lunedì 5 novembre 2007

Tanto fattore C, la Juve godicchia

C come cuore.
La Juve non muore mai.
Frase fatta? No,
verità ineluttabile radicata nel DNA (vincente) del club, indipendentemente dal blasone degli interpreti.
La ruota gira, e, a seguito della diaspora post-Farsopoli, il ruolo di favorita, assieme a Vieira ed Ibrahimovic, ha preso la residenza in Via Durini.
L'insolita veste di outsider calza a pennello ad una squadra operaia, capace di coniugare un innato spirito indomito con la classe dei pochi operai specializzati rimasti.
La spina dorsale dell'undici titolare è specchio fedele della situazione attuale. Le coppie Legrottaglie - Chiellini e Nocerino - Zanetti, da un lato testimoniano le infelici scelte di mercato, dall'altro una dimensione tecnica inferiore alle corazzate milanesi (una, quella di Ancelotti, rivelatasi piena di falle) e alla Roma.
Il centrale pugliese, un tempo oggetto di ironie causa errori marchiani e look da tronista, è rinato una volta scoperto Dio e guarito dalla pubalgia. Da cigno a brutto anatroccolo e ritorno. Assieme al carro armato targato Livorno, mette la museruola agli avanti interisti. Lo sbruffone svedese viene così sommerso non solo dai fischi ma anche dalla strabordante fisicità di Giorgio, sempre più a suo agio al centro della difesa. Il Cyrano svedese è disinnescato, spada batte fioretto.
'Chi non risica, non rosica', dice un famoso proverbio. Ranieri osa, disinnescando la premiata ditta del gol interista con la tattica del fuorigioco, applicata con costanza e rigore dalla retroguardia bianconera. Cruz e Ibrahimovic fanno la figura di un Inzaghi qualsiasi, e visti i tempi, è il caso di sottolineare la prova impeccabile degli assistenti Biasutto e Lion.
A volte, però, basta la stecca di un singolo per far stonare l'intero coro. Fuor di metafora, l'errore, doppio, è di Grygera, che tiene in gioco Cruz e si dimentica di stringere verso il centro, lasciando all'argentino lo spazio giusto per inserirsi e far secco Buffon con un destro chirurgico. Tra Feyenoord, Bologna e Onesti, il 'Giardiniere' si conferma lo spauracchio della Vecchia Signora, e lascia ancora una volta il segno: C come Cruz. Per la cronaca, il fischietto fiorentino non ravvisa un fallo di Chivu Del Piero meritevole di essere punito con un calcio di punizione. Sul ribaltamento di fronte, il vantaggio Onesto.
Tutto da rifare. Sino a quel momento, i pericoli maggiori li aveva corsi Julio Cesar, pur conservando i guanto intonsi o quasi a causa della scarsa mira dei tiratori scelti juventini. L'eccezione è rappresentata da un calcio piazzato dalla sinistra di Del Piero, respinto in bagher dall'estremo difensore brasiliano. Siccome non c'è Juve - Inter senza episodi dubbi, tempo 5 minuti ed Alex, spalle alla porta, viene abbracciato affettuosamente da Samuel. L'arbitro Rocchi sorvola, e sul prosieguo dell'azione Zanetti in proiezione offensiva trova la deviazione in angolo.
Il possesso palla dei Ranieri boys è sterile, Trezeguet reclama vanamente palloni giocabili, i bolidi di Nedved, un tempo destinati al sette, finiscono a Pinerolo. Le iniziative di Del Piero si infrangono contro il muro eretto da Samuel versione The Wall e compagni. Un episodio su tutti: 31°, Palladino supera in bello stile due avversari, ma anzichè andare in profondità, si muove in orizzontale, e quando tenta la verticalizzazione la difesa avversaria è schierata da un quarto d'ora.
L'incapacità di costruire palle gol si spiega con un centrocampo ricco di fosforo e sostanza, ma povero in inventiva. Nocerino pare posseduto da Gattuso, come confermato sia dal suo ringhiare ogni qual volta scorge qualcosa di nerazzurro che dai lanci sconclusionati. La foga con cui mette in atto i dettami del Paròn Rocco ("Tuto quel che se movi su l'erba, daghe. Se xe la bala, pasiensa") trova risposta, dopo nemmeno dieci minuti, in un cartellino giallo che funge da anestetico per i bollenti spiriti del napoletano. Accanto a lui, svetta la calma olimpica di Zanetti, vero metronomo del centrocampo bianconero, bravo in fase di non possesso a togliere aria e spazi ai portatori di palla avversari, pur non disdegnando aperture ed inserimenti. Encomiabile.
Alla resa dei conti, le maggiori delusioni arrivano dai protagonisti più attesi.
Doveva essere la partita di Del Piero (Ranieri dixit), invece il capitano non graffia, pur facendosi apprezzare per la buona volontà. Del compagno d'attacco, già in doppia cifra quest'anno, conosciamo vizi e virtù, vederlo avulso dal gioco è normale alla luce dell'assenza di rifornimenti. L'unico pallone buono arriva dalla sinistra, nella ripresa, ma un infido rimbalzo lo inganna e la sfera termina in curva Nord.
Il vero problema ha la chioma bionda di Pavel Nedved. Corre a vuoto, incide solo sulla caviglia destra di Figo, procurandogli la frattura del perone. Spiace dirlo, ma trattasi di ex grande giocatore.
Dall'altra parte, il portoghese, troppo lezioso, si marca da solo, facilitando il compito al timido Molinaro, avaro di sovrapposizioni come Grygera sulla destra. Quest'ultimo lascia troppa libertà a Cesar, facendo quasi rimpiangere la lucida follia di Zebina. Detto dell'abulico svedese, la differenza con il partner, autore del vantaggio, si nota in chiusura di prima frazione, quando il fischiatissimo ex, scattato sul filo del fuorigioco, riesce a farsi rimontare da Chiellini, mancando il raddoppio.
Il copione non cambia nel secondo tempo. La Juve tenta di acciuffare il pareggio, esponendo il fianco al contropiede. L'Inter siglerebbe pure lo 0-2 in grado di uccidere la partita, ma il tap-in di Cambiasso su imperfetta respinta di Buffon è vanificato dall'offside dell'argentino col parrucchino.
La squadra inizia ad allungarsi, arriva così il momento di Suazo. Il neoentrato dà subito sfoggio di velocità supersonica superando Zanetti e, rimbalzato Chiellini, riesce a servire Ibrahimovic, il cui destro, potente ma centrale è respinto dal numero 1 bianconero.
Dopo l'ingresso di Iaquinta in luogo dell'evanescente Nedved, ecco il cambio decisivo: fuori Del Piero, dentro Camoranesi.
V for Vendetta, C come Camoranesi.
L'italo-argentino si presenta con uno slalom degno del miglior Tomba e un cucchiaio a liberare Iaquinta, il cui cross viene intercettato da Cordoba, che anticipa Trezeguet e costringe Julio Cesar in angolo.
La verve del campione del mondo cambia il volto dei padroni di casa, ma l'occasione migliore capita agli Onesti. Cambiasso in profondità per Cesar, favorito dal buco di Grygera, pallone in mezzo per l'accorrente Suazo, ma Buffon intercetta la conclusione dell'honduregno. Poco dopo, ancora l'ex cagliaritano al tiro, ancora risposta di Super Gigi.
Al 31°, finalmente, Nocerino riesce a tener basso un pallone, ma Julio Cesar abbranca la sfera. E' il preludio al definitivo 1-1. Finta e controfinta di Palladino su Maicon, il napoletano lascia partire un cross dalla sinistra, Iaquinta, agevolato dallo svenimento di Chivu, appoggia di testa per l'accorrente Camoranesi, il cui tiro, impennato dal tacco sinistro di Samuel, batte imparabilmente il brasiliano. La fortuna aiuta gli audaci (C come... fortuna), esplode la gioia del popolo bianconero.
C'è spazio, volendo, per una polemica di colore nerazzurro, visto che Cesar, lanciato a rete, viene fermato per un controllo di braccio solo presunto. Nonostante Zebina sia in chissà quali altre faccende affaccendato, l'azione sfuma ed i rubinetti di Mancini vengono chiusi prima di aver il tempo di prendere in mano l'abituale fazzoletto.
Non succede più nulla, tranne qualche scaramuccia tra Chiellini e Ibrahimovic. Ordinaria amministrazione.
Alla fine, recriminazione di sorta a parte, moderata soddisfazione per entrambi i contendenti.
La Juve esce a testa da alta da un confronto improponibile sul piano tecnico, l'Inter non paga oltremisura la temuta sete di vendetta sabauda.
Chi sognava una roboante vittoria, si segni sul calendario questo appuntamento: 22 marzo, stadio San Siro di Milano. L'ultima volta, per i pochi distratti che non se lo ricordano, finì con una linguaccia. Siccome, come visto ieri sera, con il fattore C si può sopperire ad altre mancanze, mai porre limiti alla provvidenza. E poi, si sa, la vendetta è un piatto che si serve freddo, e nella tana del nemico c'è forse ancor più gusto.
Intanto, la sfida dell'Olimpico ci lascia in eredità un Palladino... in palla e conferma la graniticità delle coppie centrali di difesa e centrocampo. Pollice verso per Nedved, e anche questa non è una novità. La riprova più rilevante è rappresentata dall'ennesima dimostrazione di carattere di un gruppo capace di gettare il cuore oltre l'ostacolo, sempre e comunque.
- 4 dalla vetta, ma + fiduciosi di prima, l'impossibile può diventare possibile, purchè si mantengano i piedi ben saldi per terra, in nome della vecchia 'umiltè'.

LE PAGELLE:
Buffon 7 - Salva la barca impedendone l'inabissamento, conferma di essere l'induscusso numero 1.
Grygera 5 - Ha il gol sulla coscienza, e concede a Cesar troppo spazio. Il buco su lancio di Cambiasso, che porta poi all'occasionissima di Suazo, testimonia la sua serata-no (Zebina 5.5 - Fa in tempo a dimentica Cesar, regalandogli un invitante contropiede).
Legrottaglie 6 - Elegante e tempestivo, dopo il vantaggio interista va in brodo di giuggiole. Da un rinvio maldestro nasce l'occasione per lo 0-2 interista, finito per nostra fortuna sui piedi di uno stralunato Ibra.
Chiellini 7 - Monumentale su Ibrahimovic, salva sullo svedese e Maicon.
Molinaro 5.5 - Fortunato a trovare un Figo troppo lezioso e compassato, è troppo timido, limitando al minimo sindacale le sovrapposizioni.
Palladino 6.5 - Nel primo tempo, è l'unico a dare un po' di qualità alla manovra. Perde troppi palloni, eccede nei preziosismi, ma sta crescendo a vista d'occhio. Al momento, anche con tutti gli effettivi a disposizione, merita il posto da titolare. Destra o sinistra non fa differenza, è un pericolo costante. Suo il cross che porta al pareggio di Camoranesi.
Nocerino 6 - Inizia con il sangue agli occhi, il giallo lo placa. Importantissimo per il dinamismo, deve però lavorare sui fondamentali.
C. Zanetti 7 - Factotum del centrocampo, esaltato dal desiderio di rivalsa, tiene bene il campo, tampona, fa ripartire l'azione e si inserisce. Da clonare.
Nedved 4 - Voto... d'incoraggiamento. Non ne azzecca una, nel primo tempo sparacchia a casaccio e corre a vuoto, nella ripresa la differenza si vede quando esce (Iaquinta 6 - Fa valere una fisicita maggiore rispetto a Del Piero, cresce infatti quando viene spostato dalla fascia destra a fianco di Trezeguet).
Del Piero 5.5 - Tanta buona volontà, ma contro il muro difensivo interista, poco assistito dai compagni, può fare poco. E difatti non fa molto. In calo nella seconda frazione, sembra quasi 'approvare' la sostituzione con Camoranesi (CAMORANESI 7.5 - Come a Cagliari, entra e cambia il volto della squadra. Subito una serpentina, poi il gol. Bentornato, Mauro).
Trezeguet 5 - Di palloni ne arrivano pochissimi, è vittima più che carnefice. L'unica palla buna la spedisce in curva. Si rifarà, senza dubbio.

Ranieri 6 - Azzecca i cambi, ok. La tempistica, però, lascia spazio a qualche dubbio.

Inter: Julio Cesar 6, Maicon 6.5 (Dacourt ng), Cordoba 6.5, Samuel 7, Chivu 6; Figo 5.5, J. Zanetti 6.5, Cambiasso 7, Cesar 6.5; Ibrahimovic 5, Cruz 6.5.

Arbitro, Rocchi 6 - Qualche sbavatura, nel complesso, promosso con riserva.
Assistenti, Biasutto 7, Lion 7.

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