lunedì 30 giugno 2008

X(abi) Factor

Di quali ingredienti necessita un film di successo? Una sceneggiatura fluida ed ispirata, un manipolo d'attori talentuosi e funzionali, uno staff affiatato e capace, ma, soprattuto e sopra tutti, un regista che sovrintenda la produzione e 'animi' pensieri e parole. Le scelte preliminari spettano al produttore, da esse dipenderanno le fortune del prodotto. I quattrini in ballo scoraggiano gli improvvisatori di professioni e consigliano accurate e meditate elucubrazioni. Per intenderci, nessuno sano di mente delegherebbe a Dario Argento l'onere della trasposizione cinematografica dell'ultimo successo (sic!) di Federico Moccia.
I medesimi principi regolano l'allestimento di un team sportivo. A tal proposito, la casa di produzione Ranieri&Secco avrebbe deciso, stante le difficoltà d'agganciare Aquilani, di affidare le chiavi della squadra allo spagnolo Xabi Alonso, 27enne metronomo del Liverpool. Lo scotto dell'operazione Tiago è tale da suscitare improbabili parallelismi tra i due, accumunabili solo per il sangue latino. La 'lavatrice' portoghese darà saggio di abilità nel riciclo di palloni sporchi
alla corte di Aguirre, condottiero dell'Atletico Madrid. A Torino, ahimè, dell'elettrodomestico ha sfoggiato solo la mobilità.
Il volante di Tolosa non è un fulmine di guerra, ma sopperisce al passo da mezzofondista con uno spiccato senso della posizione, unitamente a geometrie ficcanti che ne fanno un playmaker coi fiocchi nonchè complemento ideale di Sissoko. Gode di un ampio parco estimatori, capeggiato paradossalmente dall'ex mentore Benitez, sentitosi tradito dal suo pupillo desideroso di assistere la moglie prossima al parto in vista del retour-match di San Siro contro l'Inter. Fisiologico logoramento dei rapporti ed esigenze tattiche e di bilancio hanno decretato il divorzio. Nessuno parli di bocciatura, please. Annovera, invece, tr
a i propri detrattori il procuratore di Senna, mediano del Villareal sedotto e abbandonato da Madama, che, ferito nell'orgoglio e nel portafoglio, ha teorizzato la superiorità del proprio assistito rispetto al basco. Ce ne faremo una ragione, a maggior ragione vista l'ovvia parzialità del soggetto e le differenti peculiarità dei due nazionali spagnoli.
Sgombrato l'orizzonte dai dubbi sul valore assoluto del calciatore, ne andrà testata l'affinità con la nuova creatura di Ranieri. Il principale merito da ascrivere alla sua gestione è
l'organizzazione della fase difensiva, fondata sul doppio mediano a protezione del pacchetto arretrato. Gli uomini deputati a far girar palla, Camoranesi, Del Piero e, in seconda battuta, Zanetti hanno assolto egregiamente al compito. Le loro mansioni andranno parzialmente riviste alla luce del nuovo innesto, che potrebbe addirittura costringere l'interno toscano alla panchina. Difficile ipotizzarli in coppia, con ai lati Mauro German e Nedved o Giovinco, a meno di una condizione scintillante: il conseguente sbilanciamento intaccherebbe i delicati equilibri dell'undici. Rischia di divenire imprescindibile l'erculeo Sissoko, assatanato procacciatore di palloni e caviglie. L'alternativa più plausibile è il ricorso al rombo, già abbozzato quest'anno nel vano tentativo di agevolare l'inserimento di Tiago.
Si va dunque verso un centrocampo di palleggiatori (Camoranesi, Xabi, forse il piccolo grande Sebastian), in controtendenza rispetto al recente passato. Attenzione, però: venuto meno il tradizionale 'muro' costituito dal doppio rubapalloni, come in occasione della presa di Roma sponda biancoceleste, sono emersi prepotentemente gli imbarazzi dei singoli. Ha ragione Caparezza, quando canta "il secondo album è sempre più difficile nella carriera di un'artista". Traduzione in gergo calcistico: rivelarsi è un conto, ripetersi un altro. Lo sa bene Legrottaglie, ormai aduso ai saliscendi professionali e chiamato, alla luce dell'uscita di un muratore per un geometra in mezzo al campo, quantomeno a confermarsi. Di investimenti nel settore neanche l'ombra, non ci resta che piangere. O pregare.
Funzionalità e qualità, tanto per cambiare, viaggiano su binari differenti. Spetterà al capotreno Ranieri farli congiungere. Non come Almiron e Tiago, avviatisi assieme lungo le rotaie della mediocrità. A meno di una settimana dal ritiro, però, la trattativa per Xabi staziona ancora su un binario morto e rischia addirittura di deragliare tra burocrazia ed incerto tergiversare. L'Inter-city Stankovic è in avaria a pochi chilometri da Torino: spunta l'ipotesi del sabotaggio ad opera di tifosi bianconeri memori di vecchie ruggini e scottati dal dietrofront del gennaio 2004. Per la serie, certi treni passano una sola volta nella vita. L'eurostar Aquilani, al contrario, non si è mai schiodato dalla stazione Termini, e difficilmente lo vedremo far capolinea a Porta Nuova, dove in molti agognano pure un ficcante pendolino per la corsia sinistra. A bocce ferme, con il ritiro alle porte, tempo qualche giorno ed il freschissimo campione europeo dovrebbe sbarcare all'ombra della Mole. Guai a perdere la coincidenza o a salire sul convoglio sbagliato. Ulteriori deviazioni e/o ritardi non saranno tollerati.

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