mercoledì 4 giugno 2008

Cambio della guardia?

Si scrive Del Piero - Trezeguet, si legge gol. Quattrocentouno in due, rispettivamente duecentoquarantuno e centosessanta. E non finisce qui. Forse.
Immuni alla celebre crisi del settimo anno, dall'alto di un'intesa sviluppata dentro e cementata fuori dal rettangolo verde, volevano spartirsi la corona di capocannoniere a suggello del ritorno in Paradiso. Quel trono, però, era troppo piccolo per tutti e due, e solo il capitano vi ha potuto poggiare le regali chiappe. Il francese medita 'vendetta'. Forse.
Alex emette gli assegni, David passa alla cassa e riscuote, e viceversa. Re David scompare e riappare all'improvviso, puntuale come le rinascite del compare, all'appuntamento con il gol. Stavolta, però, potrebbe ricomparire al Camp Nou, di blaugrana vestito, pronto a capitalizzare le magie di Bojan e Messi. M come magia? Niet, m come mercato.
L'input di Guardiola, subentrato a Rijkaard, è chiaro: alto, grosso, che la butti dentro. Basta coi fiorettisti ballerini e litigiosi, ci vuole un risoluto spadaccino. Si sussurra di una ricca offerta, nell'ordine dei 50 miliardi del vecchio conio, roba da preparare l'imballo ed ornarlo con un bel fiocchetto rosso. Forse.
Prossimo alle trentun primavere, forte di un gioco al risparmio, salvo aver recentemente allargato i propri orizzonti, la data di scadenza sul retro della confezione recita 30 giugno 2011. Plausibile prospettare un'ulteriore annata ad altissimi livelli, dopodichè stretta di mano, pacca sulla spalla (quella sana), grazie di tutto e arrivederci. Forse.
Partendo dall'incontrovertibile presupposto che niente è per sempre, se confermata la proposta dei catalani sarebbe la miglior, nonchè ultima, occasione per monetizzarne l'addio.
La storia insegna, i contratti son fatti per NON esser rispettati. Moggi insegna, in casi come questo ad un corposo assegno NON si dice no. Sarebbe però delittuoso rimpiazzare Mr. Centosessanta Gol con un pinco pallino qualsiasi. Il mercato internazionale, ricco dei suddetti pinco pallini, è altresì povero di bocche da fuoco a prezzi umani. Dopo aver perlustrato palmo a palmo ogni fazzoletto di terra conosciuta, poli compresi, è stato individuato, dalla parti di Amsterdam, un cicognone 25enne dai piedi buoni, killer (silenzioso delle aree di rigore) di professione, detto 'Il Cacciatore'. Ipotesi: imbarcarsi a Caselle destinazione El Prat con il francese e rilasciarlo dietro lauto pagamento; tornare indietro, fare scalo ad Amsterdam, caricare Huntelaar in cambio di venti milioni circa e planare a Torino con un centravanti nuovo di zecca. In un sol colpo, parco attaccanti ringiovanito senza contraccolpi economici e/o tecnici e preoccupazioni per il, prima o poi inevitabile, ricambio generazionale parzialmente dissipate da un ariete più consono al progetto a medio termine varato dal nuovo corso bianconero.
I vividi ricordi delle disastrose operazioni Almiron e Tiago riecheggiano nella stanza dei bottoni di Corso Galfer. Ne consegue un giustificato timore per le future mosse di Secco e soci, fomentato dalle voci su Quagliarella. Dopo aver scelto di battere la strada della continuità nel giugno scorso, fare retromarcia sarebbe sintomo di inefficienza programmatica. Consci del suo status di leader rafforzato dalla diaspora post-calciopoli, i dirigenti, travestiti da Ghostbusters, 'esorcizzano' lo spettro di una cessione che Trezeguet, in passato, volle, fortissimamente volle a più riprese. Solo il binomio "Gli farò un'offerta che non potrà rifiutare" (cit.) - sostituto in pugno potrebbe sparigliare le carte in tavola. Se da un lato con David se ne andrebbe un pezzo di cuore che ha traghettato Madama lungo le malsane acque dell'Inferno cadetto, dall'altro occorre una valutazione a 360 gradi (non a 90, quindi astenersi perditempo). Gestire una società orientata all'autofinanziamento implica una politica oculata, con un occhio al bilancio e l'altro al futuro. Nessuno misconosce le qualità del campione francese, il cui
status di bomber e trascinatore è inattaccabile. Piuttosto, in ottica mercato subentrano altri scenari, e riaffiorano persino dolci ricordi.
Flashback. Estate 1996, freschi di Champions, fanno le valigie Vialli e Ravanelli. Al loro posto, sbarcano all'ombra della Mole Boksic e i giovani Amoruso e Vieri. L'obiettivo di allora era vincere, senza se e senza ma; oggi prevale la consapevolezza di un gap incolmabile rispetto alla nuova Inter di Mourinho. Sarà infatti difficile tenere il passo dello Special One Team, con o senza Trezegol, tanto vale mettersi una mano sul cuore e un'altra sul portafogli, pronti ad accogliere i danari di Laporta e a coltivare il più bel tulipano del ricco giardino ajacide.
Si apra pure la caccia... al Cacciatore. Occhio, però, a puntare la preda giusta. Mica ci si può accontentare di una Quaglia.

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