7.5 - Segna, e fin qui, tutto normale, per quanto il gol sia di quelli degni di una menzione speciale. Corre, cerca la traccia esterna e crossa, e questa è una gustosa novità per David. E' cresciuto, diventando un trascinatore di una squadra che ora sente più sua.

Ranieri 7 - Prepara al meglio la partita. La decisione di lasciar fuori Tiago si rivela assolutamente azzeccata.

Palermo: Agliardi 5, Zaccardo 5.5, Barzagli 5, Biava 4.5; Diana 5.5, Guana 4.5 (Migliaccio ng), Simplicio 5, Caserta 4.5 (Cavani 5), Pisano 4.5; Brienza 5 (Bresciano 5), Amauri 5.

Arbitro, Saccani 6 - Nel complesso non demerita, pur esibendo uno zelo eccessivo con Criscito, ammonito al primo fallo.
Assistenti, Carrer 6, Carretta 6.

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