
Al momento della sua cessione (in prestito, deo gratias) ricordo frasi del tipo "Ad Empoli sarà titolare", oppure "Potrà disputare la Coppa Uefa". Alla faccia...
L'ennesima esclusione può significare due cose: la prima, Sebastian ha scavalcato Antonini (stasera in campo) nelle gerarchie, quindi domenica sarà finalmente in campo dal primo minuto; la seconda, Cagni non lo vede, se non come arma tattica da sfoderare quando a partita in corso per sfruttarne tecnica e rapidità.
L'Empoli visto sabato scorso a Roma, schierato con un prudente 3-5-1-1, rende il quadro più complicato. La presenza dell'inamovibile Vannucchi dietro l'unica punta riduce drasticamente gli spazi per il fantasista tascabile di scuola Juve. Ighli è la bandiera, il punto di riferimento, imprescindibile ed inamovibile, un po' come Del Piero in bianconero.
Già, Del Piero. Allenarsi con un campione del suo calibro, senza scordare i vari Camoranesi, Nedved e Trezeguet, può rivelarsi decisivo per un giovane. Decisamente meglio sedere in panchina a Torino ed annusare il calcio al quale Madre Natura l'ha destinato, piuttosto che fare lo stesso ad Empoli (nel senso di restar fuori, s'intende), osservando Antonini sbagliare controlli elementari e Pozzi inciampare sul pallone.
L'assenza prolungata di Camoranesi, l'età di Nedved e il difficile inserimento di Almiron e Tiago rendono la squadra attualmente povera di fantasia. La manovra si sviluppa perlopiù in orizzontale, il capitano è costretto ad arretrare alla ricerca di palloni giocabili, rischiando di isolare eccessivamente Trezeguet. Storia vecchia, film già visto. Titolo: "Un anno d'inferno", regista Deschamps, prodotto dal Cobolli&Gigli Group.
Non che un ragazzino di 20 anni possa essere la panacea di tutti i mali, ma una pezza, ogni tanto, la può mettere, perchè ha talento e voglia di sfondare. Chiede solo un po' di spazio e fiducia.
La storia di Amantino Mancini insegna. Riserva per sei mesi nel Venezia (in Serie B!), protagonista l'anno dopo di uno spendido campionato con la Roma. Dimostrazione di come la classe non basti, ci vuole anche qualcuno in grado di apprezzarla e valorizzarla.
Riportandolo a casa non abbiamo nulla da perdere, ma tanto da guadagnare.
Se la situazione in Toscana non dovesse cambiare, urge davvero ricondurlo all'ovile. Per il bene di tutti.
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