lunedì 8 ottobre 2007

Iaquinta - Mutu, l'Inter se ne va

Ad un passo dal traguardo, la Juve inciampa, rallenta, non cade, ma perde la scia di un Inter che abbozza la prima fuga stagionale.
I Mancini boys ringraziano la freddezza di Mutu, doppio ex molto rimpianto dalle parti di Corso Galileo Ferrarsi. Fu proprio Moratti a portarlo in Italia facendogli assaggiare il grande calcio, salvo sbolognarlo troppo in fretta come consuetudine. Verona e Parma, dove formava una coppia stellare con l’Adriano dei tempi d’oro, da non confondere con il DJ dell’Hollywood tesserato per i nerazzurri, sono il trampolino di lancio verso la nuova Mecca calcistica, rappresentata dal Chelsea del magnate Abramovich. A Londra, però, ha assaggiato la polvere… bianca,e la sua carriera ha rischiato di finire in frantumi, a seguito di una squalifica per uso di cocaina e conseguente licenziamento. Ingrassato, con un matrimonio andato a puttane, quel segugio di Moggi fiuta il colpaccio, lo tessera, facendolo allenare, e dimagrire, in attesa che finisca la squalifica. In bianconero, mostrerà solo a sprazzi la propria classe, anche a causa di un ruolo, quello di vice Nedved, troppo defilato, ma la concorrenza di Del Piero e Ibrahimovic lo costringono a starsene buono, tra fascia e panchina. L’obiettivo più importante, tornare un calciatore importante, è comunque centrato, la scommessa vinta. Il resto è storia recente: Farsopoli, la B per la Juve, il passaggio in viola dove ritrova il maestro Prandelli, le prodezze decisive per la qualificazione in Uefa. Oggi, è tornato quello dei tempi di Parma, una delle migliori seconde punte del campionato. Meglio di lui,attualmente c’è il solo Ibrahimovic. Già…
A proposito di ritorni, da segnalare quello di Legrottaglie, capace di riproporsi per 88 minuti ai livelli dei tempi del Chievo, quando conquistò persino l’azzurro. Mette la museruola a Pazzini e Vieri,ma una mano galeotta rovina la sua prestazione e vanifica la strenua resistenza della squadra. (Di)Sgraziato intervento, rigore, 1-1 firmato Mutu, tutto da rifare. Come rovinare tutto in un secondo.
Pensare che la difesa aveva retto bene. Gli sbandamenti della coppia Andrade – Criscito, ben presto accantonati seppur con motivazioni diverse, sono un lontano ricordo. Sia l’ex clivense che Chiellini disinnescano gli avanti viola, pur con qualche rudezza di troppo, tanto da rischiare per ben due volte il rigore.
E qui entra in scena il protagonista indiscusso della sfida: l’arbitro Rizzoli, coadiuvato dall’assistente Stocchi. Da ieri pomeriggio, la loro fedina penale-arbitrale annovera, nell’ordine: gol ingiustamente convalidato alla Juventus nonostante il fuorigioco attivo di Trezeguet; rigore negato ai viola per sandwich Chiellini – Molinaro su Semioli; fuorigioco fischiato a Gobbi, Del Piero lo teneva in gioco; secondo rigore negato per improvvisato incontro di wrestling Chiellini vs. Vieri; fallaccio di Mutu su Palladino non sanzionato. Fosse accaduto nell’era Moggi, intere trasmissioni sarebbero andate avanti per settimane solo a parlare di questa partita. Le polemiche, comunque, non mancheranno, mentre in campo i viola hanno limitato al minimo le proteste. Onore a loro.
C’è chi può, e chi non può. Del Piero, suo malgrado, non può essere protagonista. Le scelte di Ranieri lo relegano in panchina. Si torna al 4-4-2, con Salihamidzic a destra, Almiron al posto dello squalificato Zanetti in mezzo e Iaquinta a fianco di Trezeguet. Ancora fuori Criscito, al quale vengono preferiti Chiellini come centrale e Molinaro a sinistra. L’attenzione, i flash, però, sono tutti per il capitano. Le insinuazioni galoppano, si parla di esclusione ‘politica’, dettata insomma dal difficoltoso rinnovo contrattuale. Il gol e la prestazione di Iaquinta danno pienamente ragione, almeno nella sostanza, a Ranieri, unitamente allo scialbo quarto d’ora giocato da Alex. Se veramente fosse arrivata una telefonata dall’alto per invitare il tecnico ad escludere il numero 10, chi definiva Ranieri uno ‘yes man’ troverebbe conferma inequivocabile alla propria tesi. Conoscendo lo stile del tecnico di Testaccio, opto decisamente per la scelta tecnica.
Prandelli risponde con il solito 4-3-3, escludendo Pasqual e Liverani in luogo di Balzaretti e Kuzmanovic.
Un sostanziale equilibrio caratterizza i primi giri d'orologio. Un tiro da fuori di Mutu, finito poco oltre la traversa, tenta di rompere la monotonia, per evitare che la montagna partorisca il classico topolino.
A metà primo tempo, però, la Juve si desta dal torpore, e colpisce subito con Iaquinta: sciabolata morbida di Almiron, Gamberini intercetta di testa il passaggio, recapitandolo sui piedi dell'accorrente Iaquinta, che controlla e infila con un diagonale chirurgico l'impietrito Frey. I viola incassano con aplomb inglese, ma la rete è palesemente viziata dalla posizione irregolare di Trezeguet.
Dopo alcuni minuti di smarrimento, la reazione dei padroni di casa è guidata dal talentuoso Montolivo, la cui bomba, deviata da Almiron, costringe Buffon alla prodezza di piede.
Capovolgimento di fronte, e Nedved conclude una trama ficcante della Juventus con un bolide alzato in angolo dall'attento Frey.
E' l'unico lampo del ceco, che conferma di non essere ancora (più?) quello dei tempi d'oro. Tutto il centrocampo bianconero va ad intermettenza, eccezion fatta per Salihamidzic, costantemente avulso dal gioco ed incapace di affondare. Almiron lascia intravedere geometrie importanti, ma deve crescere in continuità e personalità, che non fa difetto a Nocerino, il quale, però, non azzecca un rilancio nemmeno per sbaglio. Ci salva, ancora una volta, l'indemoniato Iaquinta, generoso combattente bravo a regalare profondità alla squadra e sempre più efficace sottoporta. Segnali di vita da Trezeguet, a parte la scampagnata davanti a Frey in occasione del vantaggio, non ne arrivano.
Dall'altra parte, la costante dei lanci lunghi per le spizzate di Pazzini si infrange contro la muraglia eretta da Legrottaglie e Chiellini. La crisi del centravanti toscano continua, e viene meno anche l'apporto di un Mutu stranamente inconcludente. L'impeto di Semioli è placato da un sorprendente Molinaro, destinato a ripercorrere le orme di Balzaretti. A proposito, nessun rimpianto per la cessione del modesto terzino, ma questo già si sapeva.
Per sfruttare il leit motive del primo tempo, Prandelli si ripresenta con Vieri al posto dell'anonimo Kuzmanovic, con l'arretramento dell'ex clivense in linea con i centrocampisti.
Nonostante l'impressionante potenziale offensivo viola, dopo 5 minuti è della Juve la prima, grossa, occasione, ma il diagonale di Trezeguet, imbeccato dal solito Iaquinta, trova Frey pronto alla respinta di piede. Dainelli, su azione d'angolo, risponde con un'incornata alta sulla traversa.
L'arrembaggio viola prosegue disordinato, e sono ancora gli uomini di Ranieri a sfiorare il raddoppio. Nedved affonda finalmente sulla sinistra, mette in mezzo per Trezeguet che non impatta, la sfera finisce sui piedi sbagliati, quelli di Salihamidzic; il diagonale del bosniaco trova ancora una volta pronto Frey, sulla respinta si avventa Trezeguet, la cui conclusione si spegne a lato.
La Fiorentina è in riserva, e saggiamente Prandelli toglie Semioli e Pazzini per Gobbi e l'esordiente Vanden Borre. Ranieri tarda la sostituzione di Palladino, entrato poi al 26° per lo spento Nedved. Dopo 6 minuti, tocca all'uomo più atteso, Del Piero, in campo al posto dell'esausto Iaquinta.
Il capitano non riesce ad incidere, tutt'altro, appare lento ed indolente. Lo specchio del suo attuale momento è il tentativo di superare in velocità con un improbabile scatto Dainelli. Risultato? Palla persa, ripartenza per i viola, e proprio qui parte l'azione che porterà al rigore. Un po' la voglia di strafare, un po', diciamo parecchio, il goffo intervento di Legrottaglie a stoppare, di braccio, il colpo di testa del rumeno, ed ecco confezionato il pareggio. Dal dischetto, Mutu infatti non sbaglia, nonostante Buffon riesca a sfiorare la sfera.
Sembra finita, ma non è così. C'è ancora tempo per il secondo rigore negato alla Fiorentina e il rosso negato all'autore del pareggio.
Il fischio finale, sulla punizione sballata di Palladino, lancia l'Inter in fuga solitaria. Questa Juve, lontana dallo schiacciasassi di capelliana memoria, non può permettersi di dilapidare punti per strada. Poco importa se il gioco non sia stato brillantissimo, se gli errori arbitrali hanno viziato il match, se Del Piero e Nedved sono lontani parenti dei trascinatori visti l'anno scorso: bisognava vincere, e basta.
Inutile stare a rimuginare, dopo la sosta bisogna ripartire, per non perdere definitivamente il treno. Il 4 novembre ne sapremo certamente di più; bisogna a tutti i costi arrivarci con un filotto di vittorie, e poi chissà.

LE PAGELLE:
Buffon 6.5 - Para tutto, tranne il rigore, ma ci va vicino. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Grygera 6 - Attento in fase difensiva, spinge molto, troppo poco.
Legrottaglie 5.5 - Macchia un'ottima prova con il fallo di mano che consegna a Mutu il rigore dell'1-1.
Chiellini 6 - Giorgio è più fortunato del compagno di reparto. I rigori potevano essere addirittura 2, ci fosse stato Criscito al suo posto sarebbe stato demolito. A parte tutto questo (ma non è poco), se la cava bene.
Molinaro 6.5 - Sorprendentemente attento in fase difensiva, i piedi lo limitano un po' in fase di offesa.
Salihamidzic 5 - C'è, ma non si nota.
Nocerino 5.5 - Recupera molti palloni, ma troppo spesso la sfera sembra scottare tra i suoi piedi, e la sparacchia malamente in avanti.
Almiron 6 - Qualche segnale di crescita lo fornisce. La sosta capita nel momento sbagliato, al rientro speriamo di rivederlo in campo, magari a fianco di Zanetti.
Nedved 5.5 - Il solito Nedved versione 2007/2008: alterna pause a lampi piuttosto infrequenti, corre ma non incide, graffia ma non morde (Palladino 5.5 - La classe c'è, il resto, piano piano, sembra poter emergere, ma deve ancora lavorare tanto, tanto, tanto. Quella punizione al 94°, poi...).
IAQUINTA 7 - Corre, commette e subisce falli, da profondità alla manovra, segna, pare posseduto. Sfinito, viene richiamato, e la partita cambia (Del Piero 5 - Con tutto l'affetto per Alex, ha giocato senza mordente, perdendo un pallone pesantissimo in malo modo. Deve darsi una mano se vuole strappare un rinnovo).
Trezeguet 5.5 - Non sfrutta quei pochi palloni che gli capitano a tiro, e finisce troppo spesso in fuorigioco.

Ranieri 5.5 - I fatti gli danno torto. Salihamidzic andava sostituito, continua il mistero Tiago.

Fiorentina: Frey 7, Ujfalusi 6, Dainelli 6.5, Gamberini 5.5, Balzaretti 5.5; Kuzmanovic 5.5 (Vieri 6), Donadel 6, Montolivo 6; Semioli 5.5 (Gobbi 6), Pazzini 5 (Vanden Borre 5.5), Mutu 6.

Arbitro, Rizzoli 4 - Un disastro, Moreno al confronto può fare il designatore.
Assistenti, Strocchia 4, Rossomando 6.

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