lunedì 10 novembre 2008

I'm outta time

Non sarà "giovane, bello e abbronzato", ma è l'unico essere animato a poter vantare oggigiorno consensi più massicci di Barack Obama. Piede torrido, cervello fino, lingua simmonsiana. Alex Del Piero, e chi sennò? La presa del Bernabeu è compressa nel file 'StandingOvation.zip'. Centottantamila mani spellate dagli applausi, il pecoraro italiota medio prenda nota. Effetti collaterali: bulbi arrossati (ipersensibili a rubinetti spanati) tachicardia, pelle d'oca; travasi di bile per gli antidelpieristi ossessivo-compulsivi. Inchino ricambiato.
L'ispanico Casillas impallinato come un pivello, complice barriera dadaista. Doni e Sorrentino, meno accondiscendenti del pluridecorato collega eppur incapaci di sbaffare le pennellate chirurgiche del Pinturicchio, spazzano l'aria ma s'arrendono all'arte. Il fu Godot innaffia la cultura, coltiva speranze, concima record. La data di scadenza riportata sul retro della confezione è in costante procrastinamento, in barba alle trentaquattro-candeline-trentaquattro ancora fumanti. Il peso degli anni e non sentirlo. L'amore della gente e non tradirlo. Diecipiù.
Ha collezionato corone (di capocannoniere) e difeso il proprio trono dagli usurpatori. Domato cime tempestose e picchiate paurose. Nuotato nell'oceano di inchiostro sperso criticamente dalle penne più affilate. Debellato le virulente forme di virus 'C' (nell'ordine: Capello, calciopoli, cadetteria) che ne hanno attaccato-non-intaccato le difese immunitarie.
Assorbito con dignità e orgoglio un biennio di precariato. Zittito a linguacce avvoltoi e coccodrilli. Adornato il tutto con una ciliegina made in Berlino, squarcio d'azzurro in un'estate a tinte fosche. Si piega ma non si spezza, si fa sentire ma non sbraita, parla ma non straparla. Ecche è, un santo? No, semplicemente Alex Del Piero. Fuori dal tempo, dentro la leggenda. Altro giro, altra corsa, altro inchino.

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