lunedì 2 giugno 2008

THE SPECIAL ONE

Via L'uomo-che-vince-sempre, dentro lo Special One.
Mai banale negli avvicendamenti, il Moratti. Mai banale negli atteggiamenti, il Mou.
Accentratore, altezzoso, borioso, spavaldo, spocchioso, vanesio, e chi più ne ha, più ne metta, possiede tutte le declinazioni dell'antipatia, distillate in un audace incrocio tra George Clooney e Humphrey Bogart.
Effetti collaterali: è un vincente. Alla Pinetina non basta. Rivolgersi a Lippi Marcello per ulteriori dettagli.
José, però, non è 'un'. Lui è 'IL'. Verbo. Imperativo, mai imperfetto. Ma pure sostantivo e aggettivo. Superlativo assoluto, si capisce. I discepoli ne esaltano la maniacale cura nella preparazione dei match. Pretende il coinvolgimento dell'undici tutto nel gioco. Ibra, do you understand?
Secondo solo a Dio. Special One. Chuck Norris? No, José Mário dos Santos Mourinho Félix. Vuoi mettere?

Guadagnerà 9 milioni di euro l'anno per tre stagioni. Essì, si aggiunga: mai banale negli emulamenti, il Moratti. Stesso dicasi per le buonuscite. Avvertenza: omettere la parolina magica in presenza di Roberto Mancini da Jesi. Potrebbe inalberarsi e vomitarti addosso risentimenti covati per mesi.
Povero Mancio, che mondo ingrato.
Vada come vada, l'ormai ex condottiero interista ha già vinto. Come sempre.
Mourinho non potrà far meglio di lui. Ben che gli vada, alzerà al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Mai, ribadisco, mai, riuscirà a bissare l'impresa di Roberto. Appuntarsi sulle maglie la patacca dello scudetto dopo aver chiuso alle spalle di Juventus e Milan, a -15 dalla vetta. Questo è troppo. Anche per lo Special One.

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