sabato 14 giugno 2008

Il punto sul mercato I

Gli ultimi ragguagli dalla Catalogna riferiscono di un Barcellona orientato verso la carne fresca (Benzema? Gomez?) nonchè impegnato a decifrare il rebus Eto'o, meretrice calcistica offertasi a mezza Europa, milanesi in testa. Le voci su Trezeguet in blaugrana, accavallatesi per giorni, sono già scemate. Divorziare da Re David equivarrebbe ad un coito interrotto. Il timore diffuso, guarda caso, era il salto della quaglia(rella). Il killer instict del giovane ajacide Huntelaar, al contrario, stuzzica folte schiere di juventini, ma il pressing sul tulipano è storia morta e sepolta.
Un po' come l'idea di investire l'inconcludente Palladino della pesante eredità di Nedved. Il napoletano, aspirato nel tourbillon tattico di Ranieri, finirà all'ombra della Lanterna. Il suo diniego ha sgretolato le certezze di Preziosi, la beffa è dietro l'angolo. Marotta già pregusta il dolce sapore dello sgambetto ai cugini, Mazzarri gongola e progetta una coppia tutto pepe con Cassano. Resta da limare la distanza tra domanda e offerta, al fine di prevenire l'eventuale rilancio genoano.
Nell'affare potrebbe rientrare il 18enne Fiorillo, tentacolare estremo difensore della Primavera blucerchiata fresca di double. Difficilmente il baby Buffon occuperà la casella di dodicesimo, contesa da guardiani più scafati. In nomination troviamo Antonioli, Manninger e Sorrentino, ma gli outsider sono dietro l'angolo.
Altra possibile contropartita è l'arcigno Campagnaro, allevato a pane e caviglie in quel di Piacenza ed assurto ad idolo di Marassi tanto da guadagnarsi la nomea di novello Vierchowood. Senza nulla togliere all'ottimo Hugo, la retroguardia bianconera è satura di gregari e sprovvista di un big da affiancare a Chiellini. Nonostante le perplessità assortite aleggianti sui vari Andrade, Legrottaglie e Mellberg, il reperimento del nuovo ministro della difesa non spicca tra le priorità di Secco. Si punterà sull'organizzazione, fiore all'occhiello della gestione Ranieri, sperando che San Nicola bissi la miracolosa annata ormai alle spalle.
Le magagne se ne stanno defilate, a destra ma soprattutto a sinistra, dove prosegue l'idiosincrasia tra Molinaro e la sfera di cuoio. Il ritorno all'ovile di De Ceglie rischia di essere un palliativo inefficace al cospetto di pesi massimi come Cristiano Ronaldo.
Chi di fronte al portoghese ha fatto la sua porca figura è il soldatino Grygera, bravo ad inibirne gli slanci nella recente sfida europea di Ginevra. Il proverbiale freno a mano tirato in fase di spinta non cancella la puntualità delle chiusure; se solo rammentasse che oltrepassare la metà campo non è reato, sarebbe un signor terzino. Zebina è avvisato. Su entrambi incombe la minaccia (fantasma?) di Branislav Ivanovic, corteggiato da Madama un semestre fa ma ammaliato dai petrodollari di Abramovich. Lo zero alla voce 'presenze' ha indotto il Chelsea a considerare l'ipotesi di un prestito annuale. Il segugio Secco, fiutato l'affare, punta a far suo il possente serbo, abile anche in marcatura, magari spuntando un diritto di riscatto a prezzo modico.
Al momento gli sforzi degli uomini mercato di Corso Galfer sono concentrati sulla mediana, croce (Almiron & Tiago) e delizia (Sissoko & Zanetti) di Ranieri. Dopo il rigetto del precedente trapianto di qualità, la risposta all'asetticità della manovra è Xabi Alonso, 27enne volante del Liverpool di Benitez. Il ballottaggio tra il geometra basco e l'architetto romano (Aquilani) ha premiato il primo, vuoi per una naturale predisposizione alla regia, vuoi per la telenovela da rinnovo contrattuale del secondo, con, sullo sfondo, la sagoma di Soros sempre più lontana. Parte dell'esborso, stimato sui 17 milioni, verrà coperto dalla cessione del fantasma di Tiago, destinazione Madrid sponda Atletico, of course. L'inevitabile minusvalenza rappresenta un monito alla prudenza in vista di futuri azzardi. Stesso discorso per Almiron, appetito dalla Lazio, non fosse che sullo Zanichelli alla voce 'tirchio' potrebbe tranquillamente starci una foto di Lotito. In bilico anche Marchionni, ala vecchio stampo più avvezza alle corsie d'ospedale che a quelle laterali del rettangolo verde. Prandelli lo aspetta, ma rischia di attendere invano.
I rientri, a furor di popolo, di Marchisio e Giovinco rappresentano una preziosissima iniezione di freschezza in un gruppo che necessita di giovani, affamate e valenti leve soprattutto laddove, in Europa, chi non corre è perduto. A tal proposito, le specifiche tecnico-tattiche di Amauri cascano a fagiolo.
Paradossalmente, fra color che son sospesi becchiamo pure l'unico acquisto a titolo (molto) oneroso risultato in linea con le aspettative, alias Iaquintone. Guai a parlare di bocciatura, è piuttosto una concomitanza di fattori ad allontanarlo da Torino. La considerazione di cui gode presso ambienti prestigiosi come Napoli e Roma, che a loro volta espongono in vetrina i gioielli di famiglia (Santacroce, Hamsik, Lavezzi da una parte, Aquilani dall'altra) graditi a Madama;
l'accresciuta concorrenza, leggasi Amauri; la necessità di far cassa a fronte di onerosi investimenti. Un'altra necessità, quella di disporre di quattro punte intercambiabili per sopperire alle consuete pause di celentaniana memoria del duo Del Piero & Trezeguet, potrebbe ancorarlo a Vinovo. In caso di separazione, ancora lui, Quagliarella, si candida a cambiar maglia ma non combinazione cromatica, ripercorrendo curiosamente le orme del cigno di Cutro. Sarebbe un peccato, le strisce verticali più strette non gli donano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se arriverà Quagliarella mi piangerà il cuore. Cento volte meglio il mitico Vincenzo.