venerdì 25 luglio 2008

A.A.A. cercasi qualità

Gli assenti, veri o presunti che siano, spesso fanno più notizia dei presenti. Non fa eccezione la qualità, il cui allontanamento dal cuore del centrocampo bianconero grida vendetta. Dalla verità supposta Xabi alla supposta vera e propria Poulsen, il passo è breve e doloroso.
Armati di orgoglio e pregiudizio, di pazienza e Prozac, i tifosi juventini assistono impotenti alla riedizione, seppur meno cruda e comprensiva di eccezioni, del teatro degli orrori già in onda un annetto fa, i cui primattori sono tuttora in gruppo. O in infermeria, vedi Andrade, habitué dei bollettini medici fresco di ricaduta, tanto da scongiurare velleità di recupero o rottamazione. Obiettivo, quest'ultimo, perseguibile per il duo angoscia Almiron&Tiago, 'piallato' dal peso della maglia e da avversari incarogniti e motivatissimi a vender cara la pelle. Il credito di cui gode il portoghese tra compagni e, parte dei, supporters è uno dei misteri del Vangelo secondo Cobolli, prossimo allo scioglimento a fronte dell'addio del fu 'Ti-ago ti amo', destinazione Madrid sponda Atletico. Deo agimus gratias. Il suo emulo pelato può aspirare ad una sistemazione provvisoria in provincia (Fiorentina o Sampdoria) o in periferia (Grecia). Comunque vada, sarà un'insuccesso, che tradotto in gergo fiscale vuol dire minusvalenza.
Rinfoderato il fioretto, è il momento di brandire la spada, se non la clava. In tal senso, l'ingaggio di Poulsen è un manifesto alle intenzioni, con annesso processo alle stesse da parte delle vedove di Alonso, e non solo. Il garante Ranieri rigetta piccato i ricorsi, consapevole di giocarsi una fetta considerevole di credibilità, già intaccata dai poco incoraggianti precedenti, e sbandiera la superiorità, figlia dell'esperienza, del neo-acquisto rispetto all'idolo delle folle Sissoko, altra (pardon, unica) scommessa vinta tra lo scetticismo, presto evoluto in amore, generale.
Chi, suo malgrado, ha convissuto con gli scettici sin da bambino è Seba Giovinco, fantasista bonsai, giovane 'piromane' capace d'infiammare il pubblico con un elementare, per lui, cambio di passo. L'ambiente alterna acqua e benzina onde evitare bruciature pericolose, nella piena consapevolezza di poter sfoggiare un gioiellino anomalo e assai prezioso. Dopo la vetrina toscana, ecco quella olimpica, in attesa di esporlo, bardato di bianconero, all'Olimpico di Torino, con sommo gaudio del pubblico di casa. Constatata la ruggine del declinante Nedved, è la Formica Atomica la chiave d'innesco ideale per le punte, indipercui si raccomanda di attenersi alle seguenti avvertenze d'uso: costringerlo a fare avanti e indietro lungo l'out di sinistra è un crimine contro lo spettacolo; è altresì opportuno lasciarlo libero come una libellula sul prato, per il bene di tutti, avversari esclusi.
A fargli da scudiero, in quel di Pechino, ci sarà Claudio Marchisio, compagno di mille avventure cresciuto a pane e Juve. Fiore sbocciato nel letame della cadetteria e poi testato con successo, in provincia, assieme al fantasista mignon, si appresta a reindossare la propria seconda pelle a strisce bianconere. Seppur incarni il prototipo del centrocampista moderno, è stato spesso omesso dai vaticini juventini in luogo di ipotetiche stelle mai apparse nel cielo di Torino. Destino infausto, il suo, condiviso dal sottostimato Zanetti, collante fondamentale tra difesa e attacco nella stagione passata con motivati propositi di bis. Come da copione abusato, ci si innamora della strafiga insipida, si dilegga l'Ugly Betty tutta sostanza ed, infine, si torna tra le braccia della vecchia fiamma. Morale della favola? La bellezza c'è, non necessariamente in superficie, ma c'è, tutto sta nel saperla trovare e valorizzare. A buon intenditor...

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